Ambra Tuci presenta le opere di Giovanni Boldrini e il progetto di Simona Macagnino.
Proprio in quei giorni il destino, per tutt’altre vie, mi ha fatto incontrare Giovanni Boldrini, artista ed esperto in laboratori d’arte per diversamente abili. Giovanni mi ha mostrato alcuni suoi lavori ed immediatamente ho capito la potenzialità del nostro incontro. Ecco brevemente come nasce l’idea delle opere da toccare. Simona Macagnino, insegnante, si è rivolta a noi per realizzare il suo lavoro di tesi relativo alla didattica museale e in quell’occasione ha dedicato una speciale attenzione alla disabilità ed in particolar modo ai non vedenti.
A volte il destino crea strane congiunture…. Simona Macagnino, insegnante, si è rivolta a noi per realizzare il suo lavoro di tesi relativo alla didattica museale e in quell’occasione ha dedicato una speciale attenzione alla disabilità ed in particolar modo ai non vedenti. Una sezione della sua tesi trattava infatti delle difficoltà di fruizione delle opere d’arte da parte di persone con questo tipo di disabilità. Il suo lavoro l’ha portata alla realizzazione di un prototipo di libro d’arte dedicato all’opera di Marino Marini per i non vedenti di cui lei vi parlerà più approfonditamente nel prossimo intervento ed ha contribuito a farci porre l’attenzione sulla questione cui ci eravamo sempre ripromessi di dedicarci nell’ottica di rendere fruibile l’opera di Marino al maggior numero di persone possibile.
Proprio in quei giorni il destino, per tutt’altre vie, mi ha fatto incontrare Giovanni Boldrini, artista ed esperto in laboratori d’arte per diversamente abili. Giovanni mi ha mostrato alcuni suoi lavori ed immediatamente ho capito la potenzialità del nostro incontro. Ecco brevemente come nasce l’idea delle opere da toccare. Premetto che tutte le sculture di Marino sembrano già realizzare per non vedenti vista l’attenzione che Marino dedica alle superfici delle sue opere e come diciamo noi ai bambini “la pelle” delle sculture ci racconta una storia, ci dice infatti che l’opera che stiamo toccando è triste, felice, impaurita. La patina levigata delle Pomone e dei primi cavalli ci racconta infatti una storia di dolcezza e serenità mentre la superficie combusta di certi cavalieri disarcionati ci spaventa tanto è corrosa e tagliente. A questo proposito al Museo Marini di Firenze già da anni esistono visite guidate per non vedenti che prevedono il tocco delle sculture di Marino, anche di quelle monumentali. Ma quello che con Giovanni abbiamo voluto tentare, non senza dubbi e ripensamenti, è qualcosa di ancora più difficile… il nostro sogno infatti è quello di far “vedere” le opere pittoriche di Marino. I bassorilievi che abbiamo potuto realizzare grazie all’abilità tecnica di Giovanni e alla sua conoscenza approfondita dei materiali sono infatti la traduzione di alcuni dipinti di Marino. Si tratta di pannelli leggerissimi, che rispettano in scala le misure originali dell’opera e ne ricalcano perfettamente i tratti principali relativi al contenuto dell’opera. Questo, non senza emozione da parte nostra, permette a un non vedente di conoscere un quadro di Marino di cui può aver sempre sentito parlare senza aver mai potuto “conoscerlo” direttamente. Questi primi risultati ci hanno spinto a osare ancora e dunque Giovanni ha realizzato una legenda che raccoglie tutti i colori presenti nell’opera e attraverso variazioni della superficie che ricalcano le variazioni di colori, quindi un non vedente può anche arrivare a percepire le scalature di colore. Stiamo pensando ad un alfabeto dei colori, come un codice linguistico che per convenzione resti sempre invariato. Questo permetterà pian piano di leggere tutti i colori presenti in un’opera . ovviamente si tratta di un progetto in fieri che dovrà essere perfezionato e per far questo l’aiuto dei non vedenti è e sarà sempre essenziale.
Le potenzialità di questo lavoro sono infinite, i pannelli possono essere utilizzati da un fruitore che viene autonomamente a visitare il museo e per questo stiamo infatti pensando di realizzare un allestimento stabile in una delle sale espositive, a corredo della sala abbiamo intenzione di creare un vero e proprio percorso all’interno dell’intero museo con un tracciato a pavimento, didascalie in Breille che segnalino e spieghino tutte le opere, anche scultoree, che un non vedente può toccare. Gli insegnanti potranno utilizzare questa opportunità sia per far partecipare attivamente un eventuale studente ipo - vedente o non vedente ad una visita con la classe oppure pensare ad un percorso per la classe intera che sfrutti i bassorilievi tattili per sperimentare nuove modalità di fruizione delle opere d’arte.
Ci piacerebbe molto poter realizzare un percorso sperimentale, un vero e proprio “laboratorio dei sensi” in cui tutte le modalità di comunicazione sviluppate in questi anni da tutti gli operatori che lavorano per il Museo e a cui da qualche tempo si è unito anche il prezioso contributo del Funaro potessero essere messe in pratica per tradurre sensorialmente tutto ciò che le opere ci comunicano. Utilizzando tutti i nostri sensi, magari per una volta lasciando indietro proprio la vista, si possono esplorare nuove frontiere percettive , evocare i colori invece di guardarli , magari attraverso silenzi, suoni, odori o esperienze tattili.
Questo nostro lavoro, ci auguriamo possa essere un modo per avvicinare all’arte i non vedenti ma anche per regalare un nuova visione dell’arte a tutti quanti perché citando Proust :Un vero viaggio di scoperta non è cercare nuove terre ma avere nuovi occhi.
Ambra Tuci
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