SPETTACOLO
Comunicato Stampa

BAT - Bottega Amletica Testoriana" esercizi per gli attori" al Teatro Rossini di Pesaro, a cura di Antonio Latella

Una “bottega” teatrale, un luogo aperto di studio e lavoro, per darsi insieme – attori, regista, maestranze e pubblico – la possibilità di una vera ricerca intorno al mistero di Amleto, nelle tre tappe formulate da Giovanni Testori, una trilogia che lo accompagnò per tutta la vita: la sceneggiatura scritta per il cinema, L’Ambleto e Post-Hamlet.

Pesaro , all'interno del Festival Testori, promosso da AMAT per Pesaro 2024 (progetto di Comune di Pesaro, MiC e Regione Marche con Fondazione Pescheria), Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa e stabilemobile, in collaborazione con Associazione Giovanni Testori. Il percorso di formazione – partito nel febbraio scorso, con tappa al Piccolo Teatro Grassi di Milano dal 27 al 29 ottobre e dal 3 al 5 novembre 2023 – si è concluso  al Teatro Rossini di Pesaro in forma di “Esercizi con il pubblico", a teatro aperto, sempre in luce e con interventi e dibattito finali.

 Antonio Latella ha così portato in scena un progetto di studio  di otto giovani ragazzi sul trittico amletico di Giovanni Testori. Tre testi che, come ricordano i ragazzi, non sono da leggersi uno per volta, ma acquistano senso e potenza proprio in atto della loro consequenzialità.

U na “bottega” teatrale, quindi, un luogo aperto di studio e lavoro, per darsi insieme – attori, regista, maestranze e pubblico – la possibilità di una vera ricerca intorno al mistero di Amleto nelle tre tappe formulate da Giovanni Testori, una trilogia che lo accompagnò per tutta la vita: la sceneggiatura scritta per il cinema, L’Ambleto e Post-Hamlet.

Sin dall’inizio il progetto BAT Bottega Amletica Testoriana è anche affiancato da un inedito rapporto con lo spettatore: attraverso una call pubblica sono stati selezionati otto spettatrici/spettatori “in avamposto” – Elisa Agostinelli, Andrea Bontempi, Giulia Ceglia, Nicoletta Eligio, Clara Fedi, Jacopo Garbuglia, Abanoub Gayed e Anya Pellegrin -, complici della ricerca degli otto attrici/attori in una sorta di inedita “intimità”, condividendone il percorso in un vero processo di scambio reciproco.

“Quest’ultima fase del lavoro – notano Federico Bellini e Antonio Latella – si presenta quindi come la restituzione finale di questo viaggio, destinato a non sfociare in uno spettacolo ma in ricerca che non intende abbandonare la sperimentazione e le sue possibili forme, come è accaduto ad esempio per il Post-Hamlet, dove il lavoro musicale modulato su tempi e ritmi del rap ha permesso di render conto di una costruzione verbale secca, martellante, assertiva. Così come, nella lunga analisi testuale, non si sono cercate chiavi interpretative dei testi da assumere come verità assolute, ma piuttosto domande che continuano a interrogarci, soprattutto nello sviluppo dei personaggi di Shakespeare attraversati da Testori in tre lavori totalmente differenti. […] In definitiva, le ultime restituzioni pubbliche di BAT speriamo e pensiamo possano aprire una porta, forse non solo una, allo studio da condividere tra artisti e pubblico, con ogni probabilità una delle forme più alte del fare cultura. In coincidenza con la designazione di Pesaro a Capitale italiana della cultura, pensiamo che questo tentativo di mettere il pubblico di fronte ad una materia viva, ancora informe, una materia che è ricerca e non formalizzazione, e al contempo permettere ad esso di partecipare al processo di studio e farsi soggetto d’indagine entrando in comunione con gli artisti, sia una grande possibilità per tutti, un gesto altruistico che pensiamo possa a buon diritto definirsi atto di politica culturale. Per portare a termine quest’esperimento non potevamo che farci guidare da un autore come Testori, che ha fatto della sua ricerca linguistica una delle più estreme e pericolose rivoluzioni operate sulla lingua italiana, qualcosa che ha segnato un confine invalicabile: esiste un prima e un dopo Testori, a teatro e non solo. […] Così, insieme al pubblico di Pesaro, proveremo un’ultima volta a scardinare i meccanismi tradizionali di ciò che viene definito “rappresentazione”, per affondare insieme al pubblico nel caos e nella confusione vitale di un processo creativo che possa un giorno essere ricordato come una tappa del “fare cultura”. In altre parole, fare in modo che la vita di tutti i giorni non sia solo “rappresentazione” ma continuo studio del libro che siamo e che diventeremo”.

