ECONOMIA e FINANZA
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Decreto pa-Camera: in terza lettura per chiudere dopodomani

06/08/14

Le principali novità, che comporteranno il ritorno del testo alla Camera per un'ulteriore deliberazione sono: la riammissione dei professori universitari al trattenimento in servizio, l'eliminazione delle disposizioni di salvaguardia per i c.d. "quota 96" della scuola ed il passo indietro sulla modifica dei trattamenti pensionistici per le vittime del terrorismo.

Incassa la fiducia del Senato il "primo tassello" di riforma della macchina dello Stato. Così il ministro della Pa, Marianna Madia, definisce il decreto legge sulla Pubblica Amministrazione. Un sì, quello del Senato, che però ha avuto un suo costo: nel passaggio a Palazzo Madama il provvedimento ha perso alcuni pezzi, tra cui il via libera a 4 mila pensionamenti nella scuola, la cosiddetta "quota 96". Preso atto dello stop della Ragioneria Generale dello Stato (e del Commissario alla Spending Review), il Governo ha chiesto e ottenuto dal Senato la fiducia sul maxiemendamento interamente sostitutivo del DDL di conversione del D. L. 90/14. ( Clicca su http://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/DF/305604.pdf)

Le principali novità, che comporteranno il ritorno del testo alla Camera per un'ulteriore deliberazione sono: la riammissione dei professori universitari al trattenimento in servizio, l'eliminazione delle disposizioni di salvaguardia per i c.d. "quota 96" della scuola ed il passo indietro sulla modifica dei trattamenti pensionistici per le vittime del terrorismo.

L'iter politico-parlamentare

Il 1° agosto, è stato incardinato al Senato il DDL di conversione in legge del D. L. 90/2014 che aveva ottenuto la fiducia dalla Camera dei Deputati il giorno precedente. Dal momento che il termine per la conversione del decreto legge è fissato al 23 agosto e che si approssima la chiusura dei lavori per la pausa estiva, il provvedimento è stato immediatamente assegnato per l'esame alla Commissione Affari Costituzionali.

In quella sede, sono "giunti gli echi" di molteplici perplessità in merito alla sussistenza ed alla "qualità" delle coperture finanziarie individuate in relazione ad alcune delle misure inserite nel decreto o comunque modificate nel corso dell'esame alla Camera: perplessità avanzate:

1) qualitativamente, dal Commissario governativo alla spending review, relativamente all'utilizzazione dei risparmi conseguenti alla revisione di propria competenza ai fini di copertura di nuove ed ulteriori spese;

2) quantitativamente, dalla Ragioneria Generale dello Stato che – con specifico riferimento alla questione del personale della scuola – ha reso noto di ritenere sottostimati i costi delle misure elaborate al fine di ovviare all'errore tecnico che impedisce al personale della scuola che abbia maturato i requisiti per il pensionamento secondo la normativa previgente di accedere in concreto al pensionamento dato l'obbligo di cessazione dal servizio al termine dell'anno scolastico (data successiva al discrimine posto dalla Riforma Fornero), sottostimati, sia con riferimento al costo annuo per i 4.000 soggetti individuati dalla norma, sia in quanto dai dati INPS si evincerebbe che il personale interessato sia più numeroso.

Alla luce di quanto sopra, il Governo ha quindi ritenuto di "fare un passo indietro" e, nella giornata del 4 agosto, ha depositato in Commissione Affari Costituzionali degli emendamenti soppressivi delle norme più a rischio sui quali – nell'ambito di un maxiemendamento interamente sostitutivo del testo del D.L. da convertire – il 5 agosto ha chiesto ed ottenuto la fiducia al Senato

Gli emendamenti del Governo

Vediamo, di seguito, i contenuti delle modifiche apportate rispetto al testo varato dalla Camera, quali risultanti dagli originari emendamenti del Governo:

1.1000

Il Governo

Al comma 5, capoverso «11», sostituire il secondo, il terzo e il quarto periodo con i seguenti: «Le disposizioni del presente comma non si applicano al personale di magistratura, ai professori universitari e ai responsabili di struttura complessa del Servizio sanitario nazionale e si applicano, non prima del raggiungimento del sessantacinquesimo anno di età, ai dirigenti medici e del ruolo sanitario. Le medesime disposizioni del presente comma si applicano altresì ai soggetti che abbiano beneficiato dell'articolo 3, comma 57, della legge 24 dicembre 2003, n. 350, e successive modificazioni.»

