EVENTI
Comunicato Stampa

A Rivanazzano Terme la quinta edizione della Settimana della fotografia - dal 15 al 23 settembre 2012.

06/08/12

Il Circolo Fotoamatori Rivanazzanese organizza l’evento con dieci fotografi in mostra alla quinta edizione della Settimana della Fotografia di Rivanazzano Terme - Pv.

La "Settimana della Fotografia" di Rivanazzano Terme è giunta alla quinta edizione e si terrà, come di consueto, a settembre, nella località termale oltrepadana.
Gli scatti di Davide Pianezze, Betty Colombo, Giorgio Monti, Andrea Livio Volpato ed il gruppo Oltrefoto, con Stefano Boschiroli, Franco Castellari, Giorgio Ghersani, Enrico Prada, Andrea Tomas Prato e Paolo Valassi saranno esposti in cinque diverse location: al Teatro Comunale di Rivanazzano Terme, alla Biblioteca Civica Paolo Migliora, alle Terme di Rivanazzano, alla Stazione di Salice e all’Albergo Ristorante Selvatico.
Anche quest’anno, quindi, il "Circolo Fotoamatori Rivanazzanese" si propone di diffondere la fotografia esponendo le opere di fotografi di fama nazionale ed internazionale e di coinvolgere i gruppi fotografici del territorio nella cornice di Rivanazzano Terme, valorizzando, nel contempo, spazi culturali e non, quali il Teatro Comunale, la Biblioteca, le Terme, il Ristorante Selvatico e la Stazione di Salice, aprendoli alle mostre fotografiche.
Queste mostre riscuotono grande interesse di pubblico, per questo il "Circolo Fotoamatori Rivanazzanese" intende continuare a far conoscere artisti che con le loro mostre contribuiscono ad esaltare quell’espressione culturale che è la fotografia.
L’evento è patrocinato dal Comune di Rivanazzano Terme, dalla FIAF, Federazione Italiana Associazioni Fotografiche, e dalla Provincia di Pavia.


L'inaugurazione e la presentazione della “Settimana della Fotografia” si terranno sabato 15 settembre al Teatro Comunale di Rivanazzano Terme – viale Europa, alle ore 16.30. La presentazione sarà moderata da Laura Disperati, presidente Circolo Fotoamatori Rivanazzanese.

Seguirà un rinfresco al Ristorante Selvatico.

Le mostre saranno visitabili dal mercoledì al venerdì dalle ore 15:30 alle ore 18:30, il sabato e la domenica dalle 10:30 alle 12:30 e dalle 15:30 alle 18:30. Ingresso libero.

Le location dell’evento:
Teatro Comunale – viale Europa
Terme di Rivanazzano - viale Europa, 2
Albergo Ristorante Selvatico - via Silvio Pellico, 19
Biblioteca Comunale Migliora - via Indipendenza, 14
Stazione di Salice - via Diviani, 5/7
Rivanazzano Terme - PV

Per maggiori informazioni: info@rivafoto.com - http://www.rivafoto.com/


Gli autori


DAVIDE PIANEZZE - Sguardi e Orizzonti
Dopo aver collaborato a diversi progetti editoriali con l'amico Mauro Burzio (fotografo ed antropologo riconosciuto a livello internazionale), dal 2005 ha iniziato a dedicarsi esclusivamente ai viaggi ed alla fotografia, concentrando ricerche ed attività in Cile, Argentina, Africa Australe e Mongolia. Dal 2006 è entrato a far parte del gruppo NPS come fotografo Nikon. Nel 2007 ha fondato il gruppo Nomadphotographers, coinvolgendo gli amici/colleghi Mauro Burzio ed Edoardo Miola.
Ha pubblicato i libri fotografici “Chile Panamericana 5” - Editrice Velar; “Mongolia” - Editrice Velar; “Mongolia” editrice Munkhiin Group. Ha lavorato alla realizzazione di campagne pubblicitarie per conto dell'Ente del Turismo della Norvegia e per il Ministero dell'Ambiente Italiano. Ha pubblicato per le riviste “Voyage” e “La Nostra Africa” oltre ad aver esposto diverse mostre sia collettive che personali.
Nel 2007 è entrato a far parte del gruppo di guide di Iperboreus, con il quale organizza tour fotografici in Mongolia.
Oltre ad organizzare workshop fotografici in Cile, Argentina, Africa Australe e Mongolia, nel 2008 ha iniziato una collaborazione con il Politecnico di Torino, dove tiene regolarmente corsi di fotoreportage.
Nel 2001, durante il suo primo viaggio in Botswana, ha iniziato una collaborazione con un gruppo di guide nel Delta dell'Okawango, con le quali ha avuto modo di approfondire le sue conoscenze sul comportamento degli animali africani.
La sua attività lavorativa ora si svolge principalmente in Sudafrica, Namibia, Botswana, Zambia e Mozambico, che considera ormai come una seconda patria.

