SALUTE e MEDICINA
Comunicato Stampa

Stress ossidativo, patologie infiammatorie e cronico-degenerative: l’altra faccia del benessere !

Il benessere psico-fisico-emotivo è un concetto “multimediale” talmente tante e diverse sono le variabili che confluiscono tra loro per determinarlo. Mente e corpo sono strettamente interconnessi: i fattori psichici possono scatenare malattie somatiche, ma anche una alimentazione scorretta che porta ad intossicazioni croniche (accumulo di acidosi tessutale) a carico degli organi periferici o della matrice interstiziale del cervello possono acuire o generare disturbi psicologici.

FotoQuando nei comuni esami del sangue abbiamo una alterazione dei parametri di riferimento ematici “normali” ci troviamo già di fronte ad un danno significativo delle membrane cellulari con morte cellulare, mentre sarebbe importante non giungere al danno, ma attivarsi prima che questo sia irreparabile. Se quindi vogliamo veramente andare alla radice del problema e lavorare in vera prevenzione mantenendo la persona nell’ambito del Ben-Essere e non solo della Salute, intesa come assenza di malattia, dobbiamo monitorare la funzione degli organi ed i delicati equilibri omeostatici alla base dei processi di scambio di trans-membrana e di nutrizione cellulare.

STRESS OSSIDATIVO
Lo stress ossidativo costituisce uno dei fattori di rischio emergenti per la salute ed è definito classicamente come l'effetto finale dello squilibrio fra produzione ed eliminazione di specie chimiche ossidanti, ossia dei ROS (Reactive Oxygen Species), generalmente di natura radicalica e centrate sull'ossigeno. I radicali liberi sono prodotti di "scarto" che si formano naturalmente all'interno delle cellule del corpo quando l'ossigeno viene utilizzato nei processi metabolici per produrre energia (ossidazione). Se sono in quantità minima aiutano il sistema immunitario nell'eliminazione dei germi e nella difesa dai batteri.

Dal punto di vista biochimico, i radicali liberi sono frammenti di molecole dotati di un elettrone spaiato (numero dispari di elettroni nell'ultimo strato, quando normalmente gli elettroni sono accoppiati), che si formano nelle cellule sia in seguito alle normali reazioni metaboliche sia in seguito a stimoli esterni: radiazioni ionizzanti, elevata tensione di ossigeno, sostanze chimiche di varia natura.

Tra i radicali liberi più pericolosi ci sono i composti dell'ossigeno, il cui effetto é simile a quello delle radiazioni: anione superossido, acqua ossigenata e idrossilico. Il più diffuso è l'anione superossido che è estremamente pericoloso perché distrugge l'ossido nitrico determinando ipertensione. I radicali liberi sono fortemente ossidanti, molto reattivi e vanno alla ricerca disperata di ciò che hanno perduto: un elettrone per completare la doppietta. Questo li porta a reagire con altre molecole, creando nuovi radicali instabili e dando inizio a reazioni a catena che finiscono per danneggiare irreversibilmente le strutture cellulari. In condizioni fisiologiche vi è uno stato di equilibrio tra la produzione endogena di radicali liberi e la loro neutralizzazione da parte dei meccanismi anti-ossidanti di difesa. Quando prevale la produzione di radicali si viene a determinare un danno, definito stress ossidativo, che, a lungo andare, comporta una progressiva usura.

Oltre alle normali reazioni biochimiche di ossidazione cellulare, ulteriori condizioni possono contribuire alla formazione di radicali liberi e di acidosi tessutale:

• alcune disfunzioni e stati patologici come le malattie cardiovascolari, l'artrite reumatoide, gli stati infiammatori in genere, i traumi al sistema nervoso, ecc.;
• l'ischemia dei tessuti e la conseguente riduzione dell'apporto di sangue;
• le diete troppo ricche di proteine e di grassi animali saturi;
• gli alimenti non tollerati o ad alto contenuto acidificante;
• la presenza di un eccesso di ferro che, nella prima fase della trasformazione, fa liberare dal perossido di idrogeno il radicale ossidrile, che è in grado di attivare reazioni chimiche ulteriormente dannose;
• l'azione dei gas inquinanti e delle sostanze tossiche in genere (monossidi di carbonio e piombo prodotti dalla combustione dei motori; cadmio, piombo e mercurio prodotti dall'attività industriale; idrocarburi derivati dalle lavorazioni chimiche, ecc.);
• il fumo di sigaretta, che è una vera e propria miniera di sostanze chimiche;
• l'eccesso di alcool;
• una carente idratazione che non permette la corretta eliminazione renale degli acidi in eccesso;
• le radiazioni ionizzanti e quelle solari (ozono in eccesso e raggi UVA e UVB). Le radiazioni solari inducono sulla pelle processi di fotoossidazione che degradano gli acidi grassi polinsaturi delle membrane cellulari e conseguente formazione di radicali liberi;
• molti farmaci ed in specie quelli che ad alto impatto sulla matrice come i cortisonici e gli antinfiammatori;
• l'attività fisica intensa, sia di resistenza organica che di forza muscolare, causa un incremento notevole delle reazioni che utilizzano l'ossigeno (aumento della respirazione polmonare e dell'attività dei mitocondri delle cellule muscolari, ecc.) e conseguente surplus di formazione di perossido di idrogeno.

Anche le reazioni biochimiche legate all'accumulo e rimozione dell'acido lattico dai muscoli affaticati, contribuiscono ad innalzare la soglia dei radicali liberi.

In molti stati patologici lo stress ossidativo non è la causa principale della malattia, ma un fenomeno secondario, tuttavia non per questo meno importante: ad esempio il danno ossidativo dei lipidi nella parete dei vasi sanguigni sembra dare un significativo contributo allo sviluppo dell’arteriosclerosi, come pure il danno provocato dall’ossidazione del DNA può contribuire allo sviluppo del tumore e all’invecchiamento.

Un’eccessiva produzione di radicali liberi probabilmente contribuisce in modo significativo al danno tessutale nell’artrite reumatoide e nelle patologie infiammatorie dell’intestino, quali il morbo di Crohn e la Rettocolite Ulcerosa. Sussiste poi una crescente evidenza che i danni ossidativi siano correlati, infine, alle malattie neuro-degenerative, quali il morbo di Parkinson ed in diverse patologie degenerative cerebrali.

In particolare, il Sistema Nervoso Centrale rappresenta, per varie ragioni (elevato consumo di ossigeno, alti livelli di ferro, concentrazione significativa di acidi grassi polinsaturi, etc.) uno dei principali target dei ROS e, quindi, dello stress ossidativo che, a ragione, viene oggi considerato uno dei principali cofattori di malattie neurodegenerative (malattia di Parkinson, malattia di Alzheimer, Sclerosi Laterale Amiotrofica, etc.). Infatti, numerosi lavori nella letteratura biomedica suggeriscono un ruolo attivo dello stress ossidativo e di elevati livelli di acidosi tessutale nell’alterazione funzionale del Sistema Neuro-Vegetativo e nell’insorgenza di diverse patologie cliniche sia organiche che psichiche come pure nei processi d’invecchiamento, che si manifesteranno inizialmente con la comparsa dei M.U.S. (Medically Unexplained Symptoms) o Sintomi Vaghi ed Aspecifici che vedremo e descriveremo nei prossimi articoli.
Per questo motivo, negli ultimi anni il tradizionale approccio terapeutico a queste patologie si sta sempre più aprendo al contributo, talvolta determinante, degli INTEGRATORI ALCALINIZZANTI per tamponare l’acidosi tessutale da una parte e degli ANTI-OSSIDANTI per prevenire i danni da stress ossidativo dall’altra.

Le cellule possono tollerare uno stress ossidativo blando, che spesso è superato grazie all’esistenza di efficienti sistemi di difesa antiossidante (Sistemi Tampone). Uno stress severo e protratto, invece, può produrre notevoli sconvolgimenti interdipendenti del metabolismo cellulare (scissioni delle eliche del DNA, aumento del calcio intra-cellulare, danno dei trasportatori ionici di membrana e/o d’altre specifiche proteine, perossidazione di lipidi) e portare a trasformazioni della cellula o alla morte cellulare (apoptosi), non per niente il nostro organismo si impegna così tanto per mantenere una adeguata omeostasi.