In sintesi, rispetto al testo approvato dalla Camera dei Deputati, dalle nuove norme di limitazione dei trattenimenti in servizio che entreranno in vigore con la conversione in legge del D. L. 90/14 sono nuovamente esclusi – oltre ai Magistrati – anche i professori universitari ed i responsabili di struttura complessa del Servizio Sanitario Nazionale. Resta invece confermato – per i dirigenti medici e del ruolo sanitario - che le norme in questione si applicano non prima del compimento dei 65 anni di età

1.1001

Il Governo

Sopprimere i commi 6-bis, 6-ter e 6-quater.

Conseguentemente, al comma 6, sopprimere le seguenti parole: «Fermo restando quanto disposto dal comma 6-ter,».

Con questo emendamento, il Governo ha inteso espungere dal testo le disposizioni – anch'esse introdotte nel corso dell'esame alla Camera e fatte proprie dal Governo con l'apposizione della questione di fiducia – attraverso le quali veniva eliminata la riduzione dell'assegnopensionistico a carico di chi maturasse i requisiti assicurativi (42 anni e 1 mese gli uomini e 41 anni e 1 mese se donne, ambedue periodicamente adeguati alla speranza di vita) entro il 31/12/17. Si tratta, in sostanza, dei lavoratori, c.d. "precoci" che abbiano iniziato l'attività lavorativa in giovane o giovanissima età.

1-bis.1000

Il Governo

Sopprimere l'articolo.

Il Governo, alla luce delle perplessità manifestate dalla Ragioneria Generale dello Stato in ordine alla copertura finanziaria della norma, ha ritenuto di espungere dal testo la norma che avrebbe consentito – ad almeno 4.000 unità di personale della scuola - di accedere al pensionamento con la cosiddetta "Quota 96" (data dalla sommatoria di età ed anzianità assicurativa): accesso che era stato inibito a tali soggetti in quanto – pur avendo maturato i predetti requisiti entro il termine previsto, in deroga, dalla Riforma Fornero - erano tenuti, secondo l'ordinamento della scuola, a prolungare la permanenza in servizio sino al termine dell'anno scolastico in corso, così "sforando" il predetto termine calendariale previsto dalla riforma previdenziale.

Secondo le affermazioni del Governo, la norma non verrà eliminata definitivamente, e dovrebbe procedersi a breve all'individuazione di un'altra "sede normativa" nella quale far confluire la disposizione oggi espunta e, peraltro, far chiarezza sulle coperture.

25.1000

Il Governo

Sopprimere i commi 5-bis, 5-ter, 5-quater e 5-quinquies.

Questa eliminazione, fa venir meno alcune misure agevolative e migliorative in ordine ai trattamenti assistenziali e pensionistici (anche legati all'invalidità) concessi dalla Legge 206/2004 alle vittime del terrorismo e delle stragi.

Riflessioni

A questo punto, il testo è atteso ad un fulmineo, nuovo passaggio alla Camera che si attende senza ulteriori modifiche al fine di pervenire alla definitiva conversione in legge prima della pausa estiva dei lavori, posto che – in caso contrario, il decreto legge decadrebbe il prossimo 23 agosto.

Sintesi dei contenuti del provvedimento

Il provvedimento ha incassato il sì del Senato, con una sforbiciata rispetto al testo passato alla Camera. Sono saltate diverse misure, tutte sul fronte pensioni. Viene invece reintrodotta una norma eliminata a Montecitorio, per cui restano salve, se già in corso, le aspettative dei magistrati con incarichi nella pubblica amministrazione.

Abolito trattenimento in servizio

Dalla fine di ottobre nessun dipendente pubblico potrà restare a lavoro dopo avere raggiunto i requisiti pensionistici, mentre finora la carriera poteva protrarsi ancora per due anni. La regola vale anche per i magistrati, anche se con 'un'attenuante´: per loro lo stop scatterà solo a inizio 2016, al fine di garantire la funzionalità degli uffici giudiziari. Anche perché in magistratura gli anni extra concessi erano 5 (fino ai 75 anni).

Pensionamenti d'ufficio a 62 anni
Le pubbliche amministrazioni potranno mandare a riposto i loro dipendenti, motivando la scelta, a 62 anni, purché abbiano l'anzianità massima. Si tratta di uscite anticipate di 4 anni rispetto al limite dei 66 anni. La possibilità era già prevista, ma la ricetta viene modificata, così da facilitarne l'applicazione, includendo nella platea degli interessati anche in dirigenti. La soglia d'età non è però uguali per tutti, per i medici sale a 65 anni. Sono esclusi invece magistrati, professori universitari e primari.

Turnover, mille nuovi vigili del fuoco

Si passa dalle persone alle risorse, per cui le amministrazioni possono procedere ad assunzioni che non superino il 20% delle spese sostenute per quanti sono usciti nel 2014, la percentuale si alza al 40% nel 2015 per arrivare al 100% nel 2018. Le maglie per le entrate possono allargarsi negli enti territoriali che si mostrano «virtuosi». Delle accelerazioni sono previste per i vigili del fuoco, con la creazione di oltre mille nuovi posti, e per le forze di polizia, per cui è previsto uno scorrimento veloce delle graduatorie, in vista di Expo 2015.

