SALUTE e MEDICINA
Articolo

Imparare l’autoipnosi

26/09/12

L’autoipnosi è l’arte di dominare il proprio subconscio.

Come abbiamo visto in altri articoli, l’ipnosi è un fenomeno naturale che può essere indotto e sfruttato artificialmente. La pratica di indurre l’ipnosi da soli prende il nome di autoipnosi.

La strada dell’autoipnosi non è adatta a tutti e richiede una certa pratica. Se hai sperimentato il “sogno ad occhi aperti” sai che, quando si rimane incantati con lo sguardo perso nel nulla, la mente tende a vagare senza seguire un filo conduttore. I pensieri si sovrappongono e si accavallano, seguendo collegamenti spontanei e disordinati. Quando si torna in sé, è molto difficile ricordarne la sequenza e di solito si ricorda solo il pensiero durante il quale siamo tornati allo stato di vigilanza. L’autoipnosi ha lo scopo di creare uno stato mentale simile, seguendo però un percorso finalizzato ad un obiettivo. La prima fase consisterà in un rilassamento progressivo, mentre la seconda fase si occuperà di evocare l’obiettivo dell’autoipnosi. Poiché la mente, in stato di rilassamento, tende a distrarsi con facilità, il rischio è di cominciare con le migliori intenzioni e ritrovarsi a pensare a tutt’altro senza nemmeno accorgeresene.

Autoipnosi semplice (“meditazione”)

Una forma più semplice di autoipnosi, che può comunque essere molto efficace, anche se è meno articolata, è quella basata sul monoideismo. Si tratta di concentrarsi su un singolo pensiero, avente una forte valenza emotiva, possibilmente facile da visualizzare nel dettaglio. Ed esempio: te stesso che corri lungo una spiaggia respirando aria fresca, oppure te stesso mentre superi brillantemente un esame, eccetera. Utilizzando un termine familiare, si tratta di meditare sul tuo obiettivo. Per fare ciò non occorrono sistemi complicati o registrazioni audio (delle quali parlerò in un altro articolo); basta rilassarsi progressivamente, come spiegato nel capitolo precedente, e ripetere mentalmente la scena finché si vuole.

Un altro semplice metodo di autoipnosi

Il metodo consiste nell’imparare a memoria una specie di copione (in gergo uno script) da ripassare in stato di veglia e poi da “vivere” nello stato di autoipnosi. E’ un po’ come rivedere a mente il nostro film preferito. Questa tecnica richiede un vero e proprio studio e parecchia pratica. Il richiamo dello script avviene relamente in stato di autoipnosi quando le immagini fluiscono spontaneamente, senza apparente sforzo mnemonico. Ti sarà sicuramente successo di ricordare nel dormiveglia qualche sequenza di un film che ti ha particolarmente colpito: è esattamente quella sensazione.

Un semplice script si compone delle fasi standard dell’ipnosi:

- Induzione e approfondimento, sotto forma di rilassamento progressivo (fisico e mentale). Di solito si utilizza una espressione generica (“sei sempre più rilassato”), associata ad un conto alla rovescia in cinque o dieci punti. Ad esempio: “Dieci… Sei sempre più rilassato… Nove… Ancora più rilassato… Otto… Senti il rilassamento che aumenta sempre di più…” eccetera. Puoi anche utilizzare una delle sequenze di rilassamento corporeo progressivo o cromatico descritte nel capitolo precedente.

- Suggestioni. Si inizia evocando uno scenario gradevole, scelto a piacimento, purché coinvolgente dal punto di vista emotivo. Può trattarsi di un luogo realmente esistente o immaginario. Si crea quindi una semplice vicenda, ambientata nello scenario, che abbia per protagonista te stesso. Se l’autoipnosi ha uno scopo motivazionale, dovrai vedere te stesso in una situazione che rappresenta il conseguimento del tuo obiettivo. Ad esempio: se il tuo scopo è migliorare la performance nella corsa a ostacoli, dovrai vedere e “vivere” te stesso mentre ti alleni e migliori sempre di più, fino a correre in pista il giorno della gara, senza commettere errori e salendo infine sul podio. Dovrai riuscire a sentire i muscoli al lavoro, il sudore che gronda, l’impatto dei piedi sul terreno, l’accelerazione in partenza… insomma, ogni dettaglio dell’esperienza.

- Risveglio. Utilizzando un conteggio in avanti, di solito da 1 a 5, si induce una graduale ripresa di vigilanza. Ad esempio: “Uno… Cominci a riprendere consapevolezza… Due… Sempre più vigile…” eccetera.

Considerazioni finali sull’autoipnosi

L’autoipnosi richiede molto autocontrollo e, comunque, tende a essere meno efficace rispetto a quella professionale (di cui può però essere un valido complemento). Se scegli di intraprendere un percorso basato esclusivamente sull’autoipnosi, sarà necessario ricordarti di ripetere l’esperienza ogni tanto.
Se dovesse accadere che ti addormenti durante la pratica dell’autoipnosi, sappi che è normale, soprattutto in assenza di un percorso registrato.
Evita di mescolare più obiettivi nelle tue sessioni; anche nell’ipnosi professionale si lavora su una priorità alla volta.

A breve pubblicherò altri articoli con approfondimenti sull’autoipnosi e sulle tecniche per utilizzarla.

Intanto… buona autoipnosi a tutti!

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