ARTE E CULTURA
Comunicato Stampa

Claterna, immagini di una città sepolta

11/06/16

Un progetto espositivo di Soprintendenza Archeologia dell’Emilia Romagna, CRIF e Palazzo di Varignana Resort & SPA, in collaborazione con Associazione Culturale Civitas Claterna e IMA e con il patrocinio di Comune di Castel San Pietro Terme e Comune di Ozzano nell'Emilia

Varignana, 10 giugno 2016 - Palazzo di Varignana Resort & Spa, destinazione esclusiva sulle colline bolognesi, conferma il proprio impegno nella valorizzazione del territorio a livello artistico e culturale con un’esposizione unica: la presentazione del mosaico del pavimento di una domus di età imperiale e il racconto della città romana di Claterna sulla via Emilia.

L’esposizione

La storia della città romana di Claterna, narrata da un testimonial d’eccezione, un magnifico mosaico policromo proveniente da una domus di età imperiale, raramente esposto al pubblico.
“Claterna, immagini di una città sepolta” è il titolo della mostra che sarà inaugurata venerdì 24 giugno alle ore 16.00 a Palazzo di Varignana Resort & SPA, sulle prime colline alle spalle di Claterna, un ulteriore tassello nella valorizzazione dell’area archeologica sulla Via Emilia che da 1500 anni giace sepolta sotto una sottile coltre di terreno nel territorio di Ozzano nell’Emilia.

L’esposizione dell’incantevole mosaico - uno di rari esempi di tessellato policromo di età augustea dell’Italia settentrionale sino a oggi conservato nel Museo Civico Archeologico di Bologna ed esposto al pubblico solo in rare occasioni + di oggetti d’uso quotidiano e di altri manufatti che documentano le tecniche costruttive delle case romane, è l’occasione per ripercorrere la vita che scorreva in questa città in tutti i suoi aspetti, dal vivere al costruire.

L’esposizione, che vede il coinvolgimento di numerosi soggetti pubblici e privati, dalla Soprintendenza Archeologia a Palazzo di Varignana Resort & SPA che ospita l’evento, da CRIF, sostenitore e fautore del progetto espositivo, a IMA, all’Associazione Culturale “Civitas Claterna”, intende valorizzare il sito archeologico di Claterna e i suoi preziosi reperti, visitabili non solo dagli ospiti di Palazzo di Varignana, ma anche da appassionati di arte e archeologia.

In occasione dell’inaugurazione della mostra, Soprintendenza e Associazione Civitas Claterna propongono anche due visite guidate gratuite all’area archeologica di Claterna: Domus dei mosaici e Casa del Fabbro sabato 25 giugno alle ore 10.00 e alle ore 11.00, proprio per ribadire lo stretto legame tra gli oggetti esposti e la città da cui provengono. Il punto di ritrovo per i partecipanti sarà alla cosiddetta “Casa Gialla”, in Via Emilia 482-484, località Maggio di Ozzano dell’Emilia (BO) e la visita potrà poi proseguire proprio a Palazzo di Varignana all’esposizione straordinaria di “Claterna, immagini di una città sepolta”.

Il mosaico

Realizzato in tessere di pietra bianca d’Istria, nera di Pistoia e lapidei di vari colori, il mosaico policromo ora esposto nel Palazzo di Varignana è di seducente bellezza e raffinata fattura.
Sulla grande fascia musiva, a fondo bianco bordato di nero, si snoda una ricca decorazione policroma con cespo d’acanto centrale e due coppie di volute fiorite ai lati. Cinque piccoli volatili multicolori si dispongono sul piano e sopra le volute.
Il mosaico claternate è databile alla seconda metà del I sec. a.C. e la raffinata composizione di questo pavimento, rinvenuto nel 1898 e distaccato -solo in parte- nel 1933, è ancora oggi la testimonianza più eclatante dell’alto livello di vita raggiunto da Claterna in età augustea.

Claterna

Claterna, città ‘sepolta’ ubicata tra Bologna e Imola, nel territorio di Ozzano dell’Emilia, nasce nel II secolo a.C. La sua funzione iniziale è duplice: la città è sia un importante snodo viario (all’incrocio fra via Emilia, torrente Quaderna e una via transappenninica, forse la Flaminia minor), sia un centro di mercato e servizi. Nel I secolo a.C. Claterna, come tante altre città italiche, diventa un municipium con competenza sul vasto territorio compreso fra i torrenti Idice e Sillaro. La città, dopo un floruit collocabile nella prima età imperiale, sopravvive fino alla tarda antichità (V-VI secolo d.C.), seppure notevolmente ridimensionata. Interviene poi la fase di abbandono fino al completo oblio.

Gli scavi archeologici

Fin dall’Ottocento, l’antica città romana di Claterna è stata un campo d’indagine privilegiato per l’archeologia emiliano-romagnola. Qui hanno operato i massimi protagonisti dell’archeologia regionale (da Edoardo Brizio a Guido Achille Mansuello) con interventi sporadici, ma di notevole rilievo. L’unicità di Claterna è dovuta al fatto di non aver avuto una continuità storica analoga a quella degli altri centri -da Rimini a Piacenza- sorti lungo la via Emilia e in qualche caso preesistenti ad essa. Claterna ha quindi offerto la possibilità di indagare una città romana nella sua estensione e configurazione interna senza le modifiche intervenute nel tempo, dal Medioevo ai giorni nostri. A partire dagli anni 80, la Soprintendenza ha intrapreso la progressiva acquisizione dell’ampia superficie su cui si estende l’antica città romana, mentre dal 2005, con la costituzione dell’Associazione Civitas Claterna, si è dato vita a un grande progetto di studio e valorizzazione tra associazione, Comune di Ozzano Emilia e Soprintendenza Archeologia.

Due gli obiettivi degli scavi ancora in corso. Da un lato chiarire alcuni aspetti topografici (i suoi limiti, l’articolazione interna, gli spazi pubblici e sacri quali foro, basilica, edifici templari e teatro) e cronologici (dalla fondazione e dall’eventuale origine preromana al declino) dell’antica città, dall’altro valorizzare alcuni spazi per consentire al pubblico di visitare le evidenze archeologiche più suggestive, come la Casa del fabbro e la Domus dei mosaici.

www.palazzodivarignana.it
www.archeobologna.beniculturali.it

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