TURISMO
Comunicato Stampa

Attrazioni e rarità botaniche a Trauttmansdorff

Una giornata indimenticabile per adulti e bambini nel giardino botanico meranese

I Giardini di Castel Trauttmansdorff sono una delle attrazioni turistiche di maggior successo di tutto l’Alto Adige e, dal punto di vista botanico, uno dei giardini più belli e curati in tutto il mondo.
La stagione di apertura di Trauttmansdorff va da aprile a novembre e, in ogni momento, vale la pena visitare i Giardini, che mostrano un aspetto sempre diverso per le tantissime fioriture che sbocciano, anche di giorno in giorno.

In una visita ai Giardini di Castel Trauttmansdorff, però, oltre ai meravigliosi fiori e alle floride piante, ci sono 5 punti di interesse, per grandi e piccini, assolutamente irrinunciabili.

I punti panoramici di Trauttmansdorff
I Giardini di Castel Trauttmansdorff sono adagiati su un pendio, aperti ad anfiteatro e si sviluppano su oltre 100 m di dislivello. Sono pertanto molti i punti che offrono ai visitatori suggestive vedute sul paesaggio circostante, con la cornice dei monti e scorci esclusivi sulle singole aree del parco.

1. Binocolo di Matteo Thun
La spettacolare piattaforma panoramica, trasparente al 95%, nasce nel 2005 da un'idea dell'architetto e designer altoatesino Matteo Thun: salendo le scale, i visitatori hanno la sensazione di librarsi verso il cielo, per poi abbandonarsi, grazie a un binocolo tridimensionale, a una vista mozzafiato sulla Val d'Adige, sulla conca di Merano e sui rilievi circostanti.


2. La Voliera
Nel punto più elevato dei Giardini, si erge la grande Voliera dei pappagalli lori. Da questa costruzione circolare in acciaio, una passerella di 15 m conduce, su un percorso a prova di vertigini, letteralmente nel vuoto. Lì si apre un'imponente veduta del parco, con la conca di Merano e le montagne circostanti: un panorama a cui abbandonarsi, ispirati dal motto sul parapetto: “Solo i pensieri sono liberi”.

3. La Serra
Al suo interno si trovano piante tropicali e un terrario con insetti e lucertole di tutto il mondo. Nella fase di pianificazione, si è data importanza alla funzionalità ed all’aspetto inconfondibile dell’edificio: la struttura doveva inserirsi bene nel circostante ambiente dei Boschi del Mondo e rialzarsi armoniosamente dalla terra verso la luce. La parete rossa sulla parte posteriore ha una funzione protettiva, come anche la silhouette irregolare della struttura, che ricorda il panorama bizzarro del Gruppo di Tessa, la catena montuosa che protegge Merano dai venti freddi del nord.

4. Terrario
La grande attrattiva del terrario è rappresentata dalla colonia di formiche tagliafoglie (Atta). Evitando di disturbarne inutilmente l'attività, la particolare vetrina, progettata su misura, offre una visione completa dei diversi momenti di vita quotidiana di questi laboriosi insetti, dalla camera per la coltivazione dei funghi, a quella per la raccolta del cibo, fino alla discarica dei rifiuti, comprese le vie di collegamento tra le diverse sale del nido.

5. Il Giardino degli Innamorati
Non rappresenta solo un punto panoramico, ma qualcosa di più. Sopra il Binocolo di Matteo Thun, si cela un’incantevole area del parco. Incastonato come un gioiello nel bosco di roverelle, il “Giardino degli Innamorati” è dedicato al sentimento indubbiamente più profondo conosciuto dall'essere umano: l'amore.
Un cancello segna l'ingresso al buen retiro, luogo di quiete e rifugio segreto. Alle sue spalle un percorso circolare, inizialmente in lieve salita, conduce alla scoperta di questa zona del parco. Disseminati lungo il percorso, per terra o nei muretti, versi in sette lingue e sculture celebranti l'amore, inteso come gioco ingenuo e, per questo, l'unico destinato a durare per sempre. Il cuore dell'area è costituito da tre padiglioni, disposti a guisa di giganteschi mazzi di fiori che sbocciano da uno specchio d'acqua. Amanti e innamorati vi celebrano all'interno un rituale suddiviso in tre fasi: l’abbandono, la promessa e l’eternità. Angoli verdi e luoghi appartati invitano a godersi la quiete, a riassaporare i ricordi e a vivere momenti a due o semplicemente ad ascoltarsi.

Le rarità botaniche
Wollemia nobilis
La Valle delle Felci, con i suoi esemplari di ginkgo, araucarie e metasequoie, rievoca il fascino di un ambiente primitivo. Qui la grande protagonista è un esemplare di Wollemia nobilis, ritenuta estinta. Come dimostrano molti fossili di questo albero, la Wollemia nobilis era diffusa in tutto il mondo fino a 65 milioni di anni fa, finché, insieme ai dinosauri, si estinse e ne rimase solo un limitato numero di esemplari in Australia. Oggi, il luogo di ritrovamento di questa specie a rischio di estinzione è tenuto segreto al fine di assicurare la sopravvivenza della Wollemia. Dal 2006 a Trauttmansdorff cresce un esemplare molto grande di Wollemia, insieme a due più giovani, che da alcuni anni svernano all’aperto senza alcuna protezione.

Olivo di 700 anni
Questa pianta di olivo di 700 anni, venuta dalla Sardegna, pesava ben 5,8 tonnellate quando fu posizionata nei Giardini, ragion per cui per il suo spostamento è stato costruito un mezzo di trasporto apposito. La circonferenza del tronco ora misura 3 metri e il diametro all’altezza del petto è di ben 93 cm. Questo bitorzoluto esemplare mostra la tipica silhouette nodosa e cava degli ulivi pluricentenari, considerati le piante coltivate più longeve al mondo.

Palma da miele del Cile
Ai Giardini di Castel Trauttmansdorff, nei pressi del Laghetto delle Ninfee, si trovano diverse palme. Nel 2017 sono stati aggiunti 2 esemplari di palme da miele cilene. La più imponente ha 180 anni, pesa 18 tonnellate ed è alta circa 6 m. Per estrarre il dolce nettare della pianta, fino a qualche decennio fa, le popolazioni del Sud America abbattevano le piante, rimuovendone tutte le foglie. Dalla cima del tronco, nell’arco di svariati mesi, si possono stillare sino a 600 l di linfa, che poi viene trasformata in vino di palma (detto anche miele o sciroppo) e zucchero. Da qui, il nome “palma da miele”. In particolare, nel 19° secolo, questa forma di sfruttamento ne ha quasi decimato l’estesa popolazione. Dal 1971, in Cile, la palma da miele è tutelata.


Per informazioni sui Giardini di Castel Trauttmansdorff: www.trauttmansdorff.it.



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Photo credits: Karlheinz Sollbauer
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