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Comunicato Stampa

Legge 104, ecco le patologie che danno diritto all'Invalidità

03/01/24 Nazionale

L’elenco delle malattie invalidanti che comportano il riconoscimento delle agevolazioni previste in favore delle persone affette da handicap grave.

FotoLa legge 104, nota anche come legge quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate, offre una serie di benefici a persone con disabilità o invalidità. L'iter per ottenere il riconoscimento di tali benefici può essere complesso, in particolare a causa degli accertamenti medici e clinici necessari, i cui esiti vengono valutati da una Commissione in cui partecipa anche un medico dell'INPS (Istituto Nazionale della Previdenza Sociale).

È importante conoscere le patologie che danno diritto ai benefici della legge 104 per evitare difficoltà durante la richiesta. Alcune delle patologie comunemente riconosciute includono:

Disabilità gravi e invalidità civili: Queste possono includere condizioni che limitano significativamente l'autonomia personale, come malattie invalidanti, gravi disabilità fisiche o psichiche.

Malattie croniche e degenerative: Condizioni come la sclerosi multipla, la fibromialgia, la malattia di Parkinson e altre malattie croniche possono rientrare nei criteri di riconoscimento.

Deficit sensoriali: Persone con deficit visivi o uditivi possono avere diritto a benefici previsti dalla legge 104.

Autismo: Il riconoscimento della legge 104 può essere esteso anche a persone con disturbi dello spettro autistico.

Malattie rare: Alcune malattie rare e genetiche possono rientrare nei criteri di riconoscimento.

È fondamentale consultare il testo della legge 104 e le linee guida dell'INPS per ottenere informazioni dettagliate sulle condizioni specifiche e i requisiti necessari per beneficiare dei diritti previsti dalla legge. Inoltre, è consigliabile consultare un medico o uno specialista per una valutazione accurata della situazione personale.

La legge 104 del 1992 è volta a tutelare i portatori di handicap grave. Ai sensi dell'articolo 3, comma 3, rientrano in questa categoria coloro che presentano una minorazione fisica, psichica o sensoriale, la quale comporta difficoltà nell'apprendimento, nelle relazioni o nell'integrazione lavorativa. Queste condizioni patologiche possono essere sia stabili che progressive, evolvendo nel tempo e accentuandosi ulteriormente.

La legge 104 definisce in maniera specifica la "persona handicappata" come colui che presenta una minorazione fisica, psichica o sensoriale, la quale può essere stabilizzata o progressiva.

Questa minorazione deve causare difficoltà nell'apprendimento, nelle relazioni o nell'integrazione lavorativa, generando un processo di svantaggio sociale o emarginazione. Una volta che questa condizione è riconosciuta attraverso appositi accertamenti medici, scaturiscono diritti, agevolazioni e benefici destinati al disabile e ai suoi familiari.

È essenziale sottolineare che non esiste un elenco esaustivo delle malattie che concedono il diritto alla legge 104. Questa normativa mira a colmare la situazione di svantaggio, sia fisico che psicologico, che coinvolge coloro che sono affetti da menomazioni o disabilità di varia natura. Queste condizioni, pur differendo nella loro manifestazione, condividono l'effetto negativo di pregiudicare l'inserimento sociale, lavorativo e relazionale del portatore di handicap.

Pertanto, la legge 104 si applica in modo flessibile, riconoscendo i diritti e le agevolazioni a chiunque si trovi in una situazione di svantaggio in conseguenza di menomazioni o disabilità.

Conformemente alle normative vigenti, l'accertamento effettuato dalla Commissione medica deve essere condotto mediante una "valutazione multidimensionale". Tale valutazione non si limita unicamente alla considerazione della patologia invalidante specifica, ma tiene conto di una serie di fattori aggiuntivi.

Tra questi, rientrano le difficoltà riscontrate nell'apprendimento, nelle relazioni interpersonali e nell'orientamento spazio-temporale. La valutazione comprende anche il livello complessivo di capacità di integrazione sociale e lavorativa, nonché la necessità di un'assistenza permanente e continua per il compimento delle attività quotidiane e nel contesto delle relazioni sociali.

Il parametro cruciale per la determinazione della gravità dell'handicap è rappresentato dalle percentuali stabilite in base al grado di invalidità accertato dai medici. A titolo esemplificativo, invalidità inferiori al 33% non conferiscono diritto a benefici, salvo rare eccezioni; dal 46%, si accede alle liste del collocamento lavorativo mirato; con almeno il 66%, si ottiene l'esenzione dal pagamento del ticket, mentre dal 74% in su si può beneficiare dell'assegno di invalidità. Con il 100%, si acquisisce il diritto alla pensione e, eventualmente, all'indennità di accompagnamento.

Le patologie invalidanti che, se accertate, danno diritto ai benefici previsti dalla legge 104, sono individuate da un decreto ministeriale [1] come quelle che, alternativamente o congiuntamente:


  • provocano una riduzione della capacità lavorativa superiore al 75% e in alcuni casi anche di grado inferiore;

  • determinano un’invalidità permanente, anche se non totale (quindi inferiore al 100%);

  • comportano o cagionano una menomazione che, a seconda dei casi, può essere permanente o progressiva.



Tra queste patologie, che possono costituire handicap grave ai sensi della legge 104, se superano un determinato grado di invalidità stabilito dai medici accertatori, rientrano le seguenti:


  • malattie dell’apparato cardiocircolatorio, come coronaropatie, miocardiopatie, cardiopatie congenite o ischemiche, insufficienze cardiache, aneurisma aortico, arteriopatia ostruttiva;

  • malattie dell’apparato locomotore, come paralisi cerebrali infantili, distrofie muscolari, malattie reumatiche, artriti, artrosi, amputazioni di arti;

  • malattie dell’apparato visivo, come cecità, ipovedenza, ipovisione grave;

  • malattie dell’apparato uditivo, come sordità, ipoacusia, ipoacusia sensoriale-neurale;

  • malattie dell’apparato respiratorio, come insufficienza respiratoria cronica, asma bronchiale, fibrosi cistica, broncopolmoniti ostruttive;

  • malattie dell’apparato digerente, come infiammazioni croniche intestinali, celiachia, cirrosi epatica, sindrome da malassorbimento;

  • malattie dell’apparato endocrino, come diabete mellito con complicanze, acromegalia, sindrome di Cushing, insufficienza cortico-surrenale;

  • malattie dell’apparato urinario, come l’insufficienza renale cronica o terminale e il trapianto di reni complicato;

  • malattie oncologiche, come le neoplasie e i vari tipi di tumore;

  • malattie del sistema nervoso, come le paralisi cerebrali, la sclerosi multipla, le malattie neuromuscolari o neurodegenerative, il morbo di Alzheimer o di Parkinson, l’epilessia;




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