Pesca in Sicilia: un patrimonio da valorizzare

La Sicilia vanta un alto numero di specie di pesci, eppure la maggior parte non viene valorizzata. È necessario mettere in pratica politiche per lo sviluppo del settore.

La Sicilia è la prima regione in Italia per capacità ed attività nella pesca. Ogni anno infatti realizza circa un quarto delle catture realizzate a livello nazionale ed un terzo dei ricavi complessivi del comparto. Dispone della flotta peschereccia più ampia, in termini di unità e tonnellaggio. Il vasto panorama di pescherecci, aziende di acquacoltura, lavorazione e trasformazione, di distributori e grossisti, compongono l’ampia filiera produttiva e distributiva del pesce e dei frutta che essa offre.
Anche se i mari che bagnano la Sicilia posseggono un ricco patrimonio composto da pesci e crostacei, l’economia non riesce a beneficiarne nel giusto modo. Il numero di specie considerate di valore sono circa 60, in realtà solamente una ventina di queste si trovano sui banchi di pescherie e supermercati. Tutte quelle specie che vivono in abbondanza nei mari siciliani e non sfruttate sono considerate “eccedentarie”, e tra queste rientra il pesce azzurro, apprezzato per il sapore e ricco di principi nutrienti che fanno bene alla salute.
Occorre pertanto mettere in pratica tutte quelle azioni ritenute necessarie per mettere in luce i frutti che il mare di Sicilia ci offre, in un’ottica di sviluppo della domanda e innalzamento del rapporto qualità-prezzo. Molte politiche sono già in attivo, anche in chiave di sostenibilità. Il 17 maggio a Mazara del Vallo alla Galleria Sicilia del Palazzo dei Carmelitani verrà presentato il Rapporto 2011 sulla Pesca e sull’Acquacoltura in Sicilia, con l’obiettivo di proporre una nuova strategia comune per una pesca razionale ed ecosostenibile, basata su responsabilità e salvaguardia delle risorse.

http://www.sicilianfishonthenet.com/il-pesce-siciliano/