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Isola delle femmine la storia siamo noi

14/03/08

Una ipotesi di proposta di lavoro.

Si può rilevare l’importanza democratica della discussione, ma dobbiamo poi ricordarci che alla fine deve esserci la capacità di prendere decisioni condivise. La battaglia comporta anche la comprensione e il rispetto delle ragioni e della forza degli altri. Andare semplicemente contro, si attiva la propria parte. Poi c’è un salto da compiere, e avviene nel momento in cui ci diamo carico anche dei sentimenti degli altri, riuscendo a presentarsi come una forza che, a prescindere da chi abbiamo di fronte, saremo in grado domani di essere la guida del paese. E’ importante non appiattirsi sul piccolo, breve litigio quotidiano ma pensare e progettare il futuro. La sfida a cui siamo chiamati è la dimensione del futuro, cioè la capacità di mettere in atto le necessarie strategie per assicurare un avvenire al nostro paese. Il futuro deve rientrare nella vita politica locale, ciò è possibile a precise condizioni: che ci siano idee sul che fare. Avere un piano, un’idea dominante, un qualcosa che risponda a domande profonde e diffuse dei Cittadini: domande che un’amministrazione deve far proprie con continuità, testar-daggine, senza farsi assorbire da grida o dall’ansia di dover tener assieme persone o gruppi che difendono il proprio potere e/o interesse. Si spera e si investe sul futuro se si può non solo sentire e credere con spirito fiducioso, ma se si vuole anche agire, capendo cosa fare, come farlo, con quali obiettivi e quali risorse. Riconoscere lo stato di degrado in cui si vive e il pericolo di una decadenza ormai prossima, esige una disposizione mentale incentrata sul che fare e non solo come sentirsi o credere. I cittadini riprendono coraggio solo se è data loro una prospettiva di lungo periodo, e viene detta loro l’intera verità. L’esigenza della verità (sapere effettivamente come stanno le cose) è ricorrente nella vita politica e morale di una comunità. Quando chi governa mente ai propri cittadini, questi sono privati della responsabilità di scegliere sulla base della cono-scenza di come stanno le cose re-almente, offendendo la loro dignità morale. Il dovere di essere morali nella vita pubblica è superiore agli accorgimenti politici e alle misure di successo. La politica ha bisogno di uomini diritti, nell’idealità realisti, nella pratica morali, sdegnosi dei compromessi, studiosi dei problemi della vita pubblica senza la pretesa di sapere tutto e di potere tutto. Chi vuole fiducia deve meritarsela, per farlo bisogna credere nella legalità e volerla. Vi è una parte viva del Paese, quella che non intende arrendersi a questo stato di cose e si pone il problema della “rinascita”. In Essa vi è la convinzione profonda che quasi sempre, le rinascite avvengono, quando una comunità avverte di aver toccato il punto più basso e non sopporta più un modo di vivere in cui, spesso per sua inclinazione e sempre per opera dei suoi governanti, è scivolato passo dopo passo verso il baratro. E’ difficile negare che la vita pubblica sia scesa molto in basso. Il processo di decadimento investe ormai i principi fondamentali della nostra vita civile, primo fra tutti la legalità. La nostra certezza è che la verità alla fine vince, perché non c’è nulla che possa sostituirla. Quando i cittadini sentono forte il bisogno di vivere liberi diventa forte anche il bisogno di verità.
Pino Ciampolillo
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