GASTRONOMIA
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Dop, Doc e Igp. La lunga marcia del litorale pontino

27/01/09

Formaggi, salumi, vini e carni pregiate. Scorrendo l’elenco dei prodotti di qualità, garantiti dai marchi di tutela italiani ed europei, presenti nel litorale pontino ci si rende immediatamente conto della ricchezza culturale (...)

Formaggi, salumi, vini e carni pregiate. Scorrendo l’elenco dei prodotti di qualità, garantiti dai marchi di tutela italiani ed europei, presenti nel litorale pontino ci si rende immediatamente conto della ricchezza culturale, prima ancora che enogastronomica, che contraddistingue la zona.

Questa terra ha dato negli ultimi anni un gran lavoro ai tecnici della Regione, del Ministero per le politiche agricole e alla Comunità Europea, perché la scelta di portare avanti un percorso di qualità e selezione che conduce ad un riconoscimento internazionale come la certificazione di qualità Dop, Doc e Igp ha coinvolto un numero crescente di prodotti.

Se la qualità e la fama del kiwi di Latina, al quale è riconosciuto il marchio Dop come alla ricotta romana, e del carciofo romanesco, ben noto quello di Sezze “premiato" con il marchio Igp, oltre che della mozzarella di bufala campana e dell’Olio delle Colline Pontine sono incontestabili, molti altri sono i prodotti che stanno affrontando il lungo percorso che precede il riconoscimento da parte delle Istituzioni.

Se per l’abbacchio romano, già in possesso dell’autorizzazione provvisoria del Ministero e in attesa di quella europea per l’Igp, si avvicina il traguardo, molte sono le realtà che stanno compiendo passi da gigante verso l’obiettivo: come il sedano bianco di Sperlonga e il Caseus romae (la classica caciotta romana). Per non parlare delle deliziose Olive di Gaeta e della salsiccia di Monte S. Biagio.

Discorso a parte per i vini, che stanno riscuotendo un successo sempre più diffuso, grazie ad alcuni nomi di spicco, come la Cantina S. Andrea di Borgo Vodice, ed al riconoscimento della Doc a Circeo e Aprilia, ma soprattutto grazie ad un vino, il Moscato di Terracina, che si sta avvicinando al marchio Doc ma la cui notorietà ha già valicato da tempo i confini regionali.

Un caso particolare è rappresentato dall’Abbuoto, vitigno autoctono, coltivato su soli 5 ettari tra i comuni di Fondi, Itri e Terracina: alcuni test hanno dimostrato infatti che questo particolare vitigno se piantato in terreni diversi da quello di origine perde una consistente parte delle sue caratteristiche peculiari.

Per saperne di più sui prodotti di qualità pontini e laziali è possibile collegarsi al sito www.laziodiqualita.it



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