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Coetzee: Nella mente dello scimpanzé Sultan, una delle più belle pagine del nobel per la letteratura

07/09/11

Il video degli scimpanzé liberati in Austria dopo 30 anni di reclusione ha fatto il giro del mondo. Una delle pagine più toccanti de "La vita degli animali" del nobel per la letteratura J.M. Coetzee, riguarda proprio uno scimpanzé, Sultan, sottoposto a esperimenti scientifici.

Il video degli scimpanzé liberati in Austria dopo 30 anni di reclusione ha fatto il giro del mondo.
A me ha riportato alla mente una delle pagine più belle e toccanti de La vita degli animali del nobel per la letteratura J.M. Coetzee, che riguarda proprio uno scimpanzé, Sultan, sottoposto a esperimenti scientifici.

La vita degli animali in realtà è un tutt'uno con Elizabeth Costello (nella maggior parte dei paesi la prima parte del libro, quella scritta da Coetzee, è compresa in Elizabeth Costello, in Italia i volumi sono rimasti separati per questioni inerenti diritti di pubblicazione, credo).
Entrame le opere si basano su una serie di conferenze "romanzate", tenute insieme dalla stessa protagonista: la scrittrice Elizabeth Costello.

Nella citazione che riporto ci si riferisce a esperimenti realmente effettuati sull'isola di Tenerife da un gruppo di scienziati dell'Accademia prussiana delle Scienze. Gli studi continuarono dal 1912 al 1920. Uno psicologo del team di Tenerife, Wolfgang Kohler, pubblicò nel 1917 un libro, Le capacità mentali delle scimmie, nel quale parlava degli esperimenti che stavano effettuando.
Coetzee, tramite la voce di Elizabeth Costello, prova a mettersi dall'altra parte, a calarsi nei panni di uno degli scimpanzé che gli scienziati stavano esaminando.

Avete mai provato a immaginare cosa potrebbe passare per la mente a uno scimpanzè sottoposto a test dagli uomini?

"Sultan è solo nel suo recinto. Ha fame: il cibo che prima arrivava con regolarità ha cessato inspiegabilmente di arrivare.

L'uomo che prima gli dava da mangiare e ora ha smesso di farlo tende un filo metallico sopra il recinto, a tre metri di altezza, e appende un casco di banane.
Trascina nel recinto tre casse di legno. Poi sparisce, richiudendosi il cancello alle spalle, sebbene sia ancora nei pressi dal momento che ne sente l'odore.

Sultan lo sa: adesso da lui ci si aspetta che pensi. È per questo che le banane sono appese lassù. Le banane sono lì perché si pensi, per spingere qualcuno ai limiti del proprio pensiero. Ma cosa si deve pensare? Si deve pensare: perché mi fa morire di fame? Si deve pensare: che cosa ho mai fatto? Perché ha smesso di volermi bene? Si deve pensare: perché non vuole più queste casse? Nessuno di questi, però, è il pensiero giusto. Anche un pensiero più complesso - per esempio: cosa c'è che non va, quale idea sbagliata si è fatto di me per credere che per me sia più facile raggiungere una banana appesa a un filo anziché raccoglierne una da terra? - è sbagliato. Il pensiero giusto è: come si usano le casse per raggiungere le banane?

Sultan trascina le casse sotto le banane, le mette una sopra l'altra, si arrampica sulla torretta che ha costruito e tira giù le banane. Pensa: adesso la smetterà di punirmi?

La risposta è: no."

Con parole semplici Coetzee ci dà una rappresentazione (peraltro verosimile) di quanto diversamente uno scimpanzé potrebbe vedere un esperimento.
In particolare, lo scimpanzé non capisce perché: perché lo vuole fare soffrire, a quale scopo? Perché, ancora più importante, quell'uomo ha smesso di volergli bene?
Perché vuole rovinare i loro rapporti amichevoli, la loro "convivenza pacifica"?
Insomma, si direbbe che Sultan ha altri metri di valore: per lui ciò che conta è l'affetto. Il non farsi del male, la bontà dei rapporti con l'Altro.

Un’indagine scientifica come quella trattata appare subito carica di precise aspettative, che necessariamente deformano l’oggetto del conoscere. E questo è un limite ineliminabile in ogni tipo di indagine. Ma spacciare i risultati ottenuti, come fecero a suo tempo questi scienziati, come "la verità sull'intelligenza degli scimpanzé", non solo è una cretinata, ma è anche un'operazione fraudolenta (oggi dovrebbe essere chiaro a tutti).

Oggi si distinguono molti tipi di intelligenza.
I test di cui si parla sopra miravano a quantificare le capacità mentali degli scimpanzé. Ma tramite cosa? Esclusivamente tramite criteri di logica razionale e strumentale.

Certo è facile domandarsi, a questo punto, in quanto a intelligenza emotiva, in quanto a intelligenza sociale, chi è più carente fra Sultan e il suo esaminatore?
Il team operante a Tenerife, benché cercasse di valutare l'attività mentale dei soggetti in esame, non si è posto a suo tempo simili domande.



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