Calcio: lo sport si ferma dinanzi ai fatti del 13 Novembre

Lo sport si ferma davanti agli accaduti del 13 Novembre, attacco a Parigi e calcio...

Ad Hannover doveva disputarsi l’amichevole di Calcio tra le due nazionali Germania e Olanda, ma per un allarme “bomba”, seguito da dubbi e smentite, la partita è stata annullata. Lo sport si ferma dinanzi all’accaduto del 13 Novembre. Stessa sorte toccata lunedì sera alle due nazionali Belgio e Spagna, che si sono viste annullare la loro partita e con essa l’illusione di “non darla vinta” a loro, ai terroristi.

Gli attentati di Parigi hanno risvegliato paura e angoscia nei cuori di tutti noi, che vediamo la nostra libertà fortemente minata. Tutti, sportivi e tifosi compresi, che in questi giorni si fermano.

Si fermano per riflettere, per raccogliersi in quel minuto di silenzio che grida la sua solennità negli stadi di tutta Europa e si fermano per indignarsi laddove si offrono insulti e frasi agghiaccianti invece che rispetto. E’ accaduto in Turchia, nello stadio di Istanbul, dove prima del fischio arbitrale sono arrivati i fischi offensivi dei tifosi locali. Recidivi peraltro.

Ma soprattutto si fermano perché la minaccia incombe e con essa aumenta la vulnerabilità di chi sente di non avere il controllo. Ed ecco che gli stadi che dovevano essere, come di consueto, teatro di 22 giocatori scesi in campo per una sfida amichevole, sono diventati invece un triste spettacolo di perquisizioni sugli spalti, di inviti alla calma dagli altoparlanti, di persone, “i cari amici del calcio”, che si allontanano per paura dell’ennesimo attentato e di squadre scortate in posti sicuri.

Scenari tristi ma reali: bisogna prendere atto del fatto che l’allarme terrorismo si sta ripercuotendo anche nello sport e il vuoto lasciato nei campi di calcio riempie le nostre anime sempre più spaesate.

Ci si ferma, nel dubbio, per la sicurezza. Ci si ferma nel dubbio. Nel dubbio restiamo.

Di Valentina Cozza