Due sentenze indicative
Del nostro modo di pensare
DUE SENTENZE RECENTI, CHE MIGLIORANO LA NOSTRA SOCIETÀ
di Raffaele Pirozzi e Giuseppe Biasco
Mentre il Parlamento vota a maggioranza la legge per il processo breve, necessaria solo per garantire al Premier l’impunità nel processo Mills. Mentre fuori dal Tribunale di Milano il nostro presidente arringa una piccola folla di sostenitori compiacenti, mentre in ogni occasione si registrano gli attacchi espliciti e diretti contro i magistrati, il loro lavoro e le loro associazioni, sono arrivate due sentenze che dimostrano quanto sia importante una Magistratura libera, consapevole del suo ruolo, competente e determinata.
Le due sentenze sono arrivate quasi in contemporanea, una a Torino, l’altra a Santa Maria Capua Vetere, unendo in questo modo in un singolare abbraccio il nord ed il sud del paese nella civiltà della legge. E questo già appare un segnale in netta controtendenza.
La prima sentenza è stata emessa dalla Corte di Assise di Santa Maria Capua Vetere per la strage di Castelvolturno. Era il 18 Settembre 2008 e furono massacrati davanti ad una sartoria sei cittadini africani, mentre pochi minuti prima era stato freddato il titolare di una sala giochi, Antonio Celiento, a Baia Verde. Qualche settimana prima Setola ed i suoi uomini avevano sparato contro l’abitazione che ospitava un gruppo di immigrati africani senza però provocare morti. Per questi sanguinosi attentati, fu incriminato Giuseppe Setola e la sua banda; il gruppo era legato al clan dei “casalesi”. Dopo un lungo procedimento, in cui non sono mancate le minacce e le intimidazioni è giunta la sentenza, che ha riconosciuto l’aggravante del razzismo nei confronti del commando omicida. Le vittime erano tutti regolari lavoratori, che non avevano niente a che vedere con attività criminali, ne tanto meno con lo spaccio di droga. L’azione era puramente dimostrativa della potenza di fuoco e della determinazione del gruppo, che voleva in questo modo riprendere l’egemonia sull’intero territorio.La sentenza è stata esemplare: ergastolo per il boss Giuseppe Setola e i suoi fedelissimi Davide Granato, Alessandro Cirillo e Giovanni Letizia. E' stato invece condannato alla pena di 23 anni di reclusione Antonio Alluce, quinto imputato nel processo. Sono stati riconosciuti i risarcimenti alle parti civili: a Joseph Abob unico superstite e testimone chiave della strage degli immigrati, all'associazione 'Mo' basta', ai Comuni di Castelvolturno e di Casal di Principe, al centro sociale ex canapificio di Caserta. In aula, presenti alla lettura del dispositivo, c'erano i parenti delle vittime, assistiti dai volontari dei centri sociali. In tempi in cui il Governo dei leghisti anti immigrati, questa sentenza sembra proprio una bella pagina di civiltà In questo modo anche l’ultimo concerto di Miryam Akeba, tenuto a CastelVolturno per chiedere giustizia e dignità del popolo africano sparso nel mondo, ha avuto un senso ed una risposta. La sua morte, avvenuta subito dopo il concerto è stata troppo presto dimenticata, mentre andrebbe ricordata insieme a quella di Jerru Maslo, prima vittima di una ferocia tanto incomprensibile, quanto inaudita .
Il giorno dopo la sentenza di Santa Maria capua Vetere, dopo un lungo e complesso processo è arrivata la sentenza per l’incendio alla Thyssen Group di Viale Regina Margherita di Torino. Era la notte del 6 Dicembre del 2007, quando si scatenò un incendio tanto violento da travolgere tutto e tutti in pochi attimi, le vittime furono sette e morirono tra atroci sofferenze.
Alla lettura della sentenza erano presenti in aula le madri, le mogli, i familiari e i colleghi dei sette operai caduti per il lavoro. La sentenza ha colpito tutti, per la innovazione che è presente nel dispositivo. Aarald Espenhahn, amministratore delegato dell’acciaieria è stato condannato dalla Corte d'Assise a 16 anni e mezzo; a 13 anni e mezzo sono condannati i quattro dirigenti dello stabilimento: Gerald Priegnitz, Marco Pucci, Raffaele Salerno e Cosimo Cafueri, mentre a 10 anni e 10 mesi è stato condannato Daniele Moroni. Le parole usate dai giudici nella sentenza sono molto dure: omicidio volontario per Espenhahn, omicidio colposo per gli altri cinque imputati. La Corte di Torino non solo ha accolto le richieste del Pubblico Ministero, ma ha anche aumentato la pena di Moroni per il quale la procura aveva chiesto 9 anni.
Un lungo applauso è scoppiato tra la piccola folla che riempiva l’aula del tribunale, tra le lacrime silenziose che rigavano il volto di una madre di una delle vittime,sono risuonate parole di sollievo: “Nessuno ci potrà ridare i nostri cari, ma la giustizia ottenuta, ci aiuterà a seppellirli nei nostri cuori!”
La coraggiosa sentenza di Torino ha lasciato perplessi e confusi i commentatori dei grandi giornali economici, abituati a ritenere il capitale libero da ogni responsabilità, che deve rispondere solo alle leggi innaturali e impersonali della globalizzazione, in cui tutti fanno parte della produzione, unico Dio a cui ogni cosa deve essere sacrificato.
I giudici di Torino hanno riaffermato, in piena controtendenza, che la persona è al centro di ogni cosa è la sua incolumità su i luoghi di lavoro è sacra. Speriamo che in Appello, le condanne vengano confermate, ribadendo in questo modo l’importanza di queste due sentenze. In tempi in cui i magistrati sono attaccati dal presidente del Consiglio e dalla sua ossequiante maggioranza parlamentare, queste due sentenze sono veramente significative. L’Italia per cui lavorano i Magistrati è quella della gente che subisce ingiustizie e soffre le angherie e le infamie di delinquenti senza scrupoli. Questa è la Giustizia di un paese democratico a cui tutti devono essere sottoposti, in cui tutti hanno il diritto di difendersi, ma i colpevoli accertati,devono pagare il loro debito con la società.