“Sguardi e orizzonti”. “Non mi ero mai trovato di fronte ad una linea dell'orizzonte così netta e lontana. Un blu tanto denso ed uniforme, che impresso sulla tela di un dipinto avrebbe reso inverosimile qualsiasi paesaggio. Poi gli incontri con le famiglie di pastori nomadi, con i loro sorrisi, i loro sguardi, la loro ospitalità. Ogni volta era come tornare a casa, sebbene non sapessi nulla di loro e loro, nulla di me.”


BETTY COLOMBO - Skyline
Betty Colombo, classe 1975, fotoreporter.
I primi scatti li ha realizzati a 14 anni per combattere la noia di una cerimonia. E ha scoperto che il mondo dietro a un obiettivo era proprio il suo. Lunga gavetta nell'ambito della fotografia sportiva, poi la moda tra Italia e Spagna, l'Accademia di Belle Arti di Brera e infine un dottorato in antropologia culturale che l'ha indotta al viaggio. Da lì al mondo del fotogiornalismo il passo è stato breve. Indimenticabili gli stages con Helmut Newton, Ken Damy e Gianni Berengo Gardin. Oggi firma pezzi di approfondimento per diverse riviste italiane e straniere e fa parte dei fotografi Condè Nast. Lavora per Vanity Fair, Elle Decor, Dentro Casa, Twiggy, Ville & Casali, curando prevalentemente rubriche legate al reportage di viaggio in cui ritrae - in particolare - l'essere umano nella sua socialità. Vincitrice di alcuni premi fra cui il Premio Oscar Signorini dell'Agenzia D'Ars (per una ricerca sul Caos), quello di Vodka Absolut, di Swatch e di Wella Italia, è stata selezionata da Amnesty International per un reportage sulle donne acidificate e ha partecipato a più di 60 mostre in Italia e all'estero, fra cui MI ART e la Biennale di Venezia. Il Centro Pompidou di Parigi e il Guggenheim di Bilbao hanno acquistato opere fotografiche sue, ora nella collezione permanente dei due musei.
A Rivanazzano Terme espone "Skyline", una serie di immagini tratte da reportage giornalistici. Il denominatore comune è quello della bellezza intesa come armonia di linee o di contenuti. La bellezza trovata in un corpo, in uno spazio e, con questa mostra, lungo il profilo dell'uomo, ovunque nel mondo.


GIORGIO MONTI – Oltre... il colore
Giorgio Monti è nato a Voghera il 24 settembre del 1954. Ha iniziato a fotografare da ragazzo, per gioco, rapito dal fascino delle macchine fotografiche del padre, appassionato di fotografia e di pittura. Si è laureato in medicina nel 1980 e specializzato in chirurgia nel 1986.
Durante gli studi universitari in medicina si è dedicato alla fotografia scientifica curando l’iconografia di numerosi articoli e pubblicazioni.
In tutti questi anni ha sempre mantenuto vivo l’interesse verso la fotografia pur condizionato dall’attività prevalente di medico.
Ha partecipato a numerosi concorsi fotografici, e negli ultimi anni ha esposto in mostre personali e collettive.
Nel 2007 ha fondato Particolarte, associazione culturale che si propone di diffondere ed ampliare la conoscenza della cultura dell’arte attraverso la sperimentazione di nuovi modi e forme di interpretazione visiva.
In questi anni di crescita artistica Giorgio Monti ha sviluppato un modo tutto suo di fare fotografia passando da un atteggiamento prevalentemente documentarista e contemplativo ad uno di ricerca. Ha così iniziato un percorso alla scoperta degli elementi più semplici e caratteristici della quotidianità, ricercando fotograficamente gli elementi più espressivi e densi di significato della realtà che ci circonda.
Perché come ama ripetere: “...ciò che si osserva attraverso l’obiettivo della macchina fotografica è un mondo diverso, cha la fotografia rappresenta e contemporaneamente interpreta, in cui ogni dettaglio è parte di un insieme e ogni insieme parte di un dettaglio”.


