ECONOMIA e FINANZA
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EMA: tra Milano ed Amsterdam, quale sarà la nuova sede della prestigiosa agenzia europea?

23/10/17

È proprio sulla presenza concreta delle strutture che Milano gioca le sue carte per diventare nuova sede dell’EMA, con il supporto di esponenti del mondo dell’industria e della politica, quali Chiesi, Angelini, Menarini, Sol, Siad, Enel, Techint, Mapei, Geox, Confindustria, Federmeccanica, Camera di Commercio di Milano, Farmindustria, Assolombarda, Politecnico di Milano, Università Statale di Milano e Bocconi.

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Dopo la Brexit, l’EMA cerca casa, e tutte la vogliono. Continua il dibattito su quale debba essere la nuova sede dell’European Medicines Agency dopo il trasferimento da Londra a causa della sua uscita dall’UE e il 17 ottobre si è tenuta la prima riunione dei ministri degli Affari europei per discutere sulle potenzialità e i limiti delle città candidate ad ospitare il prestigioso ente.

Nel momento in cui l’EMA ha dichiarato di voler dare il via al proprio trasferimento a causa della Brexit, diciannove città si sono candidate a nuova sede, e in settembre la Commissione europea ha presentato la sua prima valutazione, in cui ha individuato due tipologie di potenziali sedi: da una parte, le città con requisiti tecnicamente forti; dall’altra, le sedi che potrebbero favorire un maggior equilibrio geografico all’interno dell’Unione europea.

Tra le candidate tecniche che meglio si prestano a diventare la nuova sede dell’agenzia, Milano è sicuramente una delle città con le migliori chance di vittoria, grazie alla presenza di servizi e strutture già pronti, che consentirebbero all’agenzia di proseguire ininterrottamente i lavori fin dal giorno successivo al trasferimento, come evidenziato anche dal Centro Studi Economico Finanziario ESG89.

È proprio sulla presenza concreta delle strutture che Milano gioca le sue carte per diventare nuova sede dell’EMA, con il supporto di esponenti del mondo dell’industria e della politica, quali Chiesi, Angelini, Menarini, Sol, Siad, Enel, Techint, Mapei, Geox, Confindustria, Federmeccanica, Camera di Commercio di Milano, Farmindustria, Assolombarda, Politecnico di Milano, Università Statale di Milano e Bocconi.

I punti forti che possono davvero fare la differenza nella vittoria di Milano, come sostenuto anche da Vincenzo Salvatore, capo del Servizio giuridico dell’EMA dal 2004 al 2012, sono sicuramente l’esistenza di strutture già pronte all’uso, la presenza di scuole internazionali, i collegamenti della città verso l’estero, l’alto livello della qualità della vita e un sistema di trasporto cittadino efficiente. Nel complesso, questi elementi rendono Milano l’unica vera opzione subito praticabile in questo momento, velocizzando dunque i tempi di ripresa dei lavori e favorendone la continuità.

Le premesse ci sono tutte. Ora tutto dipende dal voto del 20 novembre, in cui i paesi dell’Unione esprimeranno la loro preferenza e determineranno in questo modo la città che sarà chiamata a diventare la nuova sede dell’EMA. La scelta dovrà essere quanto più possibile oggettiva e basata su elementi concreti, ma sarà inevitabile l’ingerenza di pressioni o alleanze politiche, con conseguenze non sicuramente positive. Nell’attesa del risultato della votazione del 20 novembre, il confronto/scontro tra le candidate continua.

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