ARTE E CULTURA
Comunicato Stampa

Daniel Mannini parla della mostra bresciana dedicata alla Belle Epoque

Il pensiero riflessivo del giovane artista intervistato in merito allo storico movimento

FotoLa prestigiosa mostra bresciana dedicata a celebrare e rendere omaggio ad honorem al celebre e celeberrimo movimento della Belle Époque offre uno spunto davvero molto appetibile per riportare alla memoria le speciali e sui generis connotazioni caratterizzanti e classificanti, che lo hanno distinto nella sua originale esclusività affascinante e nella sua ricercata peculiarità e che hanno contribuito a conferire fama internazionale ad esponenti e rappresentanti, quali Giovanni Boldini e Giuseppe De Nittis, considerati testimonial per antonomasia di eccellenti virtù creative. La mostra si svolge a Palazzo Martinengo (location di indiscusso pregio istituzionale) nel cuore di Brescia ed è allestita in loco fino al 15 giugno 2025 in forma di collettiva, con una selezione di 80 opere capolavoro provenienti soprattutto da raccolte e collezioni private, nonché da importanti realtà museali (tra cui il Museo Giovanni Boldini di Ferrara e il Museo Civico di Palazzo Te a Mantova). Si tratta nello specifico di un circuito di opere realizzate da maestri d'arte come appunto Boldini, De Nittis, Mancini, Corcos, Zandomeneghi, che hanno vissuto e lavorato a Parigi nell'ultimo quarto del XIX secolo durante la cosiddetta Belle Époque, quando la capitale francese era il centro nevralgico propulsore dell'arte a livello mondiale. Senza dubbio, questa scelta espositiva merita un occhio di riguardo, non soltanto da parte degli esperti di settore e degli operatori in ambito artistico-culturale, ma anche da parte del pubblico di ogni target e competenza e da parte degli artisti contemporanei, che possono esprimere considerazioni e valutazioni personali e soggettive a commento e possono altresì anche individuare delineare delle influenze dirette, indirette o trasversali sulla propria ispirazione creativa e sulla propria ricerca sperimentale, poiché senza dubbio la Belle Époque e tutta la carrellata delle figure vissute all'epoca che ne hanno sentito positivamente l'influsso, sono tuttora e tutt'oggi esempi encomiabili e modelli di insegnamento prezioso e pregevole, che ciascuno nella sua percezione individuale può in qualche modo accogliere e introiettare, metabolizzando contenuti e ottimizzandoli a proprio sentore e a proprio pathos. Ecco perché, ho rivolto a riguardo alcune domande attinenti e pertinenti a Daniel Mannini (www.danielmanniniart.it). L'intervista si trova cliccando i link di approfondimento.



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