Antiquariato: la necessità di conoscere e non solo di apprezzare un oggetto
Il panorama artistico, storico e culturale che si propone a chi, per passione o per effettuare un acquisto consapevole, si interessa dell’antiquariato, è quanto mai immenso; la comprensione e la verifica del vissuto di un esemplare che vi appartiene, è più agevole se esso si colloca non prima degli inizi del novecento: le preferenze dei più giovani ed un accenno al futurismo.
Oggi, si considerano come oggetti di antiquariato, tutti quei mobili, dipinti, tappeti, orologi, libri, etc., che hanno almeno cinquant’anni. Appare evidente, quindi, quanto immenso possa essere il panorama artistico, storico e culturale che si propone a chi, per passione o per effettuare un acquisto consapevole, si interessa ad esso; ed è, conseguentemente, opportuno conoscere almeno le nozioni di base dell’antiquariato, per evitare di essere raggirati da qualche commerciante improvvisato e senza scrupoli. Ma, non deve essere solo questo aspetto a guidare la sete di conoscenza: possedere le giuste informazioni, aumenta, in maniera esponenziale, il piacere del possesso; in pochi acquisterebbero, ad esempio, un’auto di grossa cilindrata, solo per la sua velocità di punta, senza essersi prima documentati sulle componenti meccaniche di base, sull’aerodinamica e sul comfort. Allo stesso modo, un oggetto d’antiquariato non andrebbe acquistato solo perché è bello.
Sicuramente, è più agevole comprendere e verificare il vissuto di un mobile d’antiquariato, se esso si colloca non prima degli inizi del novecento; proprio in quegli anni, furono prodotti pregevoli esemplari, riferibili al futurismo, oggi particolarmente gradite dai più giovani. Non è raro, infatti, trovare nelle loro case, qualche oggetto d’arredo del napoletano Francesco Cangiullo, considerato il padre del design futurista; le sue creazioni, assolutamente, rivoluzionarie per un’epoca in cui i mobili contemporanei gli apparivano, a suo dire, “tristi, funebri, glaciali, cafoneschi e sempre chiusi in un mutismo di sarcofago”, erano, invece, “a sorpresa, parlanti e paroliberi”. La continua ricerca per un qualcosa, che servisse a rompere schemi oramai consolidati, non gli impedì di produrre mobili che fossero, soprattutto, eleganti, comodi, pratici ed “igienici”, come egli stesso auspicava; “parlante” è la sua sedia tricolore “Zang!”, fatta a sbalzi e a scatti, ovvero “a sorpresa”, quella che egli chiamò “Nevrastenica”.
Scoprire che i “più giovani” rappresentano, in realtà, una fascia d’età compresa tra i 33 e i 40 anni, può destare qualche perplessità; resta il fatto, però, che si mette “su casa”, sempre più tardi rispetto alle abitudini di un tempo, il più delle volte per motivi di carattere finanziario; l’oggetto d’antiquariato, in tutti questi casi, non può che essere “unico”, con una motivazione d’acquisto che va ricercata, senz’altro nel desiderio di rompere le linee rigorose ed essenziali di un arredamento moderno, verosimilmente, meno costoso, ma anche per l’esigenza di testimoniare l’arte e la creatività del passato, che continua a suscitare belle emozioni.