Assente per stress. Quando non presentarsi al lavoro significa essere stressati
Milano, 28 ottobre 2010 – Grande successo di pubblico e soddisfazione fra gli addetti ai lavori per la seconda edizione del Convegno “Lo stress occupazionale e i rischi psicosociali. La centralità della prevenzione e i costi del disagio psicosociale”.
A distanza di un anno dalla prima edizione, la SIPISS - Società Italiana di Psicoterapia Integrata per lo Sviluppo Psicosociale ha richiamato ancora una volta l’attenzione sul fenomeno dello stress nei contesti professionali, sottolineando in particolar modo come questo sia alla base di sempre più diffusi fenomeni di micro-assenteismo.
Il Dott. Giuseppe Ferrari, Presidente della SIPISS, illustra i risultati di una interessante ricerca sul fenomeno del micro-assenteismo in correlazione allo stress. I dati evidenziano come nel campione rappresentativo di lavoratori che hanno preso parte alla ricerca (2000 soggetti in totale), sul totale delle assenze per malattia il 40% è dovuto a problematiche stress-correlate.
Gli impiegati sono coloro che ne soffrono maggiormente (45% dei soggetti), evidenziando come il disagio sia più rilevante negli ambienti d’ufficio. Per quanto riguarda la manifestazione del disagio, i sintomi a carattere fisico più frequentemente riscontrati sono quelli a carico dell’apparato gastro-intestinale.
Un altro dato significativo deriva dall’analisi dell’età dei soggetti in relazione all’incidenza del micro-assenteismo. Emerge chiaramente come la popolazione tra i 31 e i 35 anni sia la più colpita. Questo dato trova una sua spiegazione nel fatto che mediamente in questa fascia di età gli individui iniziano a stabilizzarsi lavorativamente. Spesso, però, la condizione vissuta non è frutto di una scelta spontanea o può non corrispondere con le ambizioni professionali che si erano andate formando negli anni precedenti. E’ in questi anni che le persone devono iniziare a scendere a compromessi lavorativi e a mettere in discussione i propri obiettivi professionali. In questa situazione gli ideali, che ancora permangono e hanno una loro vividezza, confliggono con la realtà dell’attualità lavorativa. Si inizia a fare i conti con quello che realmente il mondo del lavoro può offrire o con i propri limiti soggettivi e spesso il bilancio che se ne deduce non è sempre facilmente accettabile. Si struttura così una forma di disagio dai contorni non sempre facilmente identificabili e riconoscibili, ma che produrrà un malessere nelle persone che sono così portate a sottrarsi dal contesto lavorativo frutto dell’insoddisfazione e della messa in discussione del proprio progetto professionale.
Un altro dato significativo riguarda la fascia di età tra i 45 e i 50 anni. Questa fascia di età si connota mediamente per una ormai consolidata sicurezza lavorativa. In questa età si può affacciare l’esigenza di cambiare la propria condizione lavorativa, di avere nuovi stimoli e nuovi spazi di esperienza. In molti casi si arriva a questa età avendo trascorso la propria carriera professionale nel medesimo ambiente. Questo può portare ad una saturazione e ad un’insofferenza determinata dal desiderio più o meno consapevole di approntare un cambiamento. Spesso però il cambiamento sperato non è sempre facilmente realizzabile. In alcuni casi le persone non si permettono neanche di ammettere di avere bisogno di modificare la propria condizione lavorativa. Possono ritenere di non avere più possibilità di spendere la propria professionalità oppure di non poter competere con colleghi più giovani. Frequentemente, è il contesto lavorativo stesso che in maniera più o meno diretta suggerisce uno scenario predefinito per lo sviluppo professionale del dipendente. Quest’ultimo vede quindi confliggere i propri nuovi bisogni emergenti con evidenze ambientali che spesso non sono pronte ad accogliere le sue spinte al cambiamento.
Nel Corso del Convegno ampio spazio è stato garantito al tema della prevenzione come strumento per contenere il disagio psicosociale e come strumento manageriale per la valorizzazione dei lavoratori e del loro benessere e, di conseguenza, della loro produttività.
L’appuntamento è rinnovato per il prossimo anno con una nuova edizione del Convegno che proporrà nuovi interessanti chiavi di lettura per il fenomeno dello stress e dei rischi psicosociali.