GASTRONOMIA
Comunicato Stampa

19 Gennaio 2014/In occasione del Falò di Sant'Antonio prima trasferta a Morimondo per il Mercatino Enogastronomico della Certosa di Pavia

15/01/14

Mercatino dei sapori pavesi con il MEC e borgo in festa: per salutare l’anno nuovo insieme a Sant’Antonio un caldo e scoppiettante falò Il borgo sede della stupenda abbazia dà il via ad un anno ricco di festosi e gustosi appuntamenti Falò di Sant’Antonio e Mercatino Enogastronomico della Certosa di Pavia Domenica 19 Gennaio 2014 Dalle 10 alle 18 Morimondo (Mi), Corte dei Cistercensi Ingresso gratuito Per informazioni 347 7264448; www.agenziareclam.it; www.prolocomorimondo.eu In caso di maltempo la manifestazione verrà annullata

Una vecchia filastrocca cantava: “Sant’Antoni del purcell/ ch’el sunava ul campanell/ ul campanel el l’a perdù/ Sant’Antoni el se scundù/ el se scundù de drée a una porta/ gh’era là una dona morta/ la dona morta l’a sguagnì/ Sant’Antoni el s’è strimii/ el s’è strimii in una tal manera/ che tucc i ann ghe fan la fera”.
Morimondo, città slow tra le più belle d’Italia, domenica 19 Gennaio dà il via ad un anno fitto di occasioni di festa. Protagonista della manifestazione il magico falò dedicato a Sant’Antonio: un avvenimento molto sentito ed una domenica con un programma semplice ma molto atteso così come il rito del fuoco (alle 16:30) che porta il pubblico che parteciperà ad un viaggio indietro nel tempo.
Il crepitio delle fiamme per Sant’Antonio Abate, patrono degli animali: in questii giorni di gennaio, il parroco usava andare nelle cascine per benedire gli animali nelle stalle e propiziare un’annata proficua.
A Morimondo ques’avvenimento si ripete da molti decenni: domenica 19 la Pro Loco organizzerà per quanti raggiungeranno questo piccolo borgo così suggestivo per assistere al Falò una tavolata ricca di frittelle, dolci e vin brulé per rifocillarsi e celebrare insieme questa festa.
Ad animare le vie di Morimondo le bancarelle degli hobbisti e i banchi d’assaggio, degustazione e vendita del MEC - Mercatino Enogastronomico della Certosa di Pavia, vetrina delle eccellenze food&wine del triangolo d'oro del gusto rappresentato da Lomellina, Oltrepò e Pavese. Zona altamente vocata all'enogastronomia con i suoi vini DOC, i salumi e i formaggi. In degustazione formaggi tipici della Val Staffora, formaggi di bufala, pane, salame d’oca, salame di Varzi e salame di struzzo. Saranno inoltre presenti i pluripremiati vini DOC dell’Oltrepò Pavese, riso biologico del Pavese, salse, marmellate, miele e dolci tipici quali le offelle di Parona. Un atlante del gusto esaustivo delle tipicità a filiera corta di questa zona ed una realtà che si caratterizza per fiducia e famigliarità come il negozio sotto casa di una volta.

L'Abbazia di Morimondo fu fondata nel 1136 dai cistercensi provenienti dal monastero francese di Morimond, i quali, trapiantati in Lombardia, conservarono il nome della loro abbazia madre (da "mora", parola della bassa latinità = palude). La basilica, sorta in periodo successivo alla costruzione del monastero (dal 1182), è oggi il monumento di maggior importanza di Morimondo. Rispecchia il
disegno delle chiese cistercensi voluto da S. Bernardo: grandiose e solenni in contrasto con l'austerità e la povertà della vita dei monaci, cui è attribuito il merito di aver intrapreso l'opera di bonifica e valorizzazione agricola del territorio. L'esterno in mattoni è in stile gotico francese con elementi
romanico-lombardi. La facciata presenta un taglio a capanna; il portale è preceduto da un pronao (porticato posto davanti alla chiesa) aggiunto nel 1736. Un rosone centrale, bifore, aperture cieche e altre a cielo aperto definiscono la parte superiore, coronata da una fila di archetti che continuano sui
fianchi. L'interno di forma basilicale, a 3 navate su pilastri con volte a crociera, con transetto e abside rettangolare.Opere: entrando a destra si nota una magnifica acquasantiera trecentesca con rosoni e teste fantastiche. Degno di nota il coro, commissionato dai monaci di Settimo Fiorentino, stabilitisi a Morimondo nel 1490, all'intagliatore abbiatense Francesco Giramo, che lo concluse nel 1522. Si compone di 70 stalli divisi in 2 ordini; negli scranni sono raffigurati motivi simbolici.Sul fianco destro della chiesa si apre il chiostro, dove affacciano le varie parti del monastero, più volte riprese e rimaneggiate nel tempo. Il lato est è il piu' antico, con la sala capitolare, il sovrastante dormitorio, il "parloir" e la "sala di lavoro" dei monaci. Sul lato sud si affacciano il "calefactorium" (unico locale riscaldato) e il refettorio. L'ala dei conversi, lato ovest, è quella che ha subito maggiori trasformazioni.



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