Mobilità obbligatoria ma non per mamme
Un dipendente pubblico potrà essere trasferito da un ufficio all'altro, nel raggio di 50 chilometri, senza previe motivazioni. Ma tutto ciò non vale per i genitori con bambini sotto i 3 anni o tutelati dalla legge 104. I criteri generali per la definizione della mobilità saranno decisi, ed è una novità, insieme ai sindacati. Lo stesso vale per il demansionamento: al massimo si potrà scendere di un gradino.

Stop a incarichi una volta in pensione
Le modifiche introdotte nell'iter parlamentare hanno esteso la platea anche a società ed enti a controllo pubblico, ad eccezione dei componenti delle giunte degli enti territoriali e dei membri degli organi elettivi di ordini professionali. Nessun cedimento sul dimezzamento di permessi e distacchi sindacali.

Razionalizzazione Authority, rafforzate incompatibilità
Il dl fa ordine sul fronte Authority, resta in piedi l'ipotesi di accorpamento delle sedi, ma solo se non vengono rispettati i nuovi vincoli: il 70% del personale deve essere concentrato nel 'quartier generale´. Ma non è solo una questione di immobili, nel mirino ci sono anche le cariche: ecco che i dirigenti usciti da Banca d'Italia, Ivass e Consob nei due anni successivi non possono ricoprire ruoli nei soggetti regolati.

Riduzione diritti camerali: -50% ma in 3 anni
Il dimezzamento delle somme dovute dalle imprese alle camere di commercio ci sarà, anzi la prospettiva è l'abolizione, ma arriverà con gradualità, solo nel 2017, come richiesto da Unioncamere. Un emendamento ha infatti spalmato il taglio in tre tranche (per il 2015 -35%, per il 2016 -40%).

Agenda per la semplificazioni, moduli viaggiano on line
Il decreto lancia il vademecum per la sburocratizzazione e, nel dettaglio, prevede moduli, uguali a livello nazionale, per l'edilizia e l'avvio di attività produttive (Scia), da pubblicati sul portale www.impresainungiorno.gov.it.

Anac, poteri a Cantone
Viene allargato il campo d'azione del presidente dell'Autorità Anticorruzione, ruolo oggi ricoperto da Raffaele Cantone. La sua vigilanza sui contratti d'appalto a rischio coinvolgerà pure le concessionarie e potrà proporre commissariamenti anche nei casi in cui il procedimento penale non sia stato ancora aperto.

Magistrati, dietrofront dopo l'intervento della commissione

La commissione bilancio del Senato non solo ha condizionato il suo lasciapassare allo "stralcio" delle misure che allentavano la stretta sulle pensioni, ma ha anche fatto un'altra richiesta: fare salve le aspettative già in corso dei magistrati con incarichi nella P.a. In questo caso quindi si è recuperata una norma affossata durante l'iter alla Camera, per tornare al testo del decreto come uscito dal Consiglio dei ministri.

A Montecitorio era infatti stato approvato un emendamento che eliminava le possibilità di ricorso all'aspettativa per tutti, anche per le toghe che già l'avevano attivata.
Una sorta di effetto retroattivo, che non lasciava scampo: l'unica via d'uscita era il collocamento fuori ruolo, per cui però gli spazi non sono infiniti e anche la durata è stata circoscritta. Insomma, la misura limita la possibilità per un magistrato di coltivare una carriera parallela per il resto della vita, tanto più se la "tagliola" si applicava anche alle posizioni «in essere».

Per la commissione guidata da Antonio Azzollini però l'abolizione tout court dell'aspettativa avrebbe comportato degli «oneri» non coperti. Una tesi argomentata dal Servizio Bilancio di palazzo Madama, secondo cui c'era il rischio di contenziosi e conseguenti richieste del ristoro del danno per la perdita di guadagno.

Il decreto scade il 23 agosto

La corsa del dl P.A non è comunque ancora finita, questa mattina riprendono i lavori in commissione alla Camera, dove arriva per la terza lettura.
Molto probabile resta la fiducia, visto che il Parlamento dovrebbe chiudere per le pausa estiva questa settimana, mentre il decreto scade il 23 agosto.

Intanto si guarda avanti, anche perché secondo Madia «il cuore della riforma» sta nel ddl delega, in discussione al Senato a partire da settembre. Il cantiere della Pubblica Amministrazione rimane quindi aperto, anche in attesa del piano Cottarelli sulle partecipate.

(A cura di Fabio Fiori, responsabile dell'Ufficio studi dei InnCantiere Srl)



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