Che fare se si smarrisce il titolo protestato?
Se si perdono gli atti dei titoli protestati, possono presumibilmente essere facilmente riprodotti dall’istituto di credito coinvolto, oppure tramite il notaio che ha seguito la pratica. In ogni modo l’autocertificazione, come ultima spiaggia, è prevista ai sensi di legge.
Abbiamo visto che la cancellazione dei protesti è fattibile attraverso una procedura che prevede l’esibizione dei documenti inerenti, in primis i titoli protestati e gli atti a essi relativi. Si paga un contributo unificato, oltre a una marca da bollo. Ne è necessaria anche un’altra per il rilascio della documentazione a cinque giorni dalla fine dell’operazione (di valore più alto se si desidera il rilascio a vista). La cancellazione viene effettuata su delibera del Presidente della Camera di Commercio entro venti giorni dalla presentazione dell’istanza, con relativo provvedimento di riabilitazione. Per controllare c’è la visura dei protesti.
Ma che succede quando si perdono i titoli? Sarebbe meglio, intanto, farne subito delle fotocopie. Gli atti (presumibilmente tenuti insieme ai titoli) possono essere facilmente riprodotti dall’istituto di credito coinvolto; oppure il tutto si può probabilmente recuperare grazie al notaio che ha lavorato la pratica.
In alternativa, si può tentare la via dell’autocertificazione, prevista ai sensi di legge. Si deve specificare, però, il motivo per il quale non si dispone della documentazione originale.
Addirittura può essere il beneficiario dell’assegno o della cambiale protestata a garantire per il richiedente di aver ricevuto il pagamento. In tal caso bisogna fornire delle minuziose prove: non solo le generalità della persona fisica o giuridica (con i dati di chi la rappresenta), ma anche le caratteristiche del titolo (data e importo), i riferimenti al protesto e a chi ha incassato direttamente o tramite girata, nonché al pagatore.
Nell’eventualità specifica degli assegni, può essere ancora d’aiuto la banca. Mediante un suo certificato originale, si dimostra l’avvenuto deposito; anche qui, tuttavia, ci vogliono tutti i codici dell’operazione.
Trascorsi cinque anni dal protesto non è più possibile intervenire, a causa dell’irreperibilità dei dati nei certificati camerali, a prescindere dalla comprovabile effettuazione dei pagamenti.