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Forlì, Napoli, Caserta: il basket italiano è davvero in salute?

19/11/14

In Lega Due Forlì e Napoli sono a rischio fallimento, in serie A la Juve è in difficoltà. Le acque sono calme solo in superficie, il rischio di uno tsunami è sempre dietro l'angolo

"Il basket italiano gode di ottima salute". Parole e musica di Gianni Petrucci, presidente della FIP. Ma è proprio vero? Alla luce di quanto sta accadendo negli ultimi giorni, la risposta non può che essere negativa, le parole fuori luogo e la musica stonata. Perché il rischio che alcune società siano costrette a interrompere la propria attività a stagione in corso è altissimo, a conferma di un trend già visto nelle ultime annate. Un film già visto, dunque, di cui la pallacanestro italiana farebbe volentieri a meno.

La lotta alle irregolarità amministrative e l’accertamento della solidità dei club sono uno dei punti programmatici principali della Federazione, che negli ultimi mesi ha prospettato un’azione forte e coordinata per evitare che i campionati possano essere falsati da società che iniziano la stagione senza avere i mezzi per poter arrivare fino in fondo, spesso facendo passi più lunghi della gamba. E a rimetterci non sono solo i giocatori, cornuti dai mancati stipendi e mazziati dalla necessità di cercarsi una nuova squadra a stagione iniziata, ma la credibilità stessa di tutta la pallacanestro italiana.

In barba a questa presunta stretta di vite sul fronte amministrativo, nelle ultime ore sono emersi due casi che rischiano di esplodere da un momento all’altro, quelli di Forlì e Napoli. I giocatori della Fulgor Libertas sono in sciopero da ieri a causa del mancato pagamento degli stipendi. Il proprietario del club è dato a Londra nel tentativo di riscuotere gli assegni circolari per il pagamento degli atleti, anche se la sua irreperibilità non aiuta ad alleggerire la situazione. Nella giornata di martedì, invece, i giocatori hanno preso la decisione di non allenarsi, mentre Becirovic e Zizic hanno deciso di non tornare in Italia in attesa delle garanzie che finora non sono arrivate.

"Aspettiamo segnali finalmente concreti - spiega Matteo Frassineti, capitano della squadra forlivese -. Siamo professionisti seri, ci recheremo altrove per tenerci in forma. Qui però è ora di segnali reali e tangibili, è ora che chi di dovere presti finalmente fede coi fatti alle parole". Pur cambiando il contesto, sono parole che potrebbero essere tranquillamente sovrapposte con quelle pronunciate dai giocatori della Sutor Montegranaro fino a qualche mese fa. E tutti sappiamo come siano stati trattati i giocatori gialloblu e che fine abbia fatto il club marchigiano.

Situazione diversa ma problemi simili in casa della Givova Napoli: la famiglia Muro, che da circa un anno rappresenta la proprietà del club campano, avrebbe mostrato l’intenzione di defilarsi dal progetto basket a causa del pesante onere della gestione, che comprende i costi attuali e quelli derivanti dalle gestioni del passato, compresi quelli dell’acquisizione del titolo della Biancoblù Basket Bologna

"Stiamo lavorando per trovare nuovi soci e nuove risorse – le parole di Maurizio Balbi, presidente della società partenopea -. Il fatto di aver pagato il lodo Cavina dimostra la nostra intenzione di non chiudere, senza contare che la settimana scorsa abbiamo anche presentato uno sponsor come Flor do Café, con cui ci siamo legati con un triennale. Il nostro progetto continua, non ci arrendiamo". Intanto però ai giocatori sarebbe stato chiesto di verificare la possibilità di accasarsi altrove, con la finalità di liberare un po’ di risorse dal monte salari. Condizioni nelle quali, evidentemente, diventa difficile allenarsi e giocare con profitto.

I casi più gravi, dunque, riguardano l’attuale Lega Due Gold. Ma non va dimenticato che anche la serie A dà spesso l’impressione di essere una polveriera in procinto di esplodere. Caserta, ad esempio, è alle prese con una situazione difficile, non solo per le vicende del campo, che la vedono relegata all’ultimo posto della classifica senza successi nelle prime sei gare e con un allenatore nuovo in panchina.

Il club campano vorrebbe intervenire sul mercato seguendo le indicazioni del neotecnico Markovski (si parla con insistenza di uno tra Dejan Ivanov e Markota e Woodside da prendere al posto di Ronald Moore, con Antonutti sempre in rampa di lancio) ma al momento è impossibilitata a farlo a causa delle sanzioni adottate dalla FIBA per non aver rispettato i tempi del pagamento degli stipendi di alcuni giocatori. Una situazione che chiaramente acuisce le difficoltà del momento che lo storico club della Reggia sta vivendo in questo momento. Anche in questo caso, le acque sono calme solo in superficie: il rischio di uno tsunami che travolta tutto e tutti è sempre dietro l’angolo.



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