SALUTE e MEDICINA
Comunicato Stampa

Attivato anche in basilicata lo screening neonatale

24/06/13

LIFC denuncia comunque il persistere di regioni inadempienti

Grazie all’azione congiunta di Lega Italiana Fibrosi Cistica Onlus (LIFC) e Associazione Lucana Fibrosi Cistica Onlus, è finalmente stato attivato anche in Basilicata lo screening neonatale.
A partire dal 1° giugno, tutti i nuovi nati in Basilicata potranno sottoporsi a tale esame (importantissimo poiché consente di rilevare subito la presenza di fibrosi cistica) mediante un prelievo di sangue che verrà poi analizzato presso l’Azienda Ospedaliera San Carlo di Potenza. Nel caso in cui il bambino fosse affetto da fibrosi cistica (FC), sarà subito indirizzato al Centro di competenza per ricevere tutte le cure necessarie. Grazie a tale esame, infatti, è possibile intervenire precocemente sulla patologia, assicurando ai pazienti cure migliori e più efficaci.
L’importanza dello screening neonatale è riconosciuta e sancita dalla legge 104 del 1992 e ribadita dalla L. 548/93. Tuttavia, nonostante tale diritto dovrebbe essere ormai consolidato da più di 20 anni, ci sono ancora alcune regioni inadempienti.
Le regioni in cui lo screening non è ad oggi eseguito sono Friuli Venezia Giulia, Abruzzo, Puglia, Campania e Sardegna.
Nei loro confronti la LIFC ha attuato delle azioni ed è tutt’ora in attesa di risposte, nella speranza che la situazione si risolva quanto prima, come appena accaduto per la Basilicata. Duole pensare che la garanzia di un diritto debba essere possibile grazie all’intervento di LIFC!

“ Il primo obiettivo che ci poniamo come LIFC – dice Franco Berti Presidente della Lega Italiana Fibrosi Cistica - è che tutti i bambini e soggetti a rischio in ogni parte d’Italia abbiano accesso allo screening neonatale. Riuscire ad intercettare precocemente la patologia significa curare meglio il paziente e migliorare le sue aspettative di vita; significa razionalizzare la spesa e risparmiare su cure e ricoveri inappropriati, oltre che sul ‘costo sociale’. E’ importante che in ogni regione venga realizzato un modello assistenziale che metta insieme il Centro Screening, gli operatori del Centro FC, le associazioni di volontariato che concorrono insieme per la prevenzione, la cura, l’informazione sulla FC con l’obiettivo di migliorare la qualità di vita dei pazienti e dare a tutti pari dignità”.

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