SALUTE e MEDICINA
Comunicato Stampa

Nutraceutici nelle patologie tiroidee

La tiroide è una ghiandola endocrina situata alla base del collo che produce tre ormoni importanti per l’organismo: la triiodotironina (T3), la tiroxina (T4) e la calcitonina. Dai primi due ormoni dipende il metabolismo basale, ovvero l’energia minima necessaria all’organismo per svolgere le sue funzioni vitali; la calcitonina, invece, regola la concentrazione di calcio nel sangue (1).

FotoCirca 200.000 milioni di persone nel mondo soffrono di patologie legate alla tiroide (2).

Le malattie tiroidee derivano da disfunzioni della ghiandola tiroide, una ghiandola endocrina posta alla base del collo che produce l’ormone tiroideo, sotto forma di tirosina (T4) e triiodiotironina (T3). La T3 è la forma attiva dell'ormone e costituisce il 20 per cento del prodotto totale della tiroide. L’80 per cento viene mantenuto nella forma T4, pronto ad essere convertito in T3 secondo le necessità dell’organismo. L’ormone tiroideo regola numerose funzioni del metabolismo, tra cui lo sviluppo del sistema nervoso centrale e l'accrescimento corporeo. La produzione di una adeguata quantità di ormoni tiroidei è quindi indispensabile al normale accrescimento corporeo e allo sviluppo e alla maturazione dei vari apparati (3).

La tiroide è soggetta a uno stretto controllo ormonale, da parte dell’ipofisi, mediante l’ormone tireotropo (TSH): quando si abbassano i livelli di ormone tiroideo, il TSH induce la tiroide a liberarne maggior quantità. Quando invece l'ormone tiroideo in circolazione è troppo, l'ipofisi ‘mette a riposo’ la ghiandola tiroidea.

La corretta funzione della ghiandola tiroidea è garantita da un adeguato apporto nutrizionale di iodio. Lo iodio, sotto forma di ioduro, viene assorbito dalla tiroide e combinato chimicamente con l’aminoacido tirosina per sintetizzare l’ormone tiroideo. Lo iodio è presente nel corpo umano in quantità di 15-20 mg, e l’apporto giornaliero necessario è stimato in 150 ug/giorno. Tuttavia, la presenza di questo elemento negli alimenti e nelle acque è molto variabile e spesso troppo scarsa rispetto ai fabbisogni umani.

La carenza di iodio, uno dei più gravi problemi di salute pubblica secondo stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, si traduce in diverse patologie, più o meno gravi a seconda dell’età e del sesso, come l’iper o l’ipoproduzione di ormone tiroideo da parte della ghiandola. Una carenza di ormone tiroideo durante la vita fetale e neo natale può avere effetti diversi fino all’arresto irreversibile della maturazione dell’encefalo con gravi conseguenze sullo sviluppo intellettivo configurando ritardo mentale, sordomutismo e paralisi spastica. Nelle sue forme più gravi, la carenza iodica può portare a cretinismo, una condizione raramente riscontrata in Europa, ma rimangono tuttavia presenti aree con carenza iodica moderata che comporta deficit cognitivi e neuropsicologici minori.

Il fabbisogno di iodio è quindi particolarmente elevato per le donne in gravidanza e per i bambini. Secondo le stime attuali, un neonato su 3mila nasce con una forma di malattia tiroidea. In età adulta, le donne sono molto più soggette alle malattie tiroidee rispetto agli uomini: una donna ha il 20 per cento di possibilità di sviluppare problemi alla tiroide nel corso della sua vita.

GOZZO
Ogni aumento di volume della ghiandola tiroidea si definisce gozzo. Il gozzo può presentarsi sia in caso di ipertiroidismo che di ipotiroidismo. Può essere costituito da una singola area della tiroide (nodulo o gozzo uninodulare), da più aree (gozzo multinodulare) o da un aumento diffuso di tutta la ghiandola. La funzione della ghiandola può essere normale (gozzo eutiroideo) o alterata (gozzo iperfunzionante o ipofunzionante).

Il gozzo è il più diffuso disordine da carenza iodica nel mondo. In Italia, è una condizione endemica che interessa circa 6 milioni di persone (soprattutto donne), a causa di un insufficiente apporto alimentare di iodio, persistente in molte zone del Paese.

Il gozzo corrisponde a un ingrossamento variabile della tiroide, visibile dall’esterno come una tumefazione nella zona anteriore del collo. Quando è determinato da un ingrossamento omogeneo della ghiandola, viene definito “semplice”, mentre quando la tiroide si ingrossa in modo irregolare con formazione di noduli si parla gozzo “nodulare”. Quest’ultimo può essere “uninodulare” (se è presente un solo nodulo) oppure “multinodulare” (in presenza di più noduli).