Nell'ultimo pomeriggio di questa BAT - Bottega Amletica Testoriana" esercizi per gli attori" al Teatro Rossini di Pesaro, Beatrice Verzotti,  Chiara Ferrara,  Noemi Apuzzo e Flavio Capuzzo, presentati da Alessandro Bandini, Andrea Dante Benazzo, Matilde Bernardi Dolcetta e Sebastian Luque Herrera, portano sul palco quattro "compiti", ovvero quattro esercizi sui testi di Testori, che ricordano quelli che Quineau chiama esercizi di stile, in cui non serve cambiare la base, la storia del testo, per ottenere tanti risultati diversi.

 Uno dopo l'altro i ragazzi mettono in scena dei monologhi. Tutti fanno percepire una conoscenza profonda del testo e la capacità di sentire dentro di sé quello di cui si sta parlando. Gli attori portano avanti le parole dell'autore con consapevolezza, ma senza lasciare indietro la forza giovane e l'energia, che rende ancora più corporeo il discorso.

Lo spettatore studia con loro e compie un viaggio passo passo dentro i testi, assiste ad una lezione su di essi. Tutto nelle performance ha corpo, prende materia, non è pensante, ma presente. Anche i corpi dei ragazzi che scelgono di mostrarsi nudi allo spettatore non sono solo nudità, ma oggetti corporei e teatrali, diventano, come ricorda una delle ragazze, maschere essi stessi. 

Nelle parole di Antonio Latella, BAT_Bottega Amletica Testoriana «non è e non vuole essere uno spettacolo, ma uno spazio offerto a chi vuole condividere un percorso di studio volto a qualcosa che ci porti oltre la convenzione della formalizzazione spettacolare, facendo dello studio stesso una vera condivisione con il pubblico. In altri termini, provare ad abitare un contesto di lavoro caro ai nostri maestri, la “bottega”, termine oggi forse desueto, ma che continua a indicare un approccio al fare teatro che ha nella ricerca e nell’apprendimento la propria ragion d’essere, mettendo se stessi totalmente a servizio dell’autore scelto. Il pubblico sarà invitato a prendere parte a questo incontro tra gli otto attori e attrici scelti e la trilogia scritta da Giovanni Testori, in diverse tappe della sua vita, intorno alla figura di Amleto. Tre possibilità di Amleto, tre stazioni dove ciascuna di esse sovverte, riscrive e riflette sulla figura del principe di Danimarca e del suo rapporto con il corpo morto del padre. [...] Credo che questa esperienza rara possa essere chiamata “possibilità”; possibilità non solo per gli attori e le attrici e per tutte le maestranze chiamate a farne parte, produttori compresi, ma anche e soprattutto per il pubblico, che potrà farsi, insieme a noi, una sorta di ricercatore capace di accettare e credere più nel rischio dell’avventura che nel risultato. Ogni apertura è una possibilità di studio e di arricchimento per gli interpreti e per gli spettatori, ogni apertura consiste in un affondo diverso e in una nuova scoperta. Darsi, quindi, una possibilità vera per una vera scoperta.»
Fin dall’inizio il progetto è stato affiancato da un inedito rapporto con lo spettatore: attraverso una call pubblica sono stati selezionati otto spettatrici/spettatori “in avamposto”, che sono diventati complici della ricerca degli otto interpreti, affiancandoli in una sorta di inedita “intimità”, condividendone il percorso in un vero processo di scambio reciproco. In una società sempre più vocata al facile consumo di prodotti anche culturali, questa esperienza vuole sperimentare una relazione inedita che non metta lo spettatore di fronte a un prodotto finito, ma che lo interpelli durante il processo di creazione".

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