SOCIETA
Comunicato Stampa

"Progetti credibili e concreti per avere il credito"

07/02/13

"Le diffidenze sulle imprese siciliane vanno fatte superare con i fatti e con il rispetto delle regole"

CATANIA. Un paio di domande che potrebbero essere aggirate con risposte di circostanza, passando da qualche scorciatoia diplomatica e tutto il resto passerebbe quasi per scontato. Ma Mimmo Costanzo, uno degli imprenditori siciliani che negli ultimi anni ha saputo imporsi sul mercato lavorando con coraggio, competenza, qualità e con grande spirito innovativo, non si nasconde dietro nessun paravento di comodo. E tira dritto, risposta dopo risposta. Lui viene da una famiglia che a Catania ha sempre fatto impresa, così ha conosciuto gli aspetti positivi del lavorare in questa terra, ma, magari, anche quelli meno edificanti, insomma le problematiche che si intrecciano al fare. Non è che, chiediamo a Mimmo Costanzo Tecnis, quando ha cominciato ad essere lui protagonista dell'azienda gli è passato per la testa di andarsene? Pensi che dirà di no, più o meno, invece...

«Beh, mi è passato per la testa, perché all'inizio sei portato a pensare che vivi in una realtà un po' periferica, marginale rispetto allo scenario nazionale ed internazionale. Ma quel pensiero è diventato il motivo supplementare del mio impegno a Catania e in Sicilia, perché, del resto, qui ho le mie radici e qui ho conosciuto, e continuo ad incontrare e conoscere, persone di straordinaria intelligenza e di grandissima volontà. Ed ho capito subito che perdere questa opportunità sarebbe stato un delitto».

Prima risposta, giusta e onesta. Ma fare impresa, anche questo è vero, dalle nostre parti, richiede anche sforzi più grandi che altrove, un po' per quella distanza geopolitica dai centri nevralgici di comando, un po' perché restiamo spesso avvolti in quella cultura fatalista e negativa che ci lascia in perenne attesa di qualcosa che accada. Mimmo Costanzo, però, da qui ha deciso di partire alla conquista di un mercato prima, e dei mercati dopo.

«Penso al fatto che oggi siamo dentro una crisi che non sta risparmiando nessun Paese europeo, neanche quelli tradizionalmente più forti. Questo anche perché sono venuti alla ribalta altri Paesi, una volta marginali. Un po' quello che capitava prima alla Sicilia, considerata periferia del resto d'Italia. Ma oggi le distanze si possono e si stanno accorciando. Io lavoro con giovani siciliani preparatissimi, competenti, che non si fermano mai se non completano un progetto, che continuano a studiare per essere sempre più e sempre meglio preparati. E vi posso assicurare che sono davvero bravi, spesso i più bravi. E molti siciliani, aggiungo, li trovo ai vertici di grandi aziende straniere, in Germania, in Francia, in Inghilterra. La voglia di fare c'è, ma è voglia di fare bene, e questo è il valore aggiunto».

Un valore che, nel caso specifico del gruppo di Mimmo Costanzo, ha portato la sua impresa a realizzare alcune opere di straordinario valore strategico per il territorio siciliano. E di lavori in corso, spiega Mimmo Costanzo Tecnis, ce ne sono altri: «Lavoriamo a lotti della nuova Caltanissetta-Agrigento e della Agrigento-Palermo, siamo pronti per la nuova Ragusa-Catania, tutte opere che sono per noi un motivo di orgoglio, al di là della questione economica, perché utili a far crescere la Sicilia, la sua infrastrutturazione indispensabile per lo sviluppo».

Ma la credibilità di un imprenditore che nasce a Catania, è davvero e facilmente esportabile anche oltre lo Stretto? Mimmo Costanzo è già "espatriato", ma com'è andata?
«E' andata che siamo arrivati a realizzare lavori importanti in Lombardia, in Veneto, in Umbria e all'inizio pagavano lo scotto di essere siciliani per ciò che altri negli anni avevano un po', o troppo, esportato. Ma basta lavorare bene, basta rispettare le persone che si incontrano, garantire nei luoghi e dimostrare una responsabilità sociale, per accorciare quelle distanze iniziali e integrarsi in qualunque territorio. Oggi lavoriamo anche all'estero, in Tunisia, dove stiamo realizzando un pezzo di autostrada e un anello ferroviario a Tunisi. Insomma imprenditori siciliani d'esportazione funzionano, se rispettano tutte le regole, anche la cultura dei luoghi dove vanno».

Mimmo Costanzo, che in Calabria di recente ha denunciato di essere stato vittima di estorsioni da parte della 'ndrangheta, sottolinea l'impegno di Confindustria- Sicilia, di Lo Bello, di Montante, di Bonaccorsi a Catania: «Avere imposto un codice etico per stare dentro l'organizzazione è stato molto importante, un arricchimento ». Poi gli chiediamo del sistema bancario, se non sia un po' troppo cattivello con i nostri imprenditori. E anche qui Mimmo Costanzo Tecnis, come all'inizio, non se la cava con risposte di rito: «Le banche rispettano regole generali, non si tratta di essere più o meno disponibili a concedere credito. Anzi posso dire che a me in passato qualche volta è stato detto no a progetti che presentavo. E avevano ragione i tecnici della banca, magari c'era qualche lacuna, qualche deficit, su cui intervenivamo. C'è una mentalità nuova anche nelle banche, che, questo sì, devono approvare i progetti buoni, interessanti, validi. Non solo di grandi gruppi, ma anche delle piccole e medie imprese che devono lavorare con il credito. Certo, giusto pensare alla necessità che ci siano tanti imprenditori siciliani pronti a scommettersi. Ma anche qualche banca in più radicata sul territorio non sarebbe male».



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