OLTREFOTO - Sei sguardi in cerca di lago
OltreFoto è un laboratorio permanente di fotografia, fondato nel dicembre 2003. Una “scuola” per imparare a guardare in modo attivo e creativo, per imparare a riconoscere le storie, la poesia, ma anche l’orrore contenuti nelle cose, nei luoghi, nelle persone. Uno spazio per entrare nelle sguardo dei grandi fotografi, nella loro visione del mondo; un luogo per imparare a leggere le immagini ed ascoltare quello che hanno da raccontare.
Direttore artistico di Oltrefoto – Laboratorio Permanente di Fotografia è Enrico Prada, classe 1955. Ha iniziato come fotografo dopo studi letterari e di storia dell’arte. Ha collaborato con pittori, musei e teatri; con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Pavia, per il quale ha realizzato il volume fotografico “Prima che il tempo scada”, e con il direttore d’orchestra Maurizio Schiavo per il quale ha realizzato – con i fotografi di “Oltrefoto” - la campagna fotografica per il libro “Impronte d’aria”. Come critico ha curato mostre per Pavia Fotografia, per la Triennale di Milano e ho diretto la Galleria Gonda di Milano (sezione Fotografia). Insegna tecniche della comunicazione fotografica collaborando, con seminari e conferenze, con Università, Accademie e Licei.

“Sei sguardi in cerca di lago”. “A volte i progetti nascono dalle occasioni più semplici e impensate, come questa mostra. Le cose sono andate più o meno così. Poco più di un anno fa mi era stata commissionata una serie di fotografie del Lago d’Endine, nella bergamasca Val Cavallina. Per quel lavoro avevo non solo carta bianca per ciò che riguardava soggetto, stile, impaginazione delle immagini, ma mi era stata offerta anche la possibilità di invitare, a mia volta, altri fotografi per dare forma ad un affresco a più mani di quei sei chilometri di lago. Per questo motivo avevo chiesto ad alcuni fotografi di Oltrefoto (Giorgio Ghersani, Paolo Valassi, Stefano Boschiroli, Franco Castellari e Andrea Tomas Prato) di partecipare, con il loro contributo, alla illustrazione del Lago d’Endine da punti di vista fotografici diversi. E così è stato.
Come a volte accade, però, di quella commissione non se ne seppe più nulla. In compenso, ci siamo ritrovati con un corpus strutturato e coerente di immagini tra le mani. Anzi, liberati dall’incombenza “illustrativa”, ci siamo resi conto che il vero soggetto del nostro lavoro non è mai stato il luogo in sé (il lago), ma era, fin da subito, il nostro sguardo. Avevamo, insomma, spostato l’accento della nostra attenzione visiva dal cosa al come (fotografare).
Questa, in breve, la genesi del nostro lavoro, composto di immagini che funzionano come una frase musicale suonata da strumenti diversi. La nota è la stessa (il lago), ma il timbro è quello proprio e caratteristico di ogni singolo strumento. È, in altre parole, una mostra di variazioni visive su tema: come le immagini high key di Valassi, che mostrano il lato fiabesco del lago; o il poetico reportage in bianco e nero, alla Willy Ronis, di Prato e di Castellari; gli appunti visivi di Ghersani, che adotta uno strumento “povero” come la Polaroid per raccontare la suggestione di Endine; o le immagini in forma di dittico di Boschiroli e Prada che fanno dialogare, al loro interno, il particolare e l’insieme, il presente e la memoria”.
Enrico Prada - Direttore Artistico di OltreFoto – Laboratorio Permanente di Fotografia


