Angelo Brescianini. L'Angelo e la pistola
In seguito al grande successo registrato ad Arte Fiera Bologna lo scorso gennaio, la galleria AICA Andrea Ingenito Contemporary Art presenta nelle sue due sedi di Milano e Napoli, rispettivamente dal 17 marzo all’8 aprile e dal 16 aprile al 14 maggio, la personale dal titolo “L’Angelo e la pistola”. In mostra si possono ammirare una ventina di sculture in acciaio, alluminio e rame “scolpite” in quel modo unico che contraddistingue il lavoro dell’artista bresciano: con proiettili di armi da fuoco.
Innesco della pallottola, angolo, distanza di tiro: è questo il rituale accuratamente organizzato che Angelo Brescianini reitera per realizzare le sue opere. Al posto dei pennelli, le pistole: con 44 magnum, fucili e colt, l’artista dosa cariche e distanze, quasi come un alchimista, fino a plasmare le sue iridescenti lastre di acciaio, senza mai lederne la superficie.
Le sue realizzazioni di elementi tridimensionali di valenza plastico-pittorica, sono veri e propri quadri-oggetto nei quali la tela viene movimentata e sagomata acquisendo così evidenza plastica e significato scultoreo, spesso in monocromo. Una modalità espressiva che va alla ricerca dei complessi rapporti tra spazio-luce e forma. Brescianini non può però essere considerato un “estroflessore” di superfici come tanti: è l’artista che riesce a fermare il tempo conducendolo in labirinti scanditi dal caso ma non dalla casualità. Egli vuole e ottiene la trasformazione del supporto e abbandona tela e telaio per lastre metalliche.
L’artista realizza opere di getto: l’obiettivo è di creare lavori che nascano con una rapidità pari a quella con cui l’idea giunge alla sua mente creativa. "Il concepimento dell’opera d’arte creata dall’istantaneità del gesto, è la sola espressione vera di ciò che vogliamo esprimere in natura”: con queste parole lui stesso spiega il suo lavoro.
Frutto di lunghi anni di prove, errori e sperimentazioni, le sue opere dialogano a distanza con le lacerazioni inferte da Lucio Fontana alle sue tele e rappresenta un’evoluzione delle esperienze balistiche di Niki de Saint Phalle che cercava l’istantaneità del gesto, esplodendo i suoi tiri aleatori su sacchetti di colori e supporti preparati in precedenza.
Nessuno dei colleghi illustri di Brescianini è stato però capace di racchiudere e far contemporaneamente veicolare la luce in un attimo, con la velocità di una pallottola, e a dare la vera immediatezza di uno stato d’animo catturato da una “bugnatura” sulla superficie metallica che raccoglie la luce creando percorsi inaspettati e sinuosi.
Nella fredda lastra l’artista veicola la luce che, intrappolata su una superficie più lucida e levigata, impreziosisce meglio l’effetto finale nella sua essenzialità.
Questa nuova tecnica, che fa delle armi – mezzi nati per l’offesa e la difesa – strumenti che danno vita a oggetti d’arte, è considerata ormai da molti critici una vera rivoluzione nel panorama artistico del ventunesimo secolo rendendo Brescianini innovatore del suo tempo e il suo stile unico al mondo.