Segni e sintomi del gozzo:

• Tumefazione al collo
• Disturbi da compressione su trachea, laringe ed esofago (senso di oppressione alla gola, tosse, raucedine, difficoltà di deglutizione ecc.)
• A seconda dei casi, ipotiroidismo o ipertiroidismo oppure normale funzionamento della tiroide (gozzo eutiroideo)

IPERTIROIDISMO
Si manifesta quando la ghiandola tiroidea funziona in eccesso rilasciando troppo ormone nell’organismo ed è la patologia endocrina maggiormente frequente dopo il diabete mellito. L’ipertiroidismo può essere causato da numerosi fattori, come il morbo di Basedow, da una inappropriata secrezione di TSH o da una secrezione tumorale di fattori TSH simili, da altre forme tumorali, come quelli ovarici o dalla metastasi di tumori tiroidei differenziati, da un gozzo o da un nodulo iperfunzionante, da una assunzione eccessiva di ormone tiroideo.

Segni e sintomi dell’ipertiroidismo:

• Accelerazione del battito cardiaco (tachicardia, palpitazioni)
• Aumento della pressione arteriosa
• Nervosismo, irritabilità, ansia, insonnia
• Intolleranza al caldo, cute calda e arrossata, aumento della sudorazione
• Perdita di peso non giustificata
• Aumento del transito intestinale/diarrea
• Gonfiori alle gambe
• Esoftalmo (occhi sporgenti)
• Irregolarità mestruali o amenorrea nelle donne

IPOTIROIDISMO
Si sviluppa quando gli ormoni tiroidei sono insufficienti. In genere questo avviene quando si è sottoposti a radiazioni (radio-iodio), o in seguito a malattie metaboliche da accumulo, o in presenza di una carenza o eccesso di iodio o in seguito a lesioni dell’ipotalamo. Si tratta di una malattia la cui reale incidenza è difficilmente valutabile, variamente influenzata da fattori genetici ed ambientali, tra i quali la carenza di iodio. È una condizione legata a un ridotto funzionamento della tiroide, che non riesce a produrre quantità di ormoni sufficienti a supportare le richieste dell’organismo. Può manifestarsi in ogni momento della vita, con maggior frequenza tra le donne e tra gli anziani. Raramente, può essere presente già nel neonato, se la mamma non aveva assunto abbastanza iodio in gravidanza o presentava anticorpi anti-tiroide oppure a causa di un malfunzionamento della tiroide del neonato: in questi casi si parla di “ipotoroidismo congenito”.

Le cause più frequenti di ipotiroidismo dell’adulto sono: carenza iodica; tiroiditi autoimmuni nelle quali il sistema immunitario aggredisce la ghiandola tiroidea (in particolare, la tiroidite di Hashimoto); asportazione chirurgica della tiroide (necessaria per trattare gravi forme di ipertiroidismo o tumori della tiroide); terapia con iodio radioattivo (I-131) utilizzata in caso di morbo di Graves-Basedow o altre forme di ipertiroidismo che non rispondono alla terapia farmacologica; assunzione di farmaci o sostanze che alterano la funzionalità della tiroide (per esempio, amiodarone, litio, interferone-α, iodio in eccesso ecc.).

TUMORI
Lo sviluppo di noduli tiroidei è solitamente un fenomeno di natura benigna (solo lo 0,3 per cento dei noduli è una neoplasia maligna). In caso di noduli maligni, i carcinomi più comuni sono gli adenocarcinomi papillari o papillari-follicolari (misti) che rappresentano circa il 60 per cento dei tumori maligni della tiroide. La prognosi è eccezionalmente buona, con oltre il 90 per cento di probabilità di guarigione. Il cancro tiroideo è più diffuso tra le donne rispetto agli uomini, con un rapporto di 3,2:1 e la sua incidenza aumenta con l'età. Tra le cause, è di riconosciuta importanza l’esposizione a radiazioni ionizzanti alla regione del collo. Il cancro alla tiroide ha avuto un'incidenza moltiplicata da 10 a 100 volte come conseguenza del disastro nucleare di Chernobyl, nelle zone interessate da un aumento significativo della radioattività.

