ARTE E CULTURA
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Al Teatro della Fortuna di Fano MINE VAGANTI

Ferzan Ozpetek mette in scena l’adattamento di uno dei suoi pluripremiati lavori cinematografici

FotoAl Teatro della Fortuna di Fano MINE VAGANTI
UNO SPETTACOLO DI FERZAN OZPETEK




Con FRANCESCO PANNOFINO, IAIA FORTE, ERASMO GENZINI, CARMINE RECANO

 e con SIMONA MARCHINI,  ROBERTA ASTUTI, SARAH FALANGA, MIMMA LOVOI, FRANCESCO MAGGI, LUCA PANTINI, EDOARDO PURGATORI.

SCENE LUIGI FERRIGNO
COSTUMI ALESSANDRO LAI
LUCI PASQUALE MARI-


Ferzan Ozpetek  mette in scena l’adattamento di uno dei suoi pluripremiati lavori cinematografici, Mine vaganti, firmando la sua prima regia teatrale

 Il suo film del 2010 , interpretato, fra gli altri, da Riccardo Scamarcio, Lunetta Savino, Elena Sofia Ricci, Ilaria Occhini, Nicole Grimaudo, Alessandro Preziosi, Ennio Fantastichini e Daniele Pecci,  scritto con la collaborazione di Ivan Cotroneo,  segue le vicende di una famiglia salentina, utilizzando il genere della commedia, per colpire, tra ironia e commedia appunto,  una serie di luoghi comuni molto radicati nella società italiana e non solo nel sud d'Italia.

Il film ha ottenuto 13 candidature ai David di Donatello 2010, vincendo due statuette per i migliori interpreti non protagonisti (Ilaria Occhini ed Ennio Fantastichini), e nello stesso anno ottiene il Premio Speciale della Giuria al Tribeca Film Festival.[2] Ha vinto 5 Nastri d'argento e ha ottenuto una candidatura al Premio del Pubblico Europeo e una per l’autore della colonna sonora degli European Film Awards





La trasposizione teatrale si avvale di un cast corale molto affiatato ,da Pannofino (il padre di Tommaso e Antonio)  a iaia Forte(la madre)  a Simona Marchini (la nonna "mina vagante") e usa il teatro come prolungamento della piazza, coinvolgengo lo spettatore nel dialogo teatrale.


Sul confronto con la pellicola il regista  afferma:


"Le emozioni dei primi piani hanno ceduto il posto a punteggiatura e parole; i tre amici gay sono diventati due e ho integrato le parti con uno spettacolino per poter marcare, facendone perfino una caricatura, quelle loro caratteristiche che prima arrivavano alla gente secondo le modalità mediate dallo schermo. Il teatro può permettersi il lusso dei silenzi, ma devono essere esilaranti, altrimenti vanno riempiti con molte frasi e una modulazione forte, travolgente". 

Perchè "a teatro non ci si dovrebbe mai annoiare. Sono partito da questo per evitare che lo spettacolo fosse lento. Ho optato per un ritmo continuo, che non si ferma, anche durante il cambio delle scene. Qui c’è il merito di Luigi Ferrigno che si è inventato un gioco di movimenti con i tendaggi; anche le luci di Pasquale Mari fanno la loro parte, lo stesso per i costumi di Alessandro Lai, colorati e sgargianti". (Ferzan Ozpetek).


Storie di persone, di scelte sessuali, di fatica ad adeguarsi al cambiamento sociale ormai irreversibile, in un insieme di ironia e di riflessione.

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