Amentum, angone, falarica, geso, harba, soliferrum, questi alcuni degli etimi che ruotano intorno al giavellotto
Il giavellotto è l’arma che l’uomo preistorico ha utilizzato per procurarsi il cibo e per difendersi. Dopo milioni di anni, i Guerrieri si sono serviti del giavellotto per scopi bellici e gli Atleti per dimostrare le proprie abilità fisiche: tra storia, sport ed arte il percorso organizzato dal Circolo Culturale “L'Agorà”.
Giovedì 19 gennaio alle ore 16,30 presso la sala conferenze "Diego Vitrioli" della Biblioteca Comunale "De Nava" di Reggio Calabria il Circolo Culturale "L'Agorà" organizza un incontro avente come tema "Il lancio del giavellotto dalle origini ai nostri giorni". La giornata di studi sarà coordinata dal Segretario del sodalizio organizzatore Natale Bova e di seguito la relazione del docente di scienze motorie Riccardo Partinico.
Il giavellotto ha origini antiche e veniva utilizzato dall'uomo preistorico per procurarsi il cibo e per difendersi e successivamente venne inserito tra le gare atletiche nella prima olimpiade del 776 a.C. nella specialità del Pentatlon.
Le prime notizie storiche sul Lancio del Giavellotto provengono dall'antica Grecia, più precisamente, dagli scritti di Senofonte, 776 a.C.. Dopo milioni di anni, i Guerrieri si sono serviti del giavellotto per scopi bellici e gli Atleti per dimostrare le proprie abilità fisiche. Un laccio di cuoio, chiamato Ankulè dai Greci ed Amentum dai Romani, arrotolato nella parte centrale del giavellotto è stato parte integrante e sostanziale dell’arma. L’Ankulè, infatti, serviva per migliorare la presa dell’arma e lanciarla, quindi, con maggiore potenza e precisione.
I Greci, già nel V° sec. a.c., avevano escogitato un sistema di leve che aumenta la gittata e la precisione dell’attrezzo. Un laccio di cuoio denominato Ankulè legato “a cappio” attorno all’asta del Giavellotto diviene il braccio di una leva che permette di sfruttare la forza centripeta sviluppata dalla circonduzione dell’articolazione della spalla che si trasforma, nel momento del lancio, in forza centrifuga uguale e contraria a quella prodotta. L’azione motoria inizia con la rincorsa e termina con il lancio, precisamente con la flessione prima del polso e successivamente delle due dita, indice e medio, impegnate a mantenere l’Ankulè. Quest’applicazione di forza veloce, risulta efficace se sorretta da una tecnica esecutiva che rispetti i principi della biomeccanica.
Nonostante questa tradizione ultra millenaria, nel periodo di rinascita dello sport moderno la gara acquista ufficialità soltanto alla quarta edizione delle Olimpiadi (Londra, 1908), dove trionfò lo svedese Lemming (con 54,44 m), che s'impose anche a Stoccolma nel 1912.
I due Record del Mondo di Lancio del Giavellotto, Maschile e Femminile, sono, rispettivamente, 98,48 metri conseguito il 25.05.96 a Jena (Germania) da Jan Zelezny Atleta della Repubblica Ceca con il giavellotto di 800 gr. di peso e di 72,28 metri conseguito il 13.09.08 a Stoccarda (Germania) da Barbora Spotakova Atleta della Repubblica Ceca, con giavellotto di 600 gr. di peso.
La giornata di studi si terrà nei locali della sala conferenze "Diego Vitrioli" della Biblioteca Comunale "DE NAVA" di Reggio Calabria giovedì 19 gennaio a partire dalle ore 16.
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