Segni e sintomi dei noduli tiroidei/tumore della tiroide:

• Comparsa di una massa non dolente a livello del collo
• Disturbi da compressione su trachea, laringe ed esofago (raucedine, tosse, difficoltà respiratorie o di deglutizione ecc.)
• Linfonodi del collo ingrossati
• Ipertiroidismo, in caso di “noduli caldi” che producono ormoni tiroidei

ALTRE MALATTIE TIROIDEE
Poco si sa della tiroidite di Hashimoto e delle altre malattie autoimmuni: in base ad analisi autoptiche colpisce dal 5 al 15 per cento della popolazione femminile e dall'1 al 5 per cento della popolazione maschile, aumentando di frequenza, in particolare nelle donne, col progredire dell'età. Un'altra forma di malattia al femminile è la tiroidite post-partum. Si presenta nel 5-9 per cento delle donne subito dopo aver partorito ed è di solito una condizione transitoria.

Un gruppo di clinici italiani, americani e danesi si è preso la briga di raccogliere le evidenze presenti in letteratura sui principali integratori (carnitina, inositolo, melatonina, resveratrolo, selenio) indicati in ambito tiroideo per fornire un quadro aggiornato della situazione, pubblicato di recente su Nutrients (4). Di seguito un elenco riepilogativo con i commenti finali degli autori:

Carnitina
Le prove attualmente disponibili sostengono l'utilità della L-carnitina nei pazienti ipertiroidei e un suo ruolo nel migliorare una serie di sintomi, inclusa l'aritmia cardiaca. Vi sono in letteratura casi clinici in cui vengono riportati miglioramenti con la L-carnitina del quadro clinico in caso di tempesta tiroidea. Tuttavia, non sono stati segnalati cambiamenti nei test di funzionalità tiroidea. Un'indicazione pratica per l'uso della L-carnitina (2g/die) è nel controllo della sintomatologia dell'ipertiroidismo quando i pazienti devono assumere basse dosi di farmaci antitiroidei. Attualmente è disponibile solo uno studio coreano per l'ipotiroidismo che non consente conclusioni utili.

Inositoli
In un solo studio il Myo-inositolo (Mi), in monosomministrazione (2g/bid) o con la melatonina (2g/die più 3g/die di melatonina) è stato somministrato a due gruppi di donne eutiroidee in postmenopausa, con valutazione sierica di Ft4 e Tsh. Mi da solo ha causato un aumento di quasi il 3,5% di Ft4 e una riduzione del 10% di Tsh. Risultati opposti per la combinazione con melatonina: -3,5% per Ft4 e quasi +10% per Tsh. Pochi studi sono stati condotti con la combinazione di Mi più selenio o carnitina. La prima è stata utilizzata in pazienti con ipotiroidismo subclinico correlato a tiroidite di Hashimoto, dimostrando la capacità di ridurre sia gli autoanticorpi sierici tiroidei che il Tsh. La combinazione con carnitina è stata studiata in pazienti con ipotiroidismo subclinico, non arrivando a conclusioni significative.

Melatonina
C'è molto interesse intorno al tema della correlazione tra melatonina e autoimmunità e su quale ruolo possa giocare in tale ambito la tiroide. Si ritiene che la melatonina possa avere un ruolo paracrino e che nella patologia tiroidea, in una condizione di stress ossidativo, sia in grado di ridurre i processi coinvolti nell'autoimmunità. Tuttavia, non ci sono studi controllati o dati precisi per dimostrare in modo conclusivo che la melatonina sia effettivamente utile nella malattia tiroidea.

Resveratrolo
Non ci sono risposte semplicemente per mancanza di studi

Selenio
Benefici sono stati dimostrati per le forme lievi di oftalmopatia di Graves. I vantaggi per il decorso clinico della malattia di Graves sono, invece, controversi. Nella tiroidite di Hashimoto è stato mostrato un beneficio più sugli autoanticorpi sierici tiroidei che sulla funzione della ghiandola. Esiste solo uno studio che riporta vantaggi ottenuti con la supplementazione di selenio in caso di tiroidite post-partum, sia in termini di autoanticorpi tiroidei sierici che di disfunzione tiroidea. Per le combinazioni di selenio con myo-inositolo si rimanda a quanto detto sopra.

Il ruolo del selenio nella tiroidite cronica autoimmune (tiroidite di Hashimoto, comune causa di ipotiroidismo) è quello di ridurre la quantità di auto-anticorpi, i responsabili di tale patologia, e quindi di supportare la funzione tiroidea. Nel quadro di morbo di Basedow (comune causa di ipertiroidismo) una supplementazione di selenio può ridurre gli autoanticorpi, supportare la risposta ai farmaci anti-tiroidei e migliorare i disturbi oculari, se presenti (5).

