MUSICA
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Antonio Fiabane, ovvero il mondo e’ musica

07/03/13

Ogni uomo è anche il suo messaggio, perché ogni uomo parla con la sua vita e quando ha la caratura e il talento di Antonio Fiabane è un esempio luminoso anche per gli altri. Sì, perché Antonio Fiabane, musicista e paroliere di fama nazionale, ha varcato il confine sottile e tuttavia profondo tra il vivere di musica e il vivere per la musica, specialmente quando la musica è la propria.

Ogni uomo è anche il suo messaggio, perché ogni uomo parla con la sua vita e quando ha la caratura e il talento di Antonio Fiabane è un esempio luminoso anche per gli altri. Sì, perché Antonio Fiabane, musicista e paroliere di fama nazionale, ha varcato il confine sottile e tuttavia profondo tra il vivere di musica e il vivere per la musica, specialmente quando la musica è la propria. L’ho ghermito nella sua Belluno e mi è parso subito fiero e travolgente come le sue montagne. Ho grattato l’artista e ho trovato il filosofo. La sua agenda è fitta di nomi famosi, ma lui è rimasto modesto e semplice come il ragazzo della porta accanto. L’occasione è di quelle da incorniciare, ovvero quella di giovedì 7 marzo quando, alle ore 18.00, presso il Centro Congressi Giovanni XXIII di Belluno, quando Antonio accompagna con il brano “Buona vita” di Ornella Vanoni la conferenza del prof. Francesco Alberoni dal titolo “Ieri, oggi, domani. La donna, la famiglia, la società”.La regia dell’evento è di Salvo Nugnes e vede come relatrice Marcella De Pra, responsabile di Spazio Incontro ULSS 1 Belluno.Dunque Antonio la tua è una dedica speciale alle donne? “Sì, dedico a loro questo brano che mi è rimasto dentro, mi è rimasto impresso quando ho avuto la fortuna di lavorare per l’allestimento del tour della Vanoni, tour che ha concluso in piazza del duomo a Milano. Mi sembra che lei abbia dedicato questa canzone alla nipote:”buona vita” è una trasmissione di femminilità, un insegnamento educativo per le persone”.Ti aspettavi il successo negli anni ’80 quando giovanissimo hai fondato la Fiabane band? “No, il successo l’ho avuto come autore ed è un miracolo poter continuare a suonare davanti alla gente”. Chi è stato il primo a credere in te Shell Shapiro o Roberto Soffici? “ Il primo a ….non credere in me sono stato io, la fortuna è stata che invece gli altri mi hanno aiutato, come quelli che hai nominato, come Bruno Tibaldi”. Se ti dico l’astronauta cosa mi rispondi? “ Sento di ringraziare Tibaldi e Diego Calvetti perché prima quel brano l’ha ascoltato tutto il mondo e ha detto che non andava bene, poi è arrivato il successo anche grazie a Federico Stragà che ci ha messo la voce, solo lui poteva cantarla”. Dimmi del tuo primo disco “Riconosci i tuoi Santi”. “ Sì è il mio primo disco e rappresenta il momento, per tutti e nella vita, dove guardare indietro, ed intorno, e ringraziare i nostri Santi: quelli che non ci sono più, che sono qui vicini a noi. Dentro ci sono due canzoni dedicate a due donne: Rita e la Petacci: una apparentemente fragile e l’altra apparentemente forte e lì c’è il messaggio”.Sergio Cossu ex Matia Bazar ha cambiato la tua carriera? ”Sergio è un amico e abbiamo fatto della musica insieme, lui è alla pari di tante persone che hanno creduto in me e che ricordo nel titolo del mio ultimo disco”.Hai scritto anche “Sentimento talian”. “E’ un inno per gli emigranti veneti nel mondo ed è stato presentato anche in Brasile. La ballata mi è stata commissionata dalla Regione Veneto tramite l’assessore regionale Oscar de Bona. Scriverai ancora per la Tv e per la pubblicità? “Mi piacerebbe, ma di mezzo c’è la vita che offre a volte più a volte meno opportunità. Intanto sono tornato a Belluno e mi sono impegnato a far cose che partono da qui. Con il regista Francesco Bortolini e l’attore Roberto Faoro ho allestito la pièce teatrale "Ho giocato a carte con l'assassino", ispirata ai "Misteri di Alleghe" di Sergio Saviane. Cosa farai da grande? “ Spero di continuare ad avere la fortuna di fare il lavoro che mi piace”.
Marilena Buganza




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