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Essere di 'Sinistra' oggi

14/09/09

Il coraggio di essere di "Sinistra"

IL CORAGGIO DI ESSERE DI SINISTRA
di Raffaele Pirozzi e Giuseppe Biasco


La sinistra è il luogo della politica, la destra è la non politica! Bisogna ripartire da questa affermazione per non farsi confondere e ritrovare il percorso giusto ga intraprendere per il futuro.
Essere di destra significa, in questa fase, vivere sempre il presente, senza passato e senza futuro. In questo modo si può ottenere un grande consenso, tendere ad esercitare il potere senza controlli ed avere sempre un immagine vincente e moderna. La destra presenta progetti che non realizzerà e proposte di riforma che prevedono tempi lunghi per la loro attuazione. La destra ha il compito di
conservare quello che oggi possiede, prima di pensare ad avere ancora di più nel futuro.
La non politica, rappresentata molto bene in Italia dall’attuale Presidente del Consiglio, si è diffusa in tutta Europa come una epidemia, un male pernicioso che ha minato alle fondamenta i grandi principi della democrazia, della solidarietà e della integrazione che sono i valori fondamentali della Unione Europea.
La non politica vive di luoghi comuni e di denuncie tanto roboanti quanto infondate: “Gli immigrati ci rubano il lavoro e sono tutti ladri!”, “Gli statali sono tutti fannulloni!” “Da quando c’è l’euro prezzi sono aumentati più del doppio”, “I politici sono tutti uguali, pensano solo ai loro interessi!” “Lo Stato, non serve a niente, paghiamo le tasse per nulla”.
Gli esempi potrebbero essere infiniti, perché è infinita la capacità della destra di costruire sfiducia nelle istituzioni democratiche. La destra vive del pensiero debole della non proposta politica, dell’estemporaneo agitare di malumori e paure alle quali offrire risposte demagogiche senza nessuna incidenza nella realtà. La detassazione degli straordinari, di cui oggi nessuno parla, fu tra i primi provvedimenti adottati dal Governo Berlusconi, fu presentato come una necessità in grado di far aumentare la produttività delle imprese, sostenendo al tempo stesso i consumi, con l’aumento dei salari.
Di fronte alla chiusura degli stabilimenti, alle lotte in corso per il mantenimento dei posti di lavoro, quel provvedimento, appare come una risibile ed inutile demagogia.
Un altro esempio fu quello dell’esercito inviato per le strade a combattere la delinquenza, per garantire più sicurezza, una misura che non ha prodotto significativi risultati. Senza parlare delle continue affermazioni che la crisi in Italia, avrà una influenza minore rispetto agli altri paesi, perché è stata affrontata in tempo e efficaci provvedimenti.
In questa melassa , composta da cattiva informazione ed evidenti bugie, in cui siamo immersi quotidianamente; la sinistra appare sempre più incapace di costruire una politica alternativa e convincente.
La sinistra, non deve rincorrere la destra, nel disperato tentativo di dimostrare che la non politica non produrrà niente per il paese, ma al contrario dovrà fare politica con la gente, rendendola protagonista. In questo modo potrà fornirsi di una lettura corretta della fase attuale ed indirizzare verso obbiettivi di sviluppo la sua proposta politica.
Perché questo avvenga, occorre nella sinistra una nuova capacità culturale, una intelligente ripresa dello studio e dell’approfondimento dei temi sociali e politici che contraddistinguono questo particolare periodo.
E’ indubbio che questo sforzo culturale deve essere sostenuto da una volontà di riconoscere i propri errori, con l’intento di modificare profondamente se stessi per indirizzare il cambiamento della società. Continuare a guardare con gli occhi della nostalgia ad un passato consegnato alla storia , è un male tanto grave da risultare mortale per la sinistra.
Il coraggio della sinistra deve essere quello di ripartire dalla società e non dalla retorica del passato. Il coraggio prevede anche la capacità di denunciare quello che non va senza la preoccupazione di perdere consenso.
Per essere concreti proponiamo alcuni esempi che possono servire ad individuare un percorso nuovo che permetta alla sinistra di ritornare a fare politica. Nel caso della Campania, per esempio, non è possibile continuare a far finta di non vedere i guasti provocati dai gruppi organizzati dei disoccupati, che da venti anni hanno impedito il funzionamento del pur stentato mercato del lavoro napoletano, e che vivono di assistenza improduttiva.
D’altra parte una sinistra può mai sopportare il disastro di una sanità pubblica che sperpera denaro, senza garantire una assistenza accettabile. Un settore, quello sanitario che si sorregge su un ceto economico e professionale, che esprime un potere forte, che si alimenta di clientelismo e privilegi. In Campania, su un bilancio di 18 miliardi di euro, ben 9,5 miliardi sono spesi per la sanità senza che si registrano particolari risultati. Lo sperpero dei soldi nel buco nero della Sanità, impedisce di finanziare politiche di sviluppo delle attività produttive con i conseguenti benefici per l’occupazione.
Questi due esempi bastano ad affermare che non è scontato il fatto che essere di sinistra significa essere necessariamente un buon amministratore locale, un buon parlamentare. Come del resto, essere di sinistra non significa essere per definizione una persona perbene ed onesta.
Il coraggio di essere di sinistra oggi è quello di non essere ipocriti, di non predicare bene e razzolare male, di non essere opportunisti.
L’opportunismo è una scorciatoia, che permette delle brillanti carriere ai singoli e non produce nulla sul piano della politica, perché non si traduce in nessun risultato utile alla collettività. La sinistra deve avere il coraggio di denunciare l’opportunismo ed al tempo stesso condannare la corruzione e l’immoralità presente al suo interno. Non è credibile una sinistra che denuncia il premier di andare con le prostitute e consente a suoi esponenti, indagati per reati infamanti, di restare al proprio posto di amministratore, come se niente fosse.
La non politica vive di due pesi e due misure, la sinistra non può consentirselo, pena essere confusa con una destra cialtrona ed immorale, che fa bene il suo mestiere.
IL coraggio della sinistra è quello di essere coerente, concreta ed onesta. Riprendere la strada della politica, significa riprendere la strada del sacrificio, del lavoro appassionato e senza contropartite, perché la vittoria della sinistra deve corrispondere al benessere generale. Di tutto abbiamo bisogno nel nostro futuro tranne che una sinistra forte, ma senza i suoi valori morali, senza principi e senza la cultura del progresso sociale.
Solo a condizione di riconoscer i propri errori e ritrovare una nuova morale condivisa e praticata , si può pensare di tornare a costruire un sogno collettivo, quello di un avvenire diverso, di un mondo migliore in cui vivere. E’ un sogno anche questa sinistra nuova! Ma chi non sogna non costruisce il futuro, e il futuro si costruisce con fatica e passione; fortunatamente nel nostro paese non mancano i sognatori, e non scarseggiano coloro che hanno passione politica e la voglia di lavorare per un mondo diverso e migliore di quello in cui siamo costretti a vivere.

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