Edizioni dell’Istituto Italiano di Cultura di Napoli, dirette da Roberto Pasanisi: nuova antologia della poesia italiana contemporanea
L’invito è rivolto sia a poeti riconosciuti sia ad autori che aspirino a far conoscere attraverso una pubblicazione qualificata ed in un àmbito istituzionale e non amatoriale la loro produzione poetica, sottoponendo i propri versi ad un giudizio critico professionale.
Istituto Italiano di Cultura di Napoli
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il Comitato Editoriale
Dopo i volumi ‘900 e oltre. Inediti italiani di poesia contemporanea (pubblicato nel 1997 e prefato da uno saggio di Pompeo Giannantonio, già ordinario di Letteratura italiana all’Università “Federico II” di Napoli) e Con le armi della poesia. Antologia della poesia italiana contemporanea (edito nel 2007 e prefato da uno studio introduttivo di Sergio Givone, filosofo e professore ordinario all’Università di Firenze) – dei quali vi alleghiamo il pieghevole –, avendo avuto a suo tempo positivi riscontri di critica e di pubblico, l’Istituto Italiano di Cultura di Napoli intende pubblicare nelle sue Edizioni, a distanza di sette anni, una nuova antologia della poesia italiana contemporanea, della quale aspira a dare uno specimen significativo e di rilevante qualità letteraria.
Vogliamo chiederLe di contribuire proponendoci, preferibilmente per posta elettronica o, altrimenti, per posta cartacea, insieme ad una esauriente nota bio-bibliografica, tre o più Sue poesie inedite, che verranno esaminate dal nostro Comitato di lettura, composto da Steven Carter, Constantin Frosin, Antonio Illiano, Roberto Pasanisi, Mario Susko, Násos Vaghenás, Nguyen Van Hoan.
L’invito è rivolto sia a poeti riconosciuti sia ad autori che aspirino a far conoscere attraverso una pubblicazione qualificata ed in un àmbito istituzionale e non amatoriale la loro produzione poetica, sottoponendo i propri versi ad un giudizio critico professionale.
Restando in attesa del Suo cortese riscontro, Le inviamo i nostri più cordiali saluti.
‘900 e oltre
inediti italiani di poesia contemporanea
a cura di
Roberto Pasanisi e Gerardo Salvadori
Edizioni dell’Istituto Italiano di Cultura di Napoli
A cura di Roberto Pasanisi e Gerardo Salvadori - Prefazione di Pompeo Giannantonio (Università di Napoli “Federico II”) - Nota di Roberto Pasanisi - Postfazione di Gerardo Salvadori.
«Tentativi in direzione ‘postmoderna’ sono registrati anche in questa antologia, che nel titolo ben interpreta l’orientamento dei suoi autori. Infatti le presenze di tutti gli indirizzi poetici novecenteschi, da noi indicati nella ricostruzione della storia della lirica, a buon diritto collocano il volume tra i contributi più qualificati dell’odierna vicenda letteraria. Quindi il volume ben piantato nell’area novecentesca, di cui esplora e valorizza gli indirizzi, si apre moderatamente alle più avvertite esigenze dell’attuale avventura letteraria, come si deve da parte di chi vuole contemporaneamente progredire ed innovare.» (dalla Prefazione di Pompeo Giannantonio)
Con le armi della poesia
antologia della poesia italiana contemporanea
a cura di Ernesto L’Arab e Roberto Pasanisi
Prefazione di Sergio Givone
Edizioni dell’Istituto Italiano di Cultura di Napoli
Introduzione
In un’antologia poetica si vorrebbe poter indicare il criterio di scelta, l’idea-guida, il senso dell’operazione compiuta. E se invece la forza e la novità della proposta consistessero nel fare spazio alla poesia indipendentemente da scuole, movimenti, correnti? Se la vera, la sola intenzione fosse il libero dispiegarsi di voci che si offrono all’ascolto al di là di qualsiasi appartenenza e di qualsiasi progetto? Direi che questo è il caso nostro.
Troviamo qui nomi di autori affermati, intellettuali prestigiosi, studiosi di fama, e nomi di esordienti, ma prima ancora nomi di poeti che attendono alla loro opera con discrezione e riserbo, lontani dalle ribalte, non preoccupati se non di corrispondere alle sollecitazioni della parola e al suo appello. È bello osservare quanto siano diverse le strade che gli autori hanno percorso e quanto ampio il ventaglio delle possibilità espressive da loro sperimentate. Ciò vale per tutti. Vale per coloro che vantano una carriera di tutto rispetto nel mondo delle lettere, e vale anche per coloro che si affacciano per la prima volta ad esso. Fa onore sia agli uni sia agli altri aver accettato di comparire nello stesso volume senza distinzioni di sorta.
Ma vediamo per rapidissimi cenni come l’opera di tutti contribuisca a documentare tale ricchezza di prospettive. I versi di Giorgio Barberi Squarotti inducono a tenere fermo lo sguardo sui gesti essenziali della vita, cercando il mistero dell’origine nel cuore del tempo e addirittura ponendo la domanda su «come si debba fare perché inizi / finalmente la nascita del mondo». Per certi aspetti agli antipodi si collocano gli ‘improvvisi’ di Renato Minore. Qui non è la creaturalità a essere innalzata a cifra e a simbolo; al contrario, sono le grandi costruzioni simboliche («le anime migravano / verso un punto certo / del gran vortice di luce») ad abbassarsi, a umiliarsi, tanto da esserci riconsegnate nella forma di una cantilena infantile che macina indifferentemente senso e non senso («dove ogni dolorino / si fa tanto meschino / da entrare nel mirino / della gran trebbia / universale»).
Invece Roberto Pasanisi sceglie la perfetta misura classica di un dire che il disincanto e un velo d’ironia esaltano facendola echeggiare di risonanze inedite: «Amarti è ricordarsi di un risveglio, / fiorire dell’inquieta dolcezza del tuo sguardo / che dalla soglia fra la vita e la morte / se ti volti sospeso mi sorride: “Aspettami nell’eternità”…».
Notevole per l’amara e sorridente desolazione che sprigiona è la vena satirica di Francesco De Crescenzo, in cui par di ritrovare i tratti di una poesia civile che si vorrebbe poter incontrare più spesso di quanto non accada: «Forse un capriccio futile / v’appare, alquanto inutile, / qualche dettaglio invero, / ch’a me non par leggero». Ma di grande interesse è anche la sperimentazione linguistica di Enzo Minarelli, che accoglie nei suoi versi i detriti di un linguaggio diventato totalmente opaco e li fa servire all’innesco di corto-circuiti che scompaginano gli assetti comunicativi: «Mossad d’Istanbul Mossad di Kabul mosse e contromosse in contropiede il boom…». E come non citare, fra quanti ritentano antiche vie, ma come se fosse ancora e sempre la prima volta, Natalizia Pinto: «ha placato il vento / la nebbia / sorpreso il mattino / ritiene il respiro / e s’adagia sospeso / nel cuore il pensiero».
Vorremmo poter continuare. Ma di gran lunga preferibile è rinviare il lettore all’insieme dei testi raccolti nel volume. Senza imporgli alcuna conclusione e neppure pretendendo di offrirgli un filo rosso. Che non c’è, né ci può essere. Perché la poesia abita nell’aperto. Non sopporta schematizzazioni. E soprattutto, come dimostra questa antologia, è sorprendentemente viva, e stupisce, sconcerta, attende al varco. Sergio Givone (Dipartimento di Filosofia, Università di Firenze)
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