Adriana Martino mette in scena 'Eros e Priapo' di Gadda
Dal 25 gennaio al 6 febbraio in scena Valentina Martino Ghiglia all'Atelier Metateatro con "Eros e Priapo"
"Eros è il dio dell’ amore, simbolo di amicizia e dunque di armonia, Priapo è il simbolo dell’istinto sessuale e della forza generatrice maschile. Quando queste due deità si contrappongono generano mostri"
L’albero Teatro Canzone
presenta
“EROS E PRIAPO”
di
CARLO EMILIO GADDA
con
VALENTINA MARTINO GHIGLIA
alle percussioni ANDREA NICOLE’
Elementi scenici ANNA AGLIETTO
Musica BENEDETTO GHIGLIA
Regia
ADRIANA MARTINO
Atelier Meta-Teatro
dal 25 gennaio al 6 febbraio
Carlo Emilio Gadda cominciò a lavorare a “Eros e Priapo” subito dopo la liberazione di Firenze, negli anni 1945/’46, mentre contemporaneamente si dedicava anche alla stesura del “Pasticciaccio brutto di via Merulana” . Voleva sfogare la rabbia accumulata per i vent’anni del fascismo (che al suo sorgere aveva salutato con qualche simpatia), per gli anni della guerra, della fame e dei bombardamenti patiti a Firenze. Sospese poi il lavoro per altri impegni, per ricominciare nel ’55. La prima edizione di Garzanti è del 1967.
E’ ormai opinione diffusa che la letteratura e la conoscenza di un autore come Gadda appartenga al canone delle letture indispensabili per un cittadino italiano aggiornato all’arte del suo tempo. E’ proprio partendo da questa convinzione che proponiamo di Gadda la rappresentazione di quello straordinario pamphlet che è “Eros e Priapo” , definito da lui stesso “libello psicanalitico, diviso tra arringa e memoriale narrativo”, un “atto di conoscenza” di quel ventennio che ha soggiogato l’Italia segnando il prevalere “d’un cupo e scempio Eros sui motivi di Logos”.
Eros è il dio dell’ amore, simbolo di amicizia e dunque di armonia, Priapo è il simbolo dell’istinto sessuale e della forza generatrice maschile. Quando queste due deità si contrappongono generano mostri.
Gadda parte dal centro di un nucleo reale che è il fascismo, da lì si muove e inventa, interpreta, si insinua, scava, amplia e deforma nelle direzioni più varie, in vorticoso ribollire e gorgogliare di parole e immagini, sino a modificare dall’interno la sostanza stessa e la forma della realtà che vede. La polemica è devastante, furiosa, a volte quasi incontrollata. Pensando al Duce e alle sue qualità amatorie (Gadda aveva in odio i grandi amatori), alla “banda” dei gerarchi fascisti e soprattutto alle donne fasciste in particolare (e qui viene fuori una sua misoginia) la dilatazione della sua furia non conosce limiti, ritorcendo contro le donne un loro legame sessuale e priapesco con Mussolini.
Le straordinarie capacità mimetiche della lingua gaddiana danno vita a pagine di straordinaria letteratura. Per dare valore e forza a questa lava di parole e di immagini, a questo fiume fangoso di invettive gaddiane, ci è venuto naturale immaginare di affidarle ad una creatura sotterranea che sembrasse provenire dai bassifondi di una città metropolitana e che avesse accumulata tutta la rabbia della propria miseria ed emarginazione. Questa creatura l'abbiamo fatta spuntare da un lurido cunicolo di cartone con le sembianze apparenti di una barbona. Che parla ad alta voce cuocendosi la sua minestrina, trascinando le sue misere cose, che fa i suoi bisogni dove capita, che, dialogando con se stessa sotto la ritmica delle percussioni snocciola contro il mondo impavida il lucido delirio inventato dal grande Gadda.
Atelier Meta-Teatro
Via Natale Del Grande 21 (Trastevere)
info e prenotazioni 06 5814723 - 340 8578140
ateliermetateatro@gmail.com - www.metateatro.org
Dal 25 gennaio al 6 febbraio 2011
dal martedì al sabato ore 21.00 - domenica ore 18.00
costo biglietti euro 12,00 intero - euro 8,00 ridotto - tessera euro 4,00