SALUTE e MEDICINA
Comunicato Stampa

Roma: i volontari e i malati di fegato chiedono assistenza di qualità

I volontari della Federazione Liver-Pool Onlus lanciano, in occasione della 44^ Riunione annuale dell'Associazione italiana per lo studio del fegato (l’Aisf), una proposta originale per migliorare l’assistenza dei pazienti affetti da epatite cronica, cirrosi, epatocarcinoma e con necessità di trapianto di fegato

Nell’Aula magna dell’Università La Sapienza - di fronte alla comunità medica e scientifica raccolta a congresso dall’Aisf - la Liver-Pool presenta il libro “La salute del tuo fegato” (SugarCo Edizioni, Milano) e chiede una riorganizzazione e una certificazione per le cure epatologiche da erogare in strutture ad hoc: le “Liver-unit”, cioè, così come accade in molti paesi europei o negli Stati uniti.
“La salute del tuo fegato. Prevenire e curare steatosi, epatite e cirrosi" è il libro voluto dai volontari delle associazioni federate nella Liver-Pool. Contiene decine d’interviste ai big dell’epatologia, ai trapiantati di fegato, ai malati e ai volontari: testimonianze raccolte per raccontare a tutti quanto si sta facendo in Italia per queste malattie e dove si può migliorare.
“Liver-unit”, o Unità di epatologia, strutture che devono qualificarsi su tutto il territorio nazionale, per mettere, finalmente e realmente, il malato al “centro” delle strategie di cura. «In particolare» annuncia Salvatore Ricca Rosellini, presidente della Federazione «il progetto ha intenzione di stimolare tutti sulla necessità di affrontare le malattie del fegato in un’ottica unitaria, caratterizzando e qualificando le strutture che, negli ospedali e nel territorio, sono votate alla cura dei pazienti affetti da malattie del fegato. Ospedali di qualità e cure accreditate per l’epatopatico: questo vogliono i volontari e i malati.»
Non è, infatti, possibile che, ancor oggi, l’assistenza e le cure “epatologiche” in Italia - per malattie che comportano più di 50mila ricoveri all’anno in degenza ordinaria e altrettanti in day hospital - siano erogate da strutture per le quali non esiste alcuna verifica specifica e non sia neppure possibile una classificazione di livello per intensità di cura, o complessità clinica, delle cure fornite. Insomma, manca un bollino di qualità.
«Noi abbiamo di fronte un sogno» concludono i volontari della Liver-Pool «che nel nostro Paese possa essere prestata ancora maggiore attenzione alle malattie del fegato, ai malati e ai trapiantati. E siamo certi che questo sogno si realizzerà: questa è la fede che guida il nostro cuore e quello grande delle nostre associazioni.»



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