SALUTE e MEDICINA
Comunicato Stampa

Medici di famiglia e gestione dei pazienti oncologici

03/02/14

Formazione, informazione e gestione integrata con l’ospedale. Questo richiedono i medici di famiglia per supportare la gestione dei pazienti oncologici, secondo l’indagine CGM HEALTH MONITOR di CompuGroup Medical Italia in collaborazione con il Sole24Ore Sanità.

I medici delle cure primarie alle prese con il pianeta oncologia, fotografati dalla survey online realizzata da CompuGroup Medical Italia con il programma CGM Health Monitor in collaborazione con Il Sole-24Ore Sanità, denunciano un enorme gap formativo nella gestione dei pazienti oncologici (il 54%), disertano i corsi Ecm (il 62%), lamentano una drammatica scarsità di informazioni (adeguate solo per il 10%) sui nuovi farmaci anti-cancro e una ancora limitata integrazione (per il 67%) tra ospedale e territorio.
I 1104 medici delle cure primarie (902 MMG e 202 PdF) che hanno espresso la loro opinione nel periodo 12-17 dicembre 2013, rispondendo a 13 differenti domande volte a chiarire il loro rapporto con le strutture ospedaliere che hanno in carico il paziente oncologico, evidenziano come siano disponibili a fare squadra con gli specialisti, quando dichiarano la potenziale utilità (per il 90%) di sezioni dedicate nei siti delle istituzioni specialistiche di riferimento e di point of care diagnostici multifunzione (75%) al domicilio del paziente critico. Nel complesso, rivelano possibili margini di miglioramento nelle loro doti comunicative e solo la metà (il 54%, per la precisione), dichiara di aver modificato il proprio approccio assistenziale in seguito al cronicizzarsi dell'oncologia.

Il tema di questa indagine è quanto mai attuale, dal momento che lo stesso Piano oncologico prevede la definizione del "percorso del malato oncologico nel Ssn", definendo quelle che devono essere le integrazioni tra le varie figure professionali coinvolte, assegnando al Mmg un ruolo di primo piano. La stessa Aiom, Associazione degli oncologi italiani, un anno fa lanciava l'appello per creare un modello di condivisione del follow-up del paziente, basato anche sulla collaborazione con i medici di famiglia.

Formazione e comunicazione sono le due parole chiave che emergono dall'indagine, anche se con percentuali diverse per area geografica. La realtà dell'Italia che cura l'"emergenza cronica" cancro sembra ben diversa però, se appena il 38% dei medici intervistati dice di aver frequentato un corso Ecm sull'oncologia negli ultimi 12 mesi. Non manca però la fiducia nelle proprie capacità professionali, dal momento che in caso di sospetto diagnostico la stragrande maggioranza dei Medici delle cure primarie si reputa in grado di comunicare efficacemente con il suo assistito e di saperlo indirizzare verso il più corretto percorso diagnostico-terapeutico.

Il dettaglio di tutte le risposte all’indagine è consultabile sul sito del progetto CGM-Health Monitor, all’indirizzo www.cgm-healthmonitor.it, sul sito corporate di CGM www.cgm.com/it e su quello del Sole 24 Ore Sanità.



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