Malattie da Sovraccarico Biomeccanico: un approccio efficace per la valutazione e la prevenzione
Le malattie da sovraccarico biomeccanico rappresentano un crescente problema occupazionale legato principalmente a specifiche attività lavorative. Le norme e enfatizzano l'importanza di una valutazione del rischio accurata e di strategie preventive efficaci nei luoghi di lavoro. Un approccio alla gestione
Le malattie da sovraccarico biomeccanico sono una categoria di patologie che incidono in modo significativo sulle strutture osteomuscolo-tendinee.
Rappresentano un crescente problema occupazionale legato principalmente a specifiche attività lavorative, come quelle in cui è richiesto un uso costante e prolungato di particolari gruppi muscolari o segmenti del corpo, portando a uno stress cronico delle strutture coinvolte. I fattori di rischio principali includono la ripetitività dei movimenti, l'uso di forza intensa, posture non ergonomiche, periodi di recupero inadeguati e l'uso di strumenti vibranti.
Il sollevamento manuale di carichi, il trasporto e le attività di trainno e spinta, ad esempio, sono alcune delle condizioni principali che contribuiscono all'insorgenza di malattie del rachide, specialmente in ambienti lavorativi dove i lavoratori devonno sollevare, abbassare, spostare o trasportare carichi pesanti in maniera frequente.
Anche l'esecuzione di compiti ripetitivi, che spesso si verifica nelle linee di produzione o nell'assemblaggio, può portare a un sovraccarico dei tessuti muscolo-tendinei a causa della ripetizione incessante degli stessi movimenti. Questa ripetitività, soprattutto quando combinata con l'impegno di forza elevato, accelera l'usura dei tessuti e può portare a condizioni dolorose e debilitanti.
Infine, l'assunzione di posture incongrue è un altro fattore chiave che influisce sulla prevalenza delle malattie da sovraccarico biomeccanico. Queste posture, che possono includere piegamenti prolungati, torsioni del tronco o estensioni forzate degli arti, producono un carico eccessivo su specifiche parti del corpo, portando a un'usura prematura e a lesioni dei tessuti.
L'insieme di queste condizioni lavorative crea un ambiente ad alto rischio per lo sviluppo di malattie da sovraccarico biomeccanico, per le quali le norme e enfatizzano l'importanza di una valutazione del rischio accurata e di strategie preventive efficaci nei luoghi di lavoro.
Infatti, la chiave per affrontare efficacemente queste condizioni risiede nella valutazione accurata del rischio, che deve focalizzarsi sull'analisi dettagliata delle modalità di svolgimento del lavoro e sulla individuazione dei principali fattori di rischio.
In questo contesto, emergono vari protocolli e procedure per la valutazione del rischio, ognuno con metodologie diverse per quantificare il contributo dei singoli fattori. Accanto a semplici checklist per un'analisi rapida delle postazioni di lavoro, esistono protocolli più complessi che permettono di calcolare un indice di esposizione integrando informazioni di natura organizzativa con dati biomeccanici specifici.
Le norme tecniche della serie ISO 11228, specificatamente menzionate nell'Allegato XXXIII del D.Lgs. 81/2008, forniscono metodi di analisi validati e riconosciuti. Ad esempio, il metodo NIOSH (ISO 11228 Parte 1) si focalizza sul rischio nelle attività di sollevamento dei carichi, mentre il metodo Snook e Ciriello (ISO 11228 Parte 2) è rivolto alla valutazione del rischio nelle attività di traino e spinta. Infine, il metodo OCRA (ISO 11228 Parte 3) si applica a compiti che comportano movimenti ripetuti degli arti superiori.
L'adozione di questi metodi consente non solo una valutazione accurata dei rischi ma anche l'implementazione di misure preventive efficaci, contribuendo così a ridurre l'incidenza di malattie professionali legate al sovraccarico biomeccanico.
In un contesto lavorativo in cui il rischio da sovraccarico biomeccanico è una sfida costante, la formazione specializzata diventa un elemento chiave.
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