Il commento
“Come clinici, vediamo spesso pazienti che assumono ogni sorta di integratori con la speranza di migliorare le loro condizioni di salute o semplicemente per mantenersi in uno stato di benessere” sottolineano gli autori. “Molta attenzione ruota intorno alla tiroide, spesso additata come responsabile di una sintomatologia molto variegata. Ci sono verità e falsi miti che abbiamo così cercato di chiarire, concentrandoci sui nutraceutici più comuni e popolari. Oltre il 30% dei nostri pazienti usa integratori ed è necessario essere informati. Bisogna discutere con loro dei benefici reali e dei rischi potenziali. È necessario familiarizzare con i principali integratori utilizzati, conoscere le prove scientifiche disponibili e comprendere i possibili effetti collaterali al fine di consigliare correttamente i pazienti. Nel nostro lavoro, abbiamo riportato il potenziale beneficio dei nutraceutici in ambito tiroideo sulla base della letteratura a oggi disponibile. Vale, tuttavia, la pena di notare che sono stati condotti pochissimi studi clinici randomizzati e, in generale, tutti gli studi mancano di un’ampiezza adeguata del campione. Solo per il selenio sono in corso due trial randomizzati, con un campione adeguatamente robusto. Studi simili andrebbero programmati anche per i nutraceutici più rilevanti per quanto riguarda una possibile influenza sulla tiroide, al fine di fornire una guida adeguata sia ai pazienti che ai medici”.

Il problema più grande con gli integratori, però, è che, secondo i dati riportati dagli autori molti di essi non contengono effettivamente ciò che afferma l'etichetta: circa il 70% dei prodotti sul mercato o non ha ingredienti che corrispondono a quanto indicato o contengono contaminanti di qualche tipo, con presenza illegale di ormoni tiroidei che espone potenzialmente i pazienti al rischio di sviluppare tireotossicosi iatrogena. Per questo è importante affidarsi a specialisti seri che operano nel settore.

POCHI SANNO, PER ESEMPIO, CHE I FUNGHI CURATIVI, REISHI, AGARICUS E SHIITAKE POSSONO RIEQUILIBRARE LA FUNZIONE TIROIDEA.
La causa principale delle disfunzione della tiroide, viene dal sistema immunitario, che si è ammalato. E dietro alla disfunzione del sistema immunitario, c’è quasi sempre un problema intestinale, come ad esempio stitichezza colite mancanza di fermenti lattici. Shiitake “mette a posto” l’intestino, Agaricus e Reishi ”mettono a posto” il Sistema immunitario che non attacca più la tiroide. La tiroide viene aiutata nella ripresa da Agaricus e Reishi, ma si riprende anche perché non è più colpita dagli auto-anticorpi che non vengono più prodotti. Finalmente lasciata in pace ricomincia a funzionare.

I farmaci si possono benissimo associare i funghi curativi (7).
I funghi curativi possono benissimo essere associati ai farmaci, perché l’azione di Agaricus, Reishi e Shiitake non interferisce minimamente con i farmaci. Spesso gradualmente il medico assiste ad un dolce e progressivo miglioramento, che può favorire la diminuzione dei farmaci chimici in piena sicurezza. Ho visto diverse volte che questi passaggi nell’arco di tre o sei mesi portano verso la diminuzione dei farmaci chimici convenzionali, e possono portare anche la sospensione, naturalmente in relazione alle condizioni della tiroide e della salute generale. Tutti questi passaggi sono possibili, ma vanno fatti con serietà e tranquillità, d’intesa all’interno del rapporto medico-paziente. Oggi alcuni medici si interessano a questo nuovo approccio con i funghi curativi (dr Walter Ardigò).

FONTI e BIBLIOGRAFIA:
1. Glenn D. Braunstein, 2022. Revue générale de la fonction thyroïdienne. Cedars-Sinai Medical Center.
2. S. Rajoria et al., 2010. Metastatic phenotype is regulated by estrogen in thyroid cells. Thyroid Off. J. Am. Thyroid Assoc. Volume 20, n°1, pages 33 41.
3. https://www.epicentro.iss.it/tiroide/
4. https://www.mdpi.com/2072-6643/11/9/2214
5. Selon l’Anses, Avis sur la présence de levure de riz rouge dans les compléments alimentaires
6. Gorini F, Sabatino L, Pingitore A, Vassalle C. Selenium: An Element of Life Essential for Thyroid Function. Molecules. 2021 Nov 23;26(23):7084. doi: 10.3390/molecules26237084. PMID: 34885664; PMCID: PMC8658851.
7. https://dottorardigo.it/tiroidite-nuovissima-cura-per-risanare-la-tiroide-reishi-agaricus-e-shiitake/



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