ARTE E CULTURA
Comunicato Stampa

Dalla Russia al Friuli per ricostruire una complessa saga familiare legata all'epoca dei cosacchi

28/12/12

Una scrittrice russa percorre il Friuli cercando tracce del proprio nonno, collaboratore del leggendario Atamano Krassnov

Dopo il 1989, con la fine del mondo diviso in “blocchi” si è innescato un percorso che ha portato, negli ultimi anni, a una riapertura di contatti, prima inimmaginabile, fra quelli che una volta erano il mondo occidentale e quello orientale dell’Europa. Per il Friuli sta assumendo una connotazione significativa quel fenomeno che è stato definito dei “cosacchi che tornano” vale a dire di quei discendenti delle popolazioni cosacche che furono in Friuli e in Carnia nel 1944-45 (al seguito dei nazisti, vennero inviate a presidiare i paesi dell'Alto Friuli ) e che, oggi, possono ritornare a vedere le terre di quello che, in maniera effimera, era stato battezzata come la “Kosakenland”.
Sono, si diceva, fenomeni non nuovi per il Comune di Trasaghis e particolarmente per Alesso che, durante la guerra, era diventata la capitale del cosacchi del Don, tanto da essere ribattezzata col nome di “Novocerkassk”. Questo paese ha ospitato, nel maggio del 2010, una delegazione di cosacchi del Don e del Terek. Recentemente c’è stata poi la visita di Irina Kargina, cosacca del Don, che è venuta in Friuli per conoscere i luoghi frequentati dal nonno Kostantin Ivanovich Kargin (1904-1983). Impiegato e scrittore, Kargin era con l’armata della ROA a Berlino e poi aveva seguito il capo dei cosacchi, l’Atamano Krassnov, nel suo trasferimento dalla Germania alla Carnia. Durante l’occupazione cosacca, aveva vissuto a Tolmezzo; aveva poi preso parte, nel 1945, alla ritirata verso l’Austria dove poi, davanti alla minaccia del forzato rientro in Unione Sovietica, era riuscito a fuggire, a raggiungere Napoli da dove si era quindi fortunosamente imbarcato per l’Australia. Solo nel 1958 aveva ottenuto di potere rientrare in Unione Sovietica. La signora Irina ha già dedicato alla figura del nonno due libri, e sta raccogliendo documentazione per scriverne un terzo. Accompagnata dal dott. Antonio Dessy di Codroipo (particolarmente esperto di queste problematiche, poiché le vicende dei cosacchi di Krassnov sono stati oggetto della sua tesi di laurea), Irina ha ripercorso i luoghi della Kosakenland. Ad Alesso, accolta dal responsabile del Centro di Documentazione sul Territorio e dal presidente dell’Afds, ha potuto prendere visione della targa commemorativa fatta collocare dal Comune di Trasaghis che, sulla piazza, ricorda l’occupazione cosacca ed il doloroso sfollamento della popolazione civile e, nella chiesa parrocchiale, vedere le icone rimaste in paese a testimonianza di quel periodo. Il viaggio di Irina Kargina, prima del rientro in Russia, è proseguito a Verzegnis, alla locanda “Stella d’oro” (quartier generale dell’Atamano Krassnov), a Villa Masieri di Villa Santina (sede di una scuola militare cosacca), ad Ovaro (località dove il 2 maggio 1945 cosacchi e partigiani furono impegnati in combattimenti che provocarono parecchie decine di vittime) e a Timau (dove la chiesa di Cristo Re ricorda i sacrifici sopportati dalla popolazione durante la guerra).

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Centro di Documentazione sul Territorio e la cultura locale - Alesso di Trasaghis
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Pieri Stefanutti (Responsabile Centro Documentazione sul territorio)
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