Compravendita immobiliare. Truffe, Imbrogli. A Modica previo falsificazione degli atti
La contraffazione dei documenti e atti di provenienza si sta diffondendo sempre piu'.Viste le cifre in campo pare opportuno farsi assistere da esperti del settore
03 Agosto 2012
Modica -Truffa ai danni di ignari compratori di immobili, con emissione di assegna bancari scoperti o non incassabili, vendendo anche immmobili che non sarebbero stati realizzati, formando atti di compravendita falsi. Cinque persone sono finite agli arresti domiciliari, su decisione del Procuratore della Repubblica di Modica, a conclusione delle indagini della Guardia di Finanza, Per tutti l'accusa è di associazione per delinquere finalizzata alla truffa.
Per tutti, gli inquirenti hanno ritenuto che sussistessero oltre a gravi indizi di colpevolezza, anche il rischio della reiterazione del reato e il pericolo di inquinamento delle prove. L’operazione è scattata alle prima luci dell’alba e riguarda cinque anni di attività del quintetto, dal 2006 al 2011, indagati per quasi un anno dagli uomini delle Fiamme Gialle che hanno ricostruito il meccanismo criminoso anche attraverso numerose perquisizioni e l’analisi dei flussi finanziari che derivavano dalle compravendite.
La banda, attraverso diverse società alcune delle quali gestite per mezzo di prestanomi, infatti, acquistava immobili i quali venivano pagati con assegni di fatto mai incassabili, emessi attraverso un meccanismo piuttosto comune nelle truffe sui pagamenti. Gli assegni venivano di fatto consegnati carpendo la buona fede dei creditori, ma recavano una firma diversa dal titolare del conto corrente, risultante essere spesso egli stesso un mero prestanome. Conseguentemente gli istituti bancari non eseguivano il pagamento del relativo assegno che veniva quindi protestato. Le vendite invece erano fittizie, i compratori venivano convinti a sottoscrivere preliminari o atti di vendita ma i relativi immobili non venivano mai consegnati, o ceduti solo sulla carta, in uno dei casi.
La truffa riguardava anche la ristrutturazione di alcuni immobili che venivano effettuati da ditte le cui fatture non vennero mai del tutto pagate, tra gli illeciti contestati anche una truffa nell’acquisto delle quote di una società che gestiva una nota discoteca della provincia Ragusana.
Nel corso delle indagini i cinque avevano tentato di sviare le indagini con atti e documenti e dichiarazioni false, esibite da una dipendente di una delle società coinvolte. Nove le truffe documentate dagli inquirenti, per ogni episodio la truffa ammontava da un minimo di 20/30 mila euro ad un massimo di 100 mila euro.
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