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Automobilismo e patologie: Vicky Piria, frattura dell'indice e recupero lampo

07/12/10

Piloti ai "box": fratture del polso e della mano. Il caso di Vicky Piria, giovane driver italo-inglese curata dal Dott. Massimo Massarella

Quando sterzo, controsterzo e testacoda diventano fatali. Nei piloti, la frequenza e l’intensità delle vibrazioni, può condurre all’insorgenza di patologie del polso e della mano. La guida, e con essa il forte impatto di trazione, può provocare patologie a carico di nervi e lesioni legamentose.

Le mani giunte sul volante, soggette a movimenti repentini e sterzate ad alta energia.
In questo quadro, si inseriscono i traumi diretti e violenti, responsabili di fratture del polso.
Non vanno poi trascurati i traumi a carico delle dita, parte integrante dell’atto di guida.

Attingendo a piene mani dalla casistica, citiamo il caso di Vicky Piria, giovane driver infortunatasi lo scorso 29 settembre, in occasione di un test al Mugello. Alla guida della sua monoposto, il fiore all’occhiello della rassegna “Formula Abarth” esce di pista. La diagnosi desta non poche preoccupazioni all’interno del Team Tom Cat Racing: frattura di una falange prossimale dell’indice (mano destra n.d.r.).

Dopo circa 12 giorni, Vittoria torna a gareggiare, grazie anche al supporto medico del Dott. Massimo Massarella, Medico Chirurgo specializzato in Ortopedia e Traumatologia presso la Casa di Cura Villa Stuart. La versione di uno degli artefici della prodigiosa guarigione: “Vicky presentava segni clinici evidenti, confermati dalla risonanza radiologica effettuata. Nel suo caso, ho privilegiato un approccio di tipo conservativo, applicando un mini-tutore di protezione. Si è trattato di un recupero efficace quanto immediato, agevolato dalla determinazione dell’atleta”.

La bontà del recupero è testimoniata dall’ottima gara disputata al Mugello lo scorso 10 ottobre, penultima prova del Campionato Italiano di Formula Abarth, nel corso della quale, la ragazza ha sfoderato un’ottima prestazione.
Come detto, i piloti, proprio per la specificità della loro disciplina, vanno incontro al ripetersi di micro-traumi a carico di polso, mano e dita.

Lo specialista traccia il sentiero per un pronto ritorno alla pratica sportiva: “In presenza di patologie e fratture riscontrate negli sportivi, viene proposto un trattamento non invasivo, tenendo in debita considerazione la priorità degli atleti stessi: tornare alla piena efficienza fisica nel più breve tempo possibile”.

Per quanto riguarda gli accertamenti necessari, l’esame clinico disposto deve essere eseguito ad entrambi gli arti superiori, in modo da comparare il lato sano a quello malato, attraverso il c.d. range di movimento(R.O.M.), sia del polso che delle articolazioni minori.

“Oggi – continua il Dott. Massarella – esistono “splint” o tutori che garantiscono la guarigione ed il ritorno alla guida nel giro di 2-3 settimane, a patto che non vi siano frammenti scomposti”.

Vicky ce l’ha fatta in appena 12 giorni. Il prossimo circuito le si schiude davanti. Il piede torna a pigiare deciso sull’acceleratore.



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