Secondo alcuni studiosi, la lisi della membrana cellulare da parte dei radicali liberi (perossili), è una delle cause del dolore muscolare. Lo stesso avviene per i globuli rossi, contribuendo a determinare o accentuare l'anemia negli atleti. L'atleta allenato è comunque in grado di fronteggiare la presenza di radicali liberi in maniera nettamente più efficace del sedentario o di chi pratica attività fisica saltuariamente. Quando respiriamo, introduciamo ossigeno. Il 95% circa di questo ossigeno viene utilizzato dalla cellule per produrre energia; mentre la parte rimanente dà origine ai radicali liberi.

Questo è un processo fisiologico, normale, e l'organismo di una persona sana è attrezzato per fare fronte alla presenza di questi radicali liberi difendendosi con un proprio sistema anti-radicali, che si chiama sistema antiossidante.

Questo sistema antiossidante comprende meccanismi enzimatici e meccanissmi non-enzimatici. Tra i primi vi è la superossidodismutasi, la catalasi ed il Glutatione ridotto. Tra le sostanze non enzimatiche ricordiamo la Vitamina E, la Vitamina C, i carotenoidi, i polifenoli, le antocianine, ecc.

Pertanto, alla formazione di radicali liberi il nostro organismo risponde mediante il suo sistema antiossidante; se però il quantitativo di radicali liberi prodotto è superiore a quello fisiologico, il nostro sistema antiossidante non è più in grado di neutralizzare questo eccesso, per cui i radicali liberi aggrediscono le cellule, provocando danni più o meno gravi (stress ossidativo).

L'azione distruttiva dei radicali liberi è indirizzata soprattutto sulle cellule, in particolare sui grassi che ne formano le membrane (liperossidazione), sugli zuccheri e sui fosfati, sulle proteine del loro nucleo centrale, specialmente sul DNA (acido desossiribonucleico) dove alterano le informazioni genetiche, sugli enzimi. Vi sono prove evidenti che diverse patologie, in cui è implicato lo stress ossidativo, possono essere prevenute o ritardate in qualche misura modificando le abitudini alimentari, specialmente aumentando il consumo di frutta, cereali, vegetali e di grassi polinsaturi come gli Ω-3 e 6 del pesce.

AGENTI ANTIOSSIDANTI E BENESSERE
Gli agenti antiossidanti possono agire singolarmente o interagire, proteggendosi a vicenda nel momento in cui vengono ossidati. Va tenuto presente che ciascun antiossidante ha un campo di azione limitato ad uno o due specifici radicali liberi. Pertanto solo un'alimentazione completa, con cibi che assicurano un ampio ed equilibrato spettro di nutrienti, può garantire un'efficace azione antiossidativa.

Tutte queste conoscenze di recente acquisizione si stanno velocemente diffondendo non solo in ambito medico-universitario od ospedaliero, ma anche tra la gente comune o stanno trovando specifici campi di intervento, come nella Medicina dello Sport, dove l’applicazione di questi innovativi concetti di Nutraceutica assieme a raffinate tecniche di preparazione atletica possono aprire nuove frontiere ed offrire nuovi traguardi da perseguire favorendo la massima esplicazione della forza e portando ai massimi livelli le performance degli atleti. Il tutto incentrato in un concetto di prevenzione che deve permettere agli allenatori ed ai preparatori atletici di poter applicare carichi di lavoro costanti e prolungati, ma senza compromettere la salute dell’atleta, ma senza sobbarcarlo di stress ossidativo e di acidosi lattica con il rischio di compromissione muscolo-tendinea da sovraccarico e successive contratture e miogelosi riflesse.

Tutto ciò ha portato, nel campo della Nutraceutica, a formulare ipotesi interessanti sull’importanza di alcune sostanze con potere antiossidante presenti in molti nutrienti: queste sostanze sembrano contrastare gli effetti cumulativi del danno ossidativo nell’intero corso della vita umana spiegando alcuni degli effetti benefici di questi alimenti.

Fonte: https://www.psichenaturale.it

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