A Ravenna Festival Il Ciclope di Euripde
Una produzione Teatro dei Due Mari. Compagnia Teatro dell'Esatta Fantasia.
A Ravenna Festival IL CICLOPE.
Tragedia satiresca da Euripide.
Traduzione di Filippo Amoroso.
Con Edoardo Siravo (il Ciclope)
Giovanni Moschella (Sileno)
Eugenio Papalia (Ulisse).
Coro di satiri:
Francesco Natoli, Michele Falica, Patrizia Ajello, Tony Scarfi.
Regia di Angelo Campolo.
Una produzione Teatro dei Due Mari.
Compagnia DAF - Teatro dell'Esatta Fantasia.
A Ravenna IL CICLOPE dopo la prima dello scorso Giugno al Festival dei Due Mari nel Teatro Antico di Tindari.
Nella suggestiva cornice del Porto Antico di Ravenna, in collaborazione con la Fondazione RavennAntica.
L’opera di Euripide nasce, come il regista Angelo Campolo afferma, dall'incontro con i giovani migranti dei centri di accoglienza, dai laboratori e dagli spettacoli, e dall’analisi dei rapporti tra noi e l’arrivo degli stranieri.
Questo incontro cambia entrambi, lo straniero e noi.
Qui il Ciclope (Polifemo) "appare sì come creatura selvaggia, ma perfettamente consapevole della sua condizione...una figura degenerata della civiltà occidentale".
Ma qui umano e non-umano o disumano dialogano, "i codici espressivi si mescolano, poesia alta e bassa si alternano in un clima di volta in volta spaventoso, divertente e tragicomico".
Passato e presente si intrecciano, tra noi e l'altro non ci sono più buoni e cattivi, dei o mostri che spaventino, ma solo creature umane che fanno i conti con le proprie paure, debolezze e desideri.
"Dioniso stesso si manifesta, per Sileno e il suoi satiri, come il ricordo di un passato lontano da rimpiangere, mentre “il grande occhio” del gigante, incapace di guardare oltre i propri bisogni, si spegne al grido di Nessuno mi uccide!” .
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