ARTE E CULTURA
Comunicato Stampa

Gianmaria Borzillo UNDER THE INFLUENCE a Inteatro Festival

"Ritrovare una via per ricominciare quando il vuoto esistenziale diventa vuoto totale e tutto sembra perduto"

Foto"Ritrovare una via per ricominciare quando il vuoto esistenziale diventa vuoto totale e tutto sembra perduto", così Gianmaria Borzillo presenta "Under the influence", presentato a Polverigi (AN) nella prima giornata di Inteatro Festival.

  UNDER THE INFLUENCE è il primo lavoro da regista di Gianmaria Borzillo, il 27enne coreografo e performer di Sorrento diplomato alla Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi di Milano, che agli studi accompagna esperienze formative con artisti come Erna Ómarsdóttir & Valdimar Jóhannsson, Virgilio Sieni, la coreografa israeliana Dana Yahalomi. Nel 2019 firma i movimenti di scena di Saul di Giovanni Ortoleva, vincitore della Menzione Speciale al bando registi under 30 della Biennale Teatro. Attualmente è tra i performer di Augusto e Save the last dance for me, due produzioni di Alessandro Sciarroni, Leone d’oro alla carriera della Biennale Danza 2019 e di Context, ultimo lavoro dell’artista visivo Alessandro Carboni. 

Lo "studio" UNDER THE INFLUENCE , interpretato da Elena Giannotti e Matteo Ramponi, selezionato tra i 14 progetti finalisti alla prima edizione del Premio Leo de Berardinis Under 35 promosso dal Teatro di Napoli-Teatro Nazionale nel 2021 a favore delle giovani compagnie e artisti di Napoli e della Campania, ha ottenuto la “Menzione speciale” della giuria del Premio, con la motivazione:
«Per l’originale drammaturgia del silenzio e dello spazio costruita attraverso un rigoroso lavoro sulla dialettica dei corpi dei performer in scena. La ricomposizione d’un luogo e la definizione di un perimetro all’interno del quale ristabilire una relazione fisica ed emotiva si configurano come uno stimolante punto di partenza per possibili sviluppi di nuove sensibilità e forme di linguaggio». 

 Un dialogo- non dialogo in uno spazio che allontana, anche se, al fondo, si coglie un desiderio di incontrarsi, un desiderio anche di leggerezza, in modo che spettatori e attori in scena possano vivere una condizione comune e, forse, insieme ritrovare una via, un attimo di splendore perduto per ricominciare”.
Fino a quando, alla fine, rovesciate le sedie in scena e rovesciata la tragica e vacua visione di Eugène Ionesco.

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