“Designer’s Table”: sono dodici i giovani designer vincitori del progetto culturale che lega Italia e Corea, protagonisti a novembre di due mostre internazionali a Seoul e Milano
I designer, formati dai due architetti e designer italiani Ico Migliore e Mario Trimarchi, hanno reinterpretato le due culture gastronomiche attraverso la trasformazione simbolica delle posate.
Dodici giovani designer – sei italiani e sei coreani – sono stati selezionati come vincitori del progetto internazionale “Designer’s Table”, un’iniziativa di collaborazione culturale che unisce il design e le tradizioni gastronomiche di Italia e Corea. Le loro creazioni saranno inoltre protagoniste di due prestigiose mostre internazionali, in programma nel mese di novembre a Seoul e Milano.
Promosso dal Ministero della Cultura, dello Sport e del Turismo della Corea del Sud (MCST) e organizzato dalla Korea Foundation for International Cultural Exchange (KOFICE), “Designer’s Table” si inserisce all’interno del programma ufficiale dell’Anno dello Scambio Culturale Corea-Italia 2024–2025.
Il progetto ha coinvolto i partecipanti in un percorso creativo e di mentoring della durata di circa cinque mesi, durante il quale i designer hanno reinterpretato le culture gastronomiche dei due Paesi attraverso la trasformazione simbolica delle posate. Obiettivo: dare nuova vita a questi oggetti quotidiani attraverso il linguaggio del design contemporaneo.
La cerimonia di lancio del progetto si è svolta in streaming presso il Dongdaemun Design Plaza (DDP), alla presenza dei 12 giovani designer e dei quattro mentor d’eccellenza, due per ciascun Paese. Per l’Italia, hanno partecipato Ico Migliore, architetto e tre volte vincitore del Compasso d’Oro nonché detentore di tredici Red Dot Design Award, e Mario Trimarchi, architetto e designer premiato con il Compasso d’Oro nel 2016. Per la Corea, i mentor sono stati Yeo Miyoung, CEO di Studio D3, e Park Sungjae, CEO della filiale coreana del marchio italiano di illuminazione Flos.
I progetti vincitori saranno esposti in due appuntamenti espositivi internazionali: a Seoul, dal 12 al 30 novembre 2025, nell’ambito del Seoul Design Festival, presso lo Seochon Lounge, e a Milano, dal 20 al 30 novembre 2025, presso l’iconico concept store 10 Corso Como, simbolo internazionale di creatività e avanguardia.
Le due mostre rappresentano l’apice di un intenso percorso di scambio culturale tra Corea e Italia. L’iniziativa è parte delle celebrazioni ufficiali sancite il 3 maggio 2024 a Roma, con la firma di un protocollo d’intesa tra il Ministro coreano Yoo In-chon e la Vice Ministra italiana degli Affari Esteri Maria Tripodi.
Dal ministero coreano hanno dichiarato: “Questo progetto non sarà una semplice mostra, ma un nuovo modello di diplomazia culturale basata sul design e sulla diffusione dell’onda coreana. Ci aspettiamo che diventi un luogo di scoperta del potenziale creativo e della sostenibilità della cooperazione tra i nostri Paesi”.
Designer’s Table: i vincitori italiani
Guglielmo Brambilla (Bergamo e Seoul): designer di oggetti attivo tra Bergamo e Seoul, è affascinato dalla cultura materiale, dal potere narrativo degli oggetti e dai rituali a essi legati. Crede nell’importanza delle tradizioni così come nella necessità di contestualizzarle attraverso l’introduzione di nuovi artefatti e abitudini.
Marlisa Marasco (Gimigliano e Pavia): è una designer e architetto calabrese, il cui lavoro nasce dall’incontro tra memoria, materia e narrazione. Attraverso oggetti e spazi, reinterpreta il suo patrimonio culturale in chiave contemporanea, trasformando la tradizione in un linguaggio intimo e poetico.
Mara Bragagnolo (Genova): è un’interior designer dedicata alla creazione di spazi e progetti con un focus sul design inclusivo e accessibile. Originaria di Genova, ha completato la sua formazione laureandosi in “Interior Design” presso la Glasgow School of Art. Successivamente, si è anche specializzata in “Olfactive Spatial Design” e “Architettura Inclusiva”.
Giulia Vecchiato, SURI studio (Venezia): SURI Studio è un progetto indipendente legato al gioiello contemporaneo e alla scultura. Situato a Venezia, trae ispirazione dall’acqua, fattore determinante che scandisce il ritmo della vita.
Gianluca Sestini (Firenze): designer toscano, attivo sul territorio fiorentino, la cui ricerca si concentra sullo spazio urbano e sugli oggetti che lo abitano, indagandone il valore d’uso e la dimensione relazionale. Al centro del suo lavoro c’è la relazione tra persona e oggetto, intesa non solo in termini di consumo, ma di fruizione attiva e consapevole.
Giulia De Franco (Milano): product Designer milanese con una profonda passione per l’innovazione e la sostenibilità, crea soluzioni che uniscono estetica e funzionalità, con un particolare interesse per la Biomimetica e lo sviluppo di Bio-Materiali. Esplora nuove idee ed affronta sfide creative, aspirando ad un miglioramento continuo attraverso lo studio e la ricerca.
Designer’s Table: i vincitori coreani
Euna Lee (Seoul e Sydney): designer e narratrice che vive tra Seul e Sydney, con un background in architettura del paesaggio e illustrazione. Esplora il modo in cui narrazioni visive e oggetti plasmano gli ambienti quotidiani. La sua attività spazia dalla creazione di libri illustrati all’insegnamento della programmazione, dalla creazione di prodotti alla vendita di strumenti software creativi.
Heeueon Rha (Seoul) è una designer che crea esperienze giocose che incoraggiano il pubblico a vedere concetti familiari da nuove prospettive. Appassionata di esplorazione della materialità, esplora costantemente nuovi media, spaziando da mobili e oggetti all’intelligenza artificiale, al web e alle esposizioni.
Jisu Jeong: si occupa di progettazione di oggetti che si possono toccare con mano, infondendo in essi esperienza, materialità e memoria sensoriale. Convinta che gli oggetti possiedano una silenziosa vitalità, esplora il sottile movimento strutturale nelle sue opere. Attraverso il design, immagina delicate connessioni tra persone e oggetti: un futuro intimo di presenza condivisa.
Junghyun Kim: persegue un design d’impatto, come una storia che chiunque possa sentire e comprendere. Ogni prodotto è realizzato per suscitare curiosità, coinvolgere e lasciare un’impressione duratura. Progetto non solo per l’uso, ma per l’emozione, il ricordo e il significato.
Jungyeon Shin: radicata nella progettazione spaziale, la sua pratica esplora una creazione senza confini tra discipline diverse. Affronta temi specifici come tradizione, materialità, località e cultura del consumo, riformulandoli attraverso approcci sperimentali.
Subin Seol (Seoul e London): crede che il design non sia solo una questione di estetica e funzionalità, ma anche un potente mezzo narrativo. La filosofia progettuale di Seoul si concentra sulla trasmissione di esperienze e messaggi più profondi attraverso la fusione di artigianalità e narrazione.