Fondi comunitari : Uno studio
Finanziamenti Europei, Bilancio regionale della Campania e crisi dello Sviluppo.
FINANZIAMENTI EUROPEI, BILANCIO REGIONALE E CRISI DELLO SVILUPPO
NO’ ALL’UTILIZZO DEI FONDI EUROPEI PER COPRIRE LA SPESA ORDINARIA DEGLI ENTI LOCALI IN MERITO ALLE OPERE PUBBLICHE.
E’ CAMBIATA LA NORMATIVA E SONO CAMBIATI GLI OBIETTIVI ECCO PERCHE’ NON E’ POSSIBILE FARE QUELLO CHE DICE D’AMATO. LA PREMIALITA’ COME STANNO LE COSE.
di Raffaele Pirozzi e Giuseppe Biasco
Tra l’indifferenza generale, ogni tanto si registrano posizioni e riflessioni sul corretto utilizzo dei finanziamenti europei assegnati alla Regione Campania.
Si continua a sbandierare la Premialità ricevuta per la spesa dei finanziamenti europei; invece la Campania è tra quelle che ha avuto di meno nella distribuzione nazionale dei fondi aggiuntivi ed è penultima, prima della Calabria, in questa particolare graduatoria.
Il dato reale è quello che riporta nel suo sito ufficiale la Ragioneria Generale dello Stato, che ha monitorato con precisione la quantità totale dei finanziamenti fino ad ora spesi dalle Regioni Italiane inserite nell’Obiettivo 1del Quadro Comunitario di Sostegno .
La Campania per il periodo 2000 – 2006, riuscirà a spendere il 70% dei finanziamenti assegnati.
Va ricordato che i fondi strutturali sono in vigore dal 1989 e che la nostra Regione non ha mai speso tutti i finanziamenti assegnati, la percentuale di spesa è risultata essere attorno alla quota del 70%, Per cui la Giunta attuale, conferma la incapacità cronica del nostro sistema politico economico amministrativo di spendere tutte le risorse assegnate.
A questo proposito si registra la posizione dell’ex Presidente della Confindustria D’Amato, che propone per il nostro paese il metodo spagnolo di accentramento dei progetti sul piano nazionale .
Questo sistema fu utilizzato alla fine degli anni 90 dal Ministro per l’economia del primo Governo Prodi: Carlo Azeglio Ciampi, che utilizzando il sistema cosiddetto dei “Progetti Sponda”, centralizzò a livello nazionale la decisione sulle opere da finanziare facendo sbloccare in questo modo una notevole quantità di fondi che altrimenti sarebbero andati persi.
Furono utilizzati i progetti presentati al Ministero del Tesoro che chiedevano i mutui alla Cassa Depositi e Prestiti per gli Enti Locali.
Questo tipo di percorso non può essere fatto per il prossimo periodo del programma europeo 2007 -2013, perché è cambiato la normativa applicativa e sono cambiati gli obiettivi.
L’Obiettivo 1 è stato sostituito dall’Obiettivo Convergenza che pone i finanziamenti di una singola Regione nell’ambito di un asse in cui sono inseriti progetti di sviluppo interregionali ed transnazionali.
Il problema della spesa dei finanziamenti europei è da ascrivere alla abitudine tutta meridionale della politica come mediazione tra i finanziamenti che vengono dallo Stato e dall’Europa con il mondo della impresa, in particolare di quella edile, legata alle opere pubbliche.
La gestione dei finanziamenti è più importante del loro pieno utilizzo e dell’ impatto che questo uso provoca allo sviluppo del territorio regionale.
Purtroppo, non è più solo questo il pericolo che corre il corretto utilizzo dei finanziamenti europei.
E’ iniziato l’iter dell’approvazione del Bilancio Regionale, il Vice Presidente della Giunta Valiante, nel presentare il nuovo Bilancio Regionale, lo ha definito meno flessibile.
Questo vuol dire che su oltre 12 miliardi e mezzo di euro necessari per l’esercizio 2008, restano pochi milioni, gli euro disponibili per le politiche sociali, per lo sviluppo.
Il bilancio è pienamente assorbito dalla spesa corrente, dai debiti contratti per la spesa sanitaria e per i mutui ancora in corso.I finanziamenti previsti per la spesa sociale sono solo di 34 milioni di euro e dovrebbero coprire il Reddito di cittadinanza sempre richiesto da Rifondazione Comunista.
Ma la gravità del Bilancio è nella proposta di Valiante di utilizzare i finanziamenti europei per coprire la spesa ordinaria degli Enti Locali in merito di opere pubbliche.
Questo significa che i soldi previsti per lo sviluppo saranno utilizzati per la ordinaria manutenzione dell’esistente. Tranne qualche grande intervento la Campania non avrà nuove infrastrutture nei prossimi anni. Alla fine del regime degli aiuti europei la Campania avrà utilizzati poco e male gli aiuti previsti mentre lo sviluppo rimarrà una ipotesi impossibile da raggiungere.
Un bel risultato per la classe dirigente della nostra Regione, speriamo che il dibattito in Consiglio Regionale serva a modificare in parte questa impostazione. Le Organizzazioni Sindacali confederali e le organizzazioni Imprenditoriali non hanno nulla da dire su questa scelta gravissima.. In Campania, non solo vengono utilizzate le tasse per l’Ires e l’Irap per finanziare il buco della Sanità, adesso si utilizzano pure i finanziamenti Europei per l’ordinaria amministrazione.
Napoli, 19/11/07