Dal 28 febbraio al Teatro Testaccio in scena “Popolo bue, ovvero l’arte di raggirare il popolo con le parole"
L’associazione culturale Compagnia delle Rose presenta Francesco Pompilio in "Popolo bue, ovvero l’arte di raggirare il popolo con le parole", l'opera liberamente ispirata a “La fattoria degli animali di G. Orwell.
All’interno della rassegna “Il teatro che non ti aspetti”, dal 28 febbraio al 3 marzo, torna in scena “Popolo bue”, la rappresentazione ispirata al celebre romanzo di. Orwell.
Scritta e interpretata da Francesco Pompilio, per la regia di Angelo Libri e con l’amichevole partecipazione di Teo Bellia, questa “favola per adulti” rappresenta una metafora attualissima del potere e degli strumenti con cui da sempre vengono manipolati e sottomessi coloro che sono costretti a subirlo.
La storia descrive la rivolta degli animali che vivono nella fattoria di Jones, in condizione di schiavitù e senza alcun diritto. Spinti dall’ennesimo sopruso e ispirati dal sogno del Vecchio Maggiore, questi si ribellano e diventano padroni della fattoria, costringendo alla fuga l’uomo sfruttatore. I maiali Napoleon e Palla di neve li guidano nella lotta. Ma, una volta al potere, gli animali si rendono conto che è più facile rovesciare un regime oppressore che vivere da esseri liberi. Il tutto disegnato con toni ironici e brillanti, al punto che solo alla fine gli spettatori si renderanno conto di aver assistito ad un “one man show”.
Tutti i giorni alle 21:00 e la domenica alle 18:00 al Teatro Testaccio.
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