SALUTE e MEDICINA
Comunicato Stampa

Magia in corsia: Storie di vita di un prestigiatore

Non siamo noi che diamo coraggio, sono loro che lo danno a noi

FotoIeri al Regina Margherita è stata una giornata speciale.
Intorno a me sentivo un'energia speciale.
Sarà che da poco è mancata una persona speciale della mia vita, ma ieri, mai come altre volte, ho provato qualche cosa di diverso. Ho giocato diversamente con genitori e bambini, li ho visti ridere, li ho visti farsi coraggio, li ho visti spensierati, anche se e solo per 15 minuti, ma ho appurato ancora una volta, come la magia, al fianco del sorriso, dello stupore e della meraviglia, possa cambiare le cose, le premesse.
A volte pensiamo di entrare in corsia a fare del bene; si certo che facciamo del bene, ma l'energia che riceviamo dai genitori e dai loro figli è unica.
Comprendi il significato del coraggio, della paura che si trasforma in forza e ad ogni stanza, essere accolti con il sorriso di un bimbo o di un ragazzo non è un premio per quel che facciamo, ma un dono che riceviamo, perché quando usciremo dall'Ospedale, quel sorriso, quel coraggio, quella forza, abbiamo il dovere di distribuirla ad ogni angolo del nostro vivere quotidiano.
Ieri sono rimasto particolarmente colpito da Victor, un'adolescente operato alla testa, con dei chiari problemi deambulatori, incapace di parlare.
Entro con la musica, lo "Schiaccia noci! , faccio tutto a ritmo di musica, produco foulard colorati, li trasformo in bandiere e poi in mantello, lo uso come lenzuolo sul so corpo e lui ride, ride, ride, felice. Sempre a ritmo di musica produco monete, le moltiplico sotto i suoi occhi, prendo le sue mani e le faccio sparire dentro di esse con un suo soffio una ad una, lui mi segue più serio, affascinato e quando sparisce l'ultima scoppia in una risata esplosivamente soffocata. Devo andare via, ma non prima di aver cercato il file della Macchina da scrivere di Jerry Lewis.
Mi avvicino al suo braccio e inizio a diteggiarci sopra a ritmo della musica. La sua risata, le lacrime di gioia della mamma che non finiva di ringraziarmi non sono state il mio premio, ma un monito:
Ridere, amare, accarezzare, sorridere, stupirsi, meravigliarsi, trasmettere calore umano, abbracciare, donarsi, queste sono le cose importanti della vita. Tutto il resto non conta veramente nulla. Grazie ragazzi, perché nella vostra lotta contro la morte, lasciate un filo di speranza ed insegnante a tutti noi il vero valore della vita.



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