ECONOMIA e FINANZA
Comunicato Stampa

Europa in via di deindustrializzazione: perché non cooperare con la Russia?

I segnali negativi ci sono tutti e arrivano dalle università e dalle aziende stesse: l'Europa è entrata in una fase di deindustrializzazione incontrollata. Cooperare con la Russia è una soluzione su cui ragionare.

Alex Kraus/BloombergGiungono segnali preoccupanti sul livello di deindustrializzazione in cui è caduta l’Europa. Il gigante tedesco della chimica BASF ha dichiarato l’intenzione di tagliare “in via permanente” i costi dei suoi impianti europei: questo significa in pratica la chiusura degli stessi, oltre ovviamente al licenziamento degli operai e del personale, con conseguente facilmente intuibili sul tessuto sociale delle comunità locali. E con la beffa dell’annuncio da parte della BASF della costruzione di un nuovo impianto in Cina, con caratteristiche ecologiche come il funzionamento a energie rinnovabili. I costi elevati che stanno costringendo il colosso tedesco a spostarsi altrove sono naturalmente anche quelli dell’elettricità e del combustibile, schizzati alle stelle negli ultimi mesi.

Che fare dunque per ovviare almeno al costo esagerato dell’energia? Sono proprio i fautori del federalismo europeo a riconoscere che i nostri Paesi stanno rischiando seriamente una deindustrializzazione incontrollata e definitiva: per loro, la soluzione risiede nella gestione comune delle forniture energetiche. Ma i singoli governi si divincolano in ogni modo, perché ad esempio la Francia preferisce provare a vendere la sua energia nucleare e l’Olanda sta facendo grandi profitti proprio grazie alla speculazione sui prezzi alti del gas. Gli esperti del Center on Global Energy Policy della Columbia University dicono che per sopravvivere al momento difficile l’Europa deve subito tagliare il 10% del fabbisogno di gas. Secondo i dati della Banca Mondiale la UE è il primo importatore mondiale di energia e ad agosto ha pagato per il gas un prezzo nove volte superiore a quello pagato dagli USA.

In tutti i Paesi UE il carovita sta schiacciando famiglie e imprese e i governi hanno già preparato i cittadini all’idea del razionamento dell’elettricità. Sarebbe scontato dire che abbiamo ancora bisogno del gas e del petrolio russo, ormai lo sanno tutti. Qualcuno però sta iniziando a suggerire che si potrebbe ripensare l’attuale posizione di ostilità ideologica verso la Federazione Russa, che impedisce il ritorno a una cooperazione che possa ridare slancio alle industrie europee di tutti i settori. Resistono, chissà ancora per quanto, quei settori particolari che grazie ad appoggi particolari sono scampati alle sanzioni, come i diamanti del Belgio: ma gli altri che fine faranno? Mercedes e Renault stanno uscendo dal mercato russo, eppure facevano assemblare in Russia le loro auto e facevano produrre i pezzi. Dunque il livello industriale della Russia è tale da poter offrire molto all’Europa, se solo ci decidessimo a negoziare e cooperare di nuovo.



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