ANDREA LIVIO VOLPATO - Giganti in posa
Nasce a Milano, il 23 novembre 1968, dove trascorre l’infanzia a smontare macchinine, costruire col Lego, collezionare pezzi e rottami di qualsiasi cosa, dimostrando una prepotente curiosità verso tutto. Culturalmente si forma prima al liceo scientifico, dove nonostante l’impegno non encomiabile, acquisisco una discreta razionalità di pensiero. Poi approda ad Architettura, dove riesce a mettere a frutto la creatività, pulsione indispensabile per un approccio interdisciplinare e fantasioso alla materia. In questo periodo la fotografia diventa compagna di vita, da hobby saltuario che è stata fin da ragazzino.
Numerose le mostre ed i concorsi cui ha partecipato, sempre con grande entusiasmo e spesso con esiti incoraggianti: vittorie, segnalazioni, recensioni, pubblicazioni. Molte anche le proiezioni di diapositive di viaggio: occasioni di incontro, e condivisione di emozioni con lo spettatore.
Dal 1995 svolge la professione di architetto, alla quale nel corso degli anni ha potuto collegare esperienze attinenti, quali insegnamento, modellismo, fotografia e collaborazioni in campo editoriale. Impegna il tempo libero tra viaggi, bricolage, trekking e cicloturismo. Lettura e cinema come passatempi imprescindibili. Passioni di sempre: ascoltare buona musica, mangiar bene, bere anche meglio! Unica ragione di vita: le sue due gatte.

“Una semplice “scatola nera con l’occhio di vetro”. È la finestra sul mondo con cui fin da ragazzo ho cercato di fermare attimi, forse per capirli meglio – io per primo – riguardandoli.
Ogni volta diversi ma sempre quelli giusti, da catturare e custodire in un luogo non fisico, molto più intimo e personale di un box per le diapositive. Una parte di me stesso.
Michelangelo sosteneva che i suoi capolavori esistessero nei blocchi di marmo che sceglieva già prima di scolpirli, quindi si limitava a togliere - strato dopo strato - il materiale che li ricopriva.
Molto più umilmente mi piace pensare che i miei scatti già esistano nella realtà; la fotocamera è lo “scalpello” che mi aiuta a ritagliarli dal contesto per farli vivere autonomamente, di vita propria. Una sorta di block notes su cui appuntarsi le impressioni di terre e culture lontane, la scoperta di luoghi sconosciuti vicino a casa, migliaia di chilometri in auto o tranquille pedalate in campagna, raccoglierne le impressioni e rendere altri partecipi, al di là delle parole.
E il risultato della difficile operazione è il personalissimo punto di vista dell’Autore sul mondo, raccontato in maniera unica, con personalità, forza, denuncia, rabbia, ma sempre con garbo, sincera emozione ed originalità.
L’Artista è un portavoce, si adopera per un fine, anche fosse solo l’estetica. Il significato, il senso, il valore, l’originalità di un punto di vista privilegiato - quello del Fotografo - la cui sensibilità allenata riporta di volta in volta fedelmente o interpretati, scene e racconti di vita che toccano il cuore, il cervello, forse appagano solo l’occhio, ma sempre con la sottigliezza e l’intelligenza che dovrebbero caratterizzare un lavoro sì appassionato, ma coscienzioso e diligente. Il Fotografo come testimone del tempo, depositario del senso della nostra epoca, come antenna che amplifica e rimbalza un segnale.
Amo il bianco e nero, dove il soggetto ne esce unico protagonista, libero dagli orpelli del colore; così come già la grafite può tracciare sulla carta un disegno che racchiude in sé tutto il messaggio dell'autore.
Davanti ad un’immagine monocromatica si è più portati alla riflessione; come quando il progressivo calare della luce e l'affievolirsi dei colori fino a fondersi in toni difficilmente distinguibili inducono naturalmente all’introspezione.
Sono probabilmente queste analogie tra condizioni limite del colore e sfera interiore che fanno della fotografia in bianco e nero un mezzo espressivo in cui il significato risalta senza interferenze.
Confesso una particolare predilezione per le immagini coinvolgenti, in grado di suscitare stati dell’animo, facendo passare in secondo piano l’aspetto tecnico, talvolta non essenziale per realizzare uno scatto indimenticabile. Sono forse proprio il lato effimero dell’immagine e la sua spiccata soggettività a renderla tanto preziosa e ad affascinarmi.
La fotografia è una forma di scambio, ricco e disinteressato: è il regalo di un’emozione”.


Rosita Viola

Rocca Susella, luglio 2012

Ufficio stampa Settimana della Fotografia
Rosita Viola – Agenzia Promoemozioni
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