Ed il mondo sta a guardare
Intervento di Piernicola Leone de Castris, presidente Confindustria Lecce
Siamo tutti con il fiato sospeso, in attesa che succeda qualcosa, desiderosi di ricominciare a volgere lo sguardo, forte e fiducioso, al futuro. Il rinnovamento nella Chiesa c’è stato e nel giro di pochissimo tempo. Papa Francesco, con il suo sorriso ampio, con la sua disarmante semplicità, ha lanciato un messaggio al mondo: occorre cambiare, occorre recuperare le radici del pensiero evangelico, per dare forza nuova ad una Chiesa, che è sembrata, per troppo tempo, essere chiusa nei palazzi e, negli ultimi tempi, anche vittima di scandali che hanno rischiato di metterne in crisi la stessa unità. Papa Benedetto XVI si è dimesso. Non è stato facile, ma lo ha fatto, dopo anni di forte impegno. Anche lui merita grande rispetto per questa scelta, così difficile e delicata e di grande impatto, non solo
mediatico. Il mio auspicio dell’oggi è che la nostra classe dirigente, la nostra classe politica mostri altrettanta decisione e sensibilità concreta nei confronti della difficile realtà che tutti stiamo vivendo.
Da più di qualche giorno il Sole 24 Ore pubblica nella testata delle pagine di primo piano, un cartello che vale più di mille parole: “Basta giochi”.
“Le imprese non ce la fanno più” è il titolo emblematico che campeggiava in prima pagina dello stesso quotidiano alla vigilia del Convegno della Piccola Industria a Torino.
Non ci sono altri modi per dirlo: giorno dopo giorno, da Nord a Sud, centinaia di imprese cessano; migliaia tra uomini e donne non hanno più un lavoro, le famiglie stanno perdendo il sostentamento principale, finendo con l’incrementare il numero di chi vive alle soglie della povertà.
Sono mesi che lanciamo allarmi, sono anni, ormai, che chiediamo attenzione. Basta giochi,
le imprese italiane non ce la fanno più! Così come le famiglie.
Il presidente Squinzi, alla vigilia delle elezioni, ha dettato un’agenda serrata di priorità per ritornare a crescere. Gli stessi punti sono stati al centro del dibattito nel convegno della Piccola, per richiamare ancora una volta l’attenzione sulle urgenze del Paese.
Eppure, stupisce che ancora, di fronte all’attuale quadro economico, ci sia qualcuno che
non decide, che rimane ancorato alle proprie convinzioni. Gli italiani hanno provato a cambiare. Hanno scelto il cambiamento, che, però, stenta ad arrivare. Non so se qualcuno si è pentito della propria scelta. Il risultato delle urne è il segnale indiscutibile di una grande voglia di moralità, di giustizia sociale ed economica, oltre che del desiderio di una radicale metamorfosi del sistema. E, per tali ragioni, va assolutamente rispettato.
Tutti devono rispettarlo. In modo particolare chi è stato chiamato a rappresentarci.
Il vescovo D’ambrosio, nel corso di un incontro nella nostra Associazione con gli imprenditori, ha stigmatizzato l’attuale atteggiamento della nostra politica nazionale, che non sta offrendo un grande spettacolo di sé, in Italia, in Europa e nel mondo. Siamo perfettamente in linea. A distanza di due mesi dalle elezioni politiche, l’Italia resta ancora a guardare.
Siamo tutti in attesa, in fermento, nella speranza – ultima dea – che qualcuno si renda conto della strada imboccata dal nostro Paese. Quello che una volta era definito il “bel Paese”, la terra degli Olivetti, dei Rubbia, ecc…
Quello “stivale” pieno di fascino, straordinario per le sue risorse naturali, che è stato culla dell’Impero Romano e delle più importanti culture. La terra del gusto e della moda, le cui
imprese sono pronte a competere a patto di avere uno Stato che funzioni. I cui giovani hanno ancora voglia di lottare per un futuro migliore, hanno la forza di costruire, nonostante non vedano grandi opportunità all’orizzonte. C’è energia nel nostro Paese, c’è entusiasmo nei nostri giovani, nonostante tutto. Dobbiamo coltivare quell’entusiasmo e quella voglia di fare. Responsabili nelle scelte e pronti a fare la nostra parte. Con l’auspicio che tutti facciano la propria. Non è più tempo di giochi. E’ tempo di scelte e di governo…
Anche il mondo sta a guardare.