GASTRONOMIA
Comunicato Stampa

Cesare Bellò racconta al Macfrut di Cesena “Quel miracolo chiamato radicchio Igp di Treviso”

25/09/13

1 luglio 1996 Franz Fischler, commissario europeo per l’agricoltura e lo sviluppo rurale, laureava Igp il radicchio rosso tardivo di Treviso. Da tale data è partita la grande corsa del re degli ortaggi invernali, che, anno dopo anno, ha battuto tutti i traguardi per qualità, quantità, prezzo, apprezzamento da parte dei consumatori.

In 15 anni (dal 1998) la produzione è passata da 2 a 20 mila tonnellate, il prezzo medio alla produzione è salito da 2 euro a 2,80, la Plv da 4 milioni è esplosa a 56 milioni. E’ stato gustato dagli scalatori sul versante nord dell’Everest, il tetto del mondo, e le sue sementi sono state portate nello spazio. Il caso “Radicchio rosso di Treviso” sarà raccontato al Macfrut di Cesena da Cesare Bellò, consigliere delegato di OPO Veneto e vicepresidente del Consorzio di tutela, nel convegno in programma giovedì mattina, 26 settembre, dedicato al tema “Dop e Igp, prodotti di qualità: il motore del sistema ortofrutticolo europeo nel mondo”. L’ortaggio è una delle eccellenze che fanno testo in Europa. Il riconoscimento Igp è stato decisivo per sprigionare tutte le risorse interne che il radicchio possedeva e che non erano affatto sfruttate. Ha dato quindi il là a una fertile serie di attività di formazione dei coltivatori, di aggiornamento, di miglioramento delle pratiche colturali, di promozione e di commercializzazione che hanno portato agli attuali risultati. E’ stata messa in risalto, in particolare, la eccezionalità dell’ambiente in cui il radicchio cresceva e su questo si è molto puntato. Un prodotto che rientra in un ecosistema sano e bene tutelato e che mantiene le promesse che fa in termini di qualità, di quantità e di prezzo. Cesare Bellò, nella relazione che presenterà al Macfrut di Cesena, paragona il rosso tardivo Igp di Treviso a una rosa, di cui evidenzia la bellezza, il profumo, l’ appeal che esercita sui consumatori, ma tocca anche le spine che non sono poche e che in prospettiva potrebbero intralciare il passo. Sono difficoltà che nascono dalla stessa normativa comunitaria per le produzioni ad Igp, sulla quale il tempo ha posato non poca polvere, che a volte oscura i pregi di un prodotto e ne rallenta lo sviluppo. Il regolamento ha l’effetto di ingessare le situazioni, la burocrazia, insomma, guarda più alla forma che alla sostanza, non viene favorita l’applicabilità della normativa erga omnes. Altri aspetti “critici” sono rappresentati dai produttori “cortomiranti”, che fanno si che le adesioni al Consorzio di tutela rimangono piuttosto scarse e dalla distribuzione moderna che non sempre valorizza adeguatamente le produzioni ad Igp. Per Cesare Bellò è importante, comunque, andare incontro alle attese dei consumatori, produrre qualità in ambiente di qualità, essere attenti alla biodiversità, cambiare il regolamento Igp e Dop in tempi brevi. E, perché no? guardare oltre l’Igp.
Angelo Squizzato



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