INTERNET
Comunicato Stampa

E-commerce: l’esempio australiano per le imprese italiane

24/07/14

E' dall’ altra parte del mondo, è scarsamente interessata dalle vicende di cronaca ma, per sua fortuna, è altresì luogo di particolare innovazione e creatività imprenditoriale. Tanto che, secondo quanto affermato da un recente studio condotto dall’autorevole settimanale The Economist, l’Australia sarebbe il Paese migliore dove poter fare “affari” via Internet, con una qualità e una vitalità delle transazioni commerciali via web ai massimi livelli globali.

Il G20 e-Trade Readliness Index ha avuto l’oneroso compito di esaminare il mercato dell’e-commerce nei 19 Paesi del G-20 (è stata esclusa l’Unione Europea nella sua interezza), scoprendo che proprio in Australia l’e-commerce sarebbe maggiormente in forma, forte delle innovazioni tecnologiche, della bontà infrastrutturale e di leggi che regolano appositamente il mondo del commercio elettronico.
Lo studio – condotto per conto di eBay, il principale marketplace del mondo – è stato realizzato sulla base di 40 indicatori raggruppati in 5 macrocategorie:
facilitazioni per gli investimenti,
sviluppo di internet,
sviluppo del commercio con l’estero,
quadro normativo e legale,
disponibilità ai pagamenti elettronici.
Per ognuna delle macrocategorie è stato successivamente attribuito un punteggio parziale, poi conglobato all’interno dell’unico, sintetico, giudizio generale .

Ebbene, alla luce di quanto abbiamo avuto modo di premettere, l’Australia avrebbe dominato la classifica con un punteggio di 67.5, laddove la quota 100 rappresenta la piena possibilità di sfruttare l’e-commerce, e la quota 0 rappresenta – di contro – la totale assenza di qualsiasi business elettronico. Alle spalle dell’Australia si sono piazzati gli Stati Uniti e, a seguire, Corea del Sud, Gran Bretagna, Giappone.
Un po’ più giù si trova il nostro Paese, al decimo posto, con un punteggio di 45: un valore, aggiungiamo, troppo pericolosamente vicino al fanalino di coda della classifica, l’Argentina, che chiude la top 19 con un valore di 37.5 punti.

Ma quali sono state le determinanti che hanno permesso all’Australia di ottenere un così importante punteggio? Secondo i commenti a margine dello studio, tra i principali punti di forza vi sarebbe la buona copertura delle reti fisse e mobili in tutto il Paese: non è d’altronde una sorpresa riscontrare come le possibilità di accesso a Internet in Australia siano varie e a “buon mercato”, e come la penetrazione dei dispositivi di telefonia e di Internet mobile sia particolarmente elevata, e in grado di abbracciare diversi target di popolazione. Ultima, ma non certo in ordine di importanza, l’annotazione relativa all’esistenza di un sistema legale particolarmente sofisticato, che permette il supporto dello sviluppo del commercio online, e la sua robusta crescita previsionale nel corso dei prossimi anni. Qualche esempio? Secondo quanto affermato da Tod Cohen, direttore responsabile dei rapporti istituzionali di eBay, il commercio elettronico in Australia dovrebbe crescere di circa il 300% nel corso dei prossimi cinque anni.
E in Italia? Secondo quanto affermano le ultime rilevazioni di Ecommerce Europe, nel 2013 il fatturato del commercio elettronico italiano è stato pari a 11,2 miliardi di euro, in incremento del 17% rispetto all’anno precedente. Complessivamente, in Europa l’incremento annuale delle vendite effettuate online è stato pari a oltre 305 miliardi di euro, con il vecchio Continente che – in totale – è il primo mercato mondiale per il commercio elettronico, superando gli Stati Uniti (280 miliardi di euro) e l’intera regione Asia – Pacifico (216 miliardi di euro).

Nel corso dei prossimi anni il mondo dell’e-commerce potrebbe tuttavia produrre un corposo riequilibrio. Informazioni utili sul mondo dell’export e sul business on line si trovano anche sul forum www.comexporto.com



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