Eccellenze imprenditoriali venete chiamate in Brasile
Grazie a Bellunesi nel Mondo instaurati nuovi rapporti professionali
Il Sudamerica è sempre più interessato al know-how italiano, specialmente nel settore tecnologico, in quello dell’automazione, dello sfruttamento delle energie rinnovabili e della trasformazione dei rifiuti. Per questo, cinque imprenditori veneti, partiti con la curiosità di conoscere l’economia in forte crescita di un Paese giovanissimo e vitale, sono tornati dal Brasile con un carnet pieno di contatti e richieste di collaborazione.
La loro è stata una vera e propria missione esplorativa, durata due settimane, scandite dalla fitta agenda di incontri con amministratori e imprenditori locali fissata da Oscar De Bona, nuovo presidente di Bellunesi nel Mondo e grande esperto della realtà economica e sociale dell’America Latina. Stiamo parlando di Paolo Costa di Elettromeccanica Cuprum, Stefano Ghezze per la falegnameria Ghezze di Cortina, Silvano Stocco, immobiliarista di Mestre, Paolo Albertini, consulente finanziario in rappresentanza di diverse aziende di Venezia (settore trattamento acque e aria), e l’architetto Mario Moretti di Treviso, arredatore.
Le zone visitate sono gli stati di Santa Catarina e Rio Grande do Sul, che sono tra le più industrializzate del Brasile, nonché quelle a più alta concentrazione di discendenti dei “nostri” emigranti, veneti e lombardi, fuggiti alla fine dell’Ottocento in seguito a una profonda crisi economica. Proprio per questo la difficoltà della lingua è stata facilmente superata: quasi tutti parlano un dialetto di origine veneta. Da parte di tutti l’accoglienza è stata calorosa: a cominciare da quella degli imprenditori, per arrivare a quella del ministro delle Infrastrutture, Valdir Colbachini (originario di Marostica), e quello dell’Agricoltura, Airton Spies, passando per sindaci, amministratori e associazioni di categoria.
Il tema che a tutti sta a cuore è il presente e il futuro di queste regioni, che sono il motore dell’economia brasiliana: «Un po’ come il Nord Italia», sorride Paolo Costa, che continua, amaro: «Speriamo solo che, vista la preoccupante situazione italiana, non si ripeta un movimento di emigrazione verso l’America latina come quello del secolo scorso».