ECONOMIA e FINANZA
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Compravendita immobiliare; truffe, imbrogli . Le Residenze turistico alberghiere spacciate come appartamenti residenziali . Il caso Termoli

Termoli. Il caso di via Ischia finisce in Tribunale: amministratori pubblici e costruttori dal giudice Alloggi in un residence venduti come prime case, ai danni di ignari acquirenti: il “trucco” della palazzina di lusso di via Ischia, costruita grazie a permessi per struttura ricettiva e “condonata” dall’Amministrazione con una procedura che la Procura ritiene illegale, finisce a Palazzo di Giustizia. Fissata al 21 giugno 2012 l’udienza preliminare a Larino a carico del sindaco xxx, degli assessori, dei due costruttori, di un notaio e del dirigente all’Urbanistica. Al centro dell’indagine una delibera di Giunta che con un “trucco” ha sanato la situazione tutta a favore di chi ha costruito. I danneggiati acquirenti si costituiranno parte civile.

Il caso: una palazzina con vista mozzafiato su mare e montagne, in una zona appetibilissima della città, circondata da villette a basso indice di cubatura. Un edificio costruito sulla base di permessi che lo volevano “ricettivo a carattere residenziale”, dunque una sorta di residence, ma che è stato diviso in appartamenti venduti come tali, malgrado la palese violazione, a prezzi peraltro salatissimi. In che modo è stata operata la magia? Grazie al Piano Casa, o meglio: a una forzatura dello stesso. Così sostiene la Procura della Repubblica di Larino, che ha chiesto il rinvio a giudizio per l’attuale xxx di Termoli xxx e la sua prima Giunta. Quella operativa prima del rimpasto: il vice xxx, gli assessori comunali xxx. Non sarebbero gli unici responsabili del “trucco urbanistico”, sempre secondo gli inquirenti. Difatti sono finiti nel mirino del pm di Larino anche l’ex dirigente xxx e genero del sindaco xxx, costruttori xxx e il notaio xxx. Tutti loro sono comparsi il 21 giugno us , davanti al giudice per l’udienza preliminare, a Palazzo di Giustizia di Larino per decidere il rinvio a giudizio


Sono passati quasi due anni (era il 16 settembre del 2010) dal giorno in cui la Giunta ha approvato la delibera con la quale, appoggiandosi alle maglie larghe della legge regionale sul Piano Casa, si trasformano gli alloggi del residence in appartamenti privati, spianando così la strada ai costruttori per ultimare la vendita delle abitazioni in cambio della cessione di qualche fazzoletto di terra a titolo compensativo. Per la Procura il reato ci sta tutto ed è pure grave perché l’atto amministrativo partorito in Giunta, invece di adeguarsi a quanto stabilito dal Piano casa, strumento già parecchio flessibile in termini di concessioni ai costruttori, ha fatto sparire parole e paragrafi interi, diventando così un atto “illegittimo”, un abuso e una manipolazione.

Insomma, una truffa in piena regola, sulla quale l’ultima parola spetta al Gup prima dell’eventuale dibattimento in aula. Una truffa perché gli appartamenti venduti ai privati erano in realtà solo alloggi in un residence in multiproprietà. «E adesso ci ritroviamo con case che non sono giuridicamente case» sottolineano gli acquirenti, che in larga parte si costituiranno parte civile nel dibattimento e che hanno peccato di eccesso di buona fede. «Ma come avremmo potuto sapere? Abbiamo creduto di aver investito i nostri risparmi o acceso mutui per comprare case regolari…».
Per scoprire invece, quando era già troppo tardi, che quegli appartamenti costati un occhio della testa per via delle finiture di lusso e della posizione spettacolare, altro non erano se non alloggi in un residence in multiproprietà.

La strana storia di via Ischia comincia nell’epoca d’oro delle “riclassificazioni”, sotto il governo del sindaco xxx quando viene dato il via agli scempi di cemento grazie a riconversioni di terreni agricoli o destinati al verde pubblico in residenziali.

I costruttori xxx e xxx infatti per fare quello stabile hanno chiesto e ottenuto la riclassificazione di un terreno dove ai sensi del Piano regolatore non si sarebbe potuto costruire nulla, e in seconda battuta il permesso a costruire un “edificio ricettivo a carattere residenziale”. Ma quegli alloggi sono stati venduti, grazie anche alla presunta compiacenza del notaio (indagato) che ha redatto gli atti, come abitazioni private e regolari.

La magistratura di Larino nel 2008 ha sequestrato 14 appartamenti, sui cui ingressi ancora figurano i sigilli giudiziari, per un valore di oltre un milione di euro.
La pubblica accusa, che ha chiesto il rinvio a giudizio per gli amministratori, sostiene che una certa famigerata delibera dell’autunno 2010 cela un inghippo burocratico: spariscono alcune parole di un articolo di legge , in modo da legittimare una sanatoria illegale, perché il residence non è stato costruito in conformità allo strumento urbanistico. Il tutto sarebbe avvenuto con il contributo dell’ex dirigente all’Urbanistica xxx , e di un notaio termolese, lo stesso che si era occupato della vendita ai privati di alloggi nel residence di via Ischia.

xxx= omissis per ragioni di privacy

Attenzione quando si acquista un immobile : meglio farsi assistere da esperti del settore
(vedi, sotto, link